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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Litorale / Strada Provinciale 366

Fiamme spinte dal vento, incendi divorano boschi e lambiscono residence e abitazioni

Un incendio di vaste proporzioni s'è sviluppato nella zona di "Campoverde", a San Cataldo. Sul posto Arif, vigili del fuoco, forestale, polizia locale. Le operazioni rese difficili dalle forti raffiche. Apprensione fra i residenti. Altri grossi roghi a Frigole, Castro, Tricase e zona Orte a Otranto. Bloccati in centinaia

LECCE – Pattuglie della forestale e della polizia locale sbarrano la strada, lungo la direttrice San Cataldo-SanFoca, territorio diviso a metà fra Lecce e Vernole. Qualche automobilista vuole passare, protesta, ma senza troppa convinzione. E’ sufficiente uno sguardo in alto, verso le colonne di fumo che si sollevano avvitandosi per decine di metri nel cielo terso di fine luglio, per rendersi conto che non c’è alternativa. Marcia indietro, e via. Ed è stato così per ore. Fino a sera. Non solo a San Cataldo, ma ovunque, nel Salento.

Una vera lotta contro il tempo, quella ingaggiata fin dalla tarda mattinata di oggi da un dispiegamento di uomini e forze imponente, cresciuto nell’arco delle ore, con l’intensificarsi di un rogo sviluppatosi nella boscaglia e arrivato a lambire strada provinciale 366, abitazioni sparse nell’interno e persino il villaggio  “Campoverde”. Praticamente, solo l’asfalto, tagliando in due la pineta, che qui è particolarmente fitta e ogni estate vittima di incendi, ha impedito che le lingue di fuoco arrivassero a investire anche il residence. I vileggianti delle case mobili  stati stati comunque evacuati, almeno in via temporanea, dopo che è scattato il piano d'emergenza della Prefettura. 

Due, almeno, i focolai principali individuati, in direzioni opposte fra loro, a poche centinaia di metri dalla San Cataldo-San Foca e non lontano neanche dalla frazione “Papa Wojtyla”, caseggiato sorto negli anni lungo la statale Lecce-San Cataldo. E il vento che imperversa fin da ieri non ha agevolato certo le operazioni. C’è sicuramente la mano dell’uomo, come avviene quasi sempre, in questo come in tanti altri roghi che nelle stesse ore hanno divorato la provincia, obbligando gli uomini in campo ad un estenuante tour de force. Già, perché altri grossi incendi sono scoppiati anche nella zona di Frigole e, nel basso Salento, fra Castro e Tricase Porto, ma anche nei dintorni di Gallipoli. 

Nella marina di Frigole, in particolare, sono andati a fuoco cento ettari di macchia mediterranea e zona pascolo. Salvati in extremis i boschi di Giammatteo e Solidara.

Ma le fiamme sprigionatesi nella zona di San Cataldo sono quelle che hanno destato più preoccupazione, come spiegato dagli operatori dell’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue forestali, perché le raffiche di corrente d’aria le hanno spinte in direzione dell’oasi naturale de “Le Cesine”, che dista solo pochi chilometri. La riserva già di recente è stata attaccata dal fuoco. Tenerle lontane da lì, ancora una volta, un’impresa.  

Inferno a San Cataldo: incendio divora ettari di macchia

Diversi i mezzi impiegati: squadre di vigili del fuoco (il cui centralino è stati intasato fin dalla mattinata), oltre a forestale e protezione civile. Gli operatori si sono addentrati per decine di metri nella vegetazione nel tentativo di bloccare l’avanzata impetuosa del fronte rovente, che ha incenerito senza pietà alberi, bassa macchia, segnaletica e pali. E intorno all’una, s’è sentito anche il rombo di uno dei mezzi aerei in ricognizione sulle aree colpite. In tutto, nell'arco della giornata, sui vari fronti, ne sono stati smistati diversi: prima alcuni fireboss della Regione, poi tre Canadair.

Tanti gli ettari divorati dal fuoco, almeno quaranta di macchia e trenta di pineta. Ed è necessaria più che mai una riflessione: ogni estate interi tratti di paesaggio si trasformano in cenere solo per l'avidità di speculatori, la follia di piromani o la scarsa attenzione di chi, non rispettando le leggi, appicca fiamme per ripulire terreni nelle fasce orarie non consentite e senza utilizzare recinzioni tagliafuoco. 

OTRANTO: VASTO INCENDIO BLOCCA CENTINAIA DI PERSONE

IMG2190-2Nel pomeriggio, invece, un altro incendio è divampato nella zona delle Orte, lungo la litoranea Otranto-Porto Badisco, dove già in passato si sono registrati eventi simili, e anche di una certa portata. A prendere fuoco sono stati diversi ettari di sottobosco. Anche in questo caso, il forte vento di tramontana ha reso molto difficile l'intervento, portato avanti, fra gli altri, anche dalla protezione civile di Otranto e dai vigili del fuoco.

Oltretutto, nelle vicinanze sorge un rinomato diving e il tratto è frequentato da molti turisti. Almeno un centinaio di persone sono rimaste bloccate, in attesa di essere "liberate" dagli operatori, che si sono fatti strada tra le fiamme, spegnendole. Non vi sono state, comunque, particolari situazioni di pericolo (se non l'impossibilità per molti di tornare in strada, finché il rogo non fosse stato spento). Lo stesso personale del diving ha collaborato nelle vaie fasi. 

Agenti di polizia del commissariato di Otranto e carabinieri sono stati invece impegnati nel gestire la viabilità. A conti fatti, sono andati a fuoco dieci ettari di sterpaglia e sei di pineta, lungo il costone roccioso. 

Per l'intero Salento, dunque, un'infuocata ultimo giorno di luglio da dimenticare. “L’unica nota positiva di una giornata difficile – ha commentato il direttore generale dell’Arif, Giuseppe Taurino, rivolgendosi a tutte le forze in campo –, un lavoro di squadra immane che con competenza, impegno e grande professionalità ha permesso di evitare una tragedia”.

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