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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Stalking e violenza sessuale, l’arrestato si difende: “Solo bugie. Ve lo dimostro”

Durante l’interrogatorio di garanzia, l’uomo finito in carcere tre giorni fa ha prodotto una serie di messaggi che smentirebbe la ricostruzione dell’accusa. Chiesto dalla difesa l’ascolto di persone informate sui fatti

LECCE - “E’ tutto falso e ve lo dimostrerò”: si è difeso così il 47enne residente in una cittadina del nord Salento finito in carcere tre giorni fa con l’accusa di stalking e violenza sessuale nei riguardi della ex compagna di 39 anni (qui, la notizia dell’arresto). Lo ha fatto, ieri, durante l’interrogatorio di garanzia, che si è svolto alla presenza dell’avvocata Rita Ciccarese, davanti alla giudice Alessandra Sermarini, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare. 
L’uomo (di cui omettiamo le generalità a tutela della privacy della presunta vittima) non si è limitato a negare verbalmente gli addebiti, ma ha anche prodotto un notevole numero di messaggi scambiati con la donna, per dimostrare che, la loro relazione era in corso, al contrario di quanto sostenuto dalla stessa, secondo la quale il rapporto si sarebbe interrotto cinque anni fa. 
Nelle chat su whatsapp, ci sarebbero foto di gioielli e borse che l’indagato avrebbe inoltrato alla 39enne chiedendole di esprimere la sua preferenza, così da poter procedere all’acquisto, e le risposte, con tanta di scelta, di lei. Ma non finisce qui. Ci sarebbero anche riferimenti della loro presenza in centri estetici e di cene in strutture ricettive. Per questi motivi, la difesa, ha sollecitato la Procura (la titolare del fascicolo è la sostituta procuratrice Rosaria Petrolo) a procedere all’ascolto di persone informate sui fatti che quindi possano confermare il racconto del suo assistito, ritenenendo al momento di non chiedere la sostituzione ne tanto meno la revoca della misura cautelare.
Il 47enne resta dunque in carcere, dal quale era uscito solo tre mesi fa, dopo aver scontato una condanna a nove anni, rimediata nell’ambito del processo scaturito dalla maxi inchiesta “Vortice- Déjà-vu”, nell’autunno del 2014.


 

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