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Cronaca Santa Cesarea Terme

Santa Cesarea, quando il paradiso non è per i disabili

E' una delle località più famose del Salento, ma per i diversamente abili i servizi non sembrano adeguati: pochi parcheggi e rampe d'appoggio nei locali pubblici e persino disagi nella Chiesa

Tra le località turistiche più famose del Salento c'è indubbiamente Santa Cesarea Terme, con le sue sorgenti termominerali, il suo paesaggio aspro, la sua spettacolare scogliera che incantano ogni turista. Eppure la magia naturale del luogo sembra inficiata da qualche lamentela che fa da cornice ai tanti elogi. In un posto che sembra per sua natura accogliente, c'è, infatti, chi fatica a sentirsi accolto: alcuni disabili lamentano da tempo carenze di servizi a loro diretti. E basta fare un giro sul lungomare per riscontrare come i disagi segnalati siano veritieri: i parcheggi per disabili, ad esempio, sono spesso a ridosso di marciapiedi alti e di complessa praticabilità.

A questa annotazione logistica va aggiunto un fatto sorprendente quanto fastidioso: alcuni di questi parcheggi sono occupati da vetture sfreccianti, che non hanno alcuna segnalazione di trasporto per disabili. È il tipico caso di furbetti che prendono in "prestito" i parcheggi per disabili, a volte, anche per diverse ore. Ma non è finita qui: è facile accorgersi di quanti bar, nelle vie del centro, non presentino rampe d'appoggio, per permettere ai disabili di entrare con una certa autonomia al loro interno; eppure sono spesso visibili ad occhio nudo ingombranti marciapiedi, che più che barriere architettoniche sembrano "muraglie cinesi". Il dato è sconcertante e viene logico chiedersi cosa debba affrontare un diversamente abile che desideri consumare tranquillamente un caffé, seduto tra i tavoli.

Senza bar attrezzato, i disabili rischiano di doversi far trasportare il caffé in auto. Anche perché andare alla ricerca di un bar, che presenti il minimo di strutture adatte all'occorrenza, in questo caso, sembra davvero una caccia al tesoro. Sembrerebbe che a molti, ma non a tutti, dunque, sia dato di potersi godere il riposo vacanziero con confort essenziali. La gradevolezza di una località balneare non può solo misurarsi sul mare pulito o sulle ricchezze artistiche, storiche, enogastronomiche: un turismo che si rispetti necessita di strutture capaci di rispondere alle esigenze di tutte le categorie di fruitori estivi. Compresi i disabili, che spesso, nella scala delle priorità dei servizi, fanno le spese di carenze strutturali.

Il "turismo accessibile" non dovrebbe più essere un tabù: chiunque dovrebbe andare in vacanza dove, quando, come e con chi si vuole, senza essere penalizzato dai propri handicap fisici. Non si può chiedere ai disabili sempre e solo di armarsi di pazienza. Un'ultima annotazione che demeraviglia: la Chiesa parrocchiale ha, sì, la sua rampa di accesso per i disabili, esistente dal 1998, ma a parere di chi l'ha usata, risulta piuttosto scomoda ed impraticabile. Certo, la strada che porta a Dio è per tutti gli uomini lunga e tortuosa… ma renderla ancora più complicata non rende merito a nessuno.

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