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Lunedì, 29 Aprile 2024
Una questione delicata e particolare / Veglie

Relazione finita, madre e figlia tornano in Italia. Padre chiede rimpatrio nell’isola inglese

Saranno i giudici del Tribunale dei minorenni di Lecce a valutare la vicenda di una donna di Veglie e della figlia di tre anni stabilite nel Salento dopo la fine della difficile convivenza con l’ex compagno britannico

LECCE - Sarà compito del collegio dei giudici del Tribunale dei minorenni di Lecce, presieduto da Paola Liaci (relatore Silvia Minerva e giudici onorari Concetta Rausa e Antonio Saracino), valutare l’intricata questione di una piccola bambina di tre anni, tornata a vivere nel Salento con la madre dopo la fine della relazione di quest’ultima con il convivente, un uomo di nazionalità inglese e padre della piccola.

L’azione giudiziaria parte proprio dalla richiesta dell’uomo (che ha fatto avviare la procedura per il rimpatrio della ex compagna, originaria di Veglie, e della figlia per un presunto caso di sottrazione di minore) la cui volontà, non corrisposta dalla ex compagna, è quella di far tornare madre e bambina in terra britannica.

Si tratta di una vicenda alquanto delicata, così come anche la procedura giudiziaria potrebbe avere risvolti molto particolari: l’azione in corso richiede infatti allo Stato ospitante un accertamento, per così dire, sommario e pertanto privo delle garanzie di un processo vero e proprio. E se la decisione dei giudici dovesse propendere per l’assenso al rimpatrio, quest’ultimo sarà immediatamente esecutivo e la decisone per altro non appellabile. La stessa e la correttezza procedurale potranno essere impugnate solo con un ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La storia parte alcuni anni addietro quando la donna di Veglie avvia una relazione sentimentale con un uomo inglese. Dall’unione nasce anche una bambina, che attualmente ha compiuto tre anni. La convivenza del nucleo familiare si svolge nell’isola di Jersey, la più grande del Canale della Manica, tra il Regno Unito e la Francia.

Ben presto però la relazione della coppia va in crisi, ma soprattutto, a detta della donna salentina, il rapporto si trasforma presto in un incubo fatto di soprusi, segregazione, stato di abbandono, tanto che la stessa è costretta, per interrompere la convivenza, a trasferirsi in una casa rifugio per donne.

Non è dello stesso avviso, ovviamente, il compagno, ma alla fine la convivenza tra i due si interrompe definitivamente nell’aprile del 2021. Da quel momento anche il rapporto tra il padre e la bambina (e secondo la versione della donna per volontà dell’uomo) è pressoché interrotto e limitato solo a due, forse tre brevi visite in tutto.

Trascorso oltre anno, nel dicembre del 2022, la donna che si dice ormai allo stremo ed isolata in un luogo dove non conosce nessuno e dove non può nemmeno avere diritto ad una serie di servizi essenziali avendo superato il tempo massimo di permanenza, decide di abbandonare l’isola inglese per trasferirsi prima in Germania, per poi fare rientro in Italia, dove arriva nel febbraio di quest’anno.

Nel corso di questi  mesi di permanenza la donna e la figlia si sono integrate nella comunità salentina. La madre lavora e ha ritrovato la rete familiare e amicale della gioventù e la bambina frequenta una ludoteca locale e ha stretto delle piccole amicizie. Ma per madre e figlia c’è ora da affrontare il responso dei giudici per resistere anche alla decisione dell’ex compagno della donna, che ha deciso di farle rientrare nell’isola di Jersey, in una sorta di ricongiungimento familiare, attivando in tal senso la procedura per il rimpatrio in caso di sottrazione di minore.

La tutela della donna e degli interessi della minore sono affidati al legale Fabrizio Tommasi. L’uomo inglese è invece difeso dall’avvocato Maria Rita Salvatore, responsabile territoriale  di Lecce dell'associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori.

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