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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Ritardo nella tac che accertò un tumore, a processo ex direttrice sanitaria del carcere

Al vaglio della giudice, la morte di un detenuto avvenuta il 2 marzo del 2021. Per l’accusa, l’imputata avrebbe dovuto vigilare sulla prenotazione dell’approfondimento diagnostico richiesto tre mesi prima, a seguito dell’esame radiologico

LECCE - L’esame radiologico del torace aveva sollevato la necessità di svolgere approfondimenti tramite la tac, ma quest’ultima sarebbe stata eseguita poco più di tre mesi dopo, evidenziando un tumore al IV stadio ai polmoni e metastasi diffuse che non avrebbero lasciato scampo al paziente. Dopo vari ricoveri, chemio e radioterapia, il suo cuore cessò di battere il 2 marzo del 2021.

A rispondere di questa vicenda dal banco degli imputati sarà Alessandra Moscatello, di 60 anni, all’epoca dei fatti direttrice sanitaria presso il carcere di Borgo San Nicola, dove per l’uomo, un 59enne di Bari, detenuto dal 2018, si appurò la necessità di procedere a un Rx toracica.

 L’esame fu eseguito il 29 gennaio del 2020 nel Poliambulatorio della Asl di Lecce e, stando alle indagini, coordinate dalla sostituta procuratrice Simona Rizzo, avviate a seguito della denuncia dei familiari, il malcapitato fu sottoposto alla Tac solo il 12 maggio successivo. Questo, in ragione del fatto che l’accertamento in questione sarebbe stato prenotato in ritardo, con l’effetto di appurare tardivamente anche la diagnosi e procedere tempestivamente alle terapie.

In particolare, secondo l’accusa, contenuta nella richiesta di rinvio a giudizio, accolta ieri dalla gup Anna Paola Capano, la direttrice sanitaria avrebbe avuto, tra i suoi doveri, quelli di coordinare e controllare l’operato dei medici di sezione di turno che si erano succeduti nella cura del paziente.

Sarà dunque il processo che si aprirà il prossimo 18 settembre dinanzi alla giudice del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis ad accertare se la negligenza attribuita all’imputata sia fondata e se questa abbia poi realmente concorso a determinare il decesso dell’uomo.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Luciano De Francesco e Andrea Starace, è fiduciosa di dimostrare a dibattimento che la donna  abbia rispettato i protocolli e i regolamenti  interni e che il ritardo non fosse addebitabile alla direzione.

In aula ci saranno anche i familiari del defunto che ieri si sono costituiti parte civile con l’avvocato Gaspare Sanseverino del foro di Bari.

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