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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il solito raggiro del familiare in difficoltà

“Suo figlio ha causato un incidente”, le spilla quasi 5 mila euro. Arrestato truffatore

Un pomeriggio movimentato ieri nel quartiere Rudiae dove gli agenti della Squadra mobile hanno bloccato un 20enne campano autore di una truffa ai danni di un’anziana. In fuga il complice che attendeva in auto ed ha quasi investito due poliziotti

LECCE - Solo vent’anni e, a quanto pare dalle accuse, una spiccata predisposizione alle truffe soprattutto ai danni delle persone più fragili e vulnerabili. Ma l’ultimo tentativo, architettato con un complice ancora ricercato, nella trasferta leccese è stato prontamente bloccato dagli agenti della Squadra mobile della questura di Lecce.

E’ stato così fermato ed arrestato, nel pomeriggio di ieri, Enrico Mirra, un ventenne napoletano, originario di Ottaviano, finito ora in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria e accusato dell’episodio della truffa consumata ai danni  di una donna leccese           

L’allarme è scattato nella giornata di ieri, poco dopo le 15.30, quando alcuni cittadini hanno segnalato al 113 la presenza, nei meandri cittadini, di un’auto sospetta, in una zona centrale della città non distante dal quartiere Rudiae, con a bordo due uomini.

E’ così entrato in azione il piano di controllo delle pattuglie della polizia, che non ha riguardato solo il centro cittadino, ma anche le principali arterie stradali che dal Salento immettono nel capoluogo ed ai comuni limitrofi. In breve tempo, l’autovettura segnalata come sospetta, è stata individuata e seguita.

Gli investigatori, senza farsi scorgere, hanno notato che uno dei due occupanti è sceso dal mezzo, con una mascherina chirurgica ed un cappello con visiera calati sul volto e sul capo, ad ha iniziato ad effettuare alcune telefonate con il cellulare. Da lì, dopo aver percorso un breve tratto del marciapiede, si è soffermato vicino ad un'abitazione nella quale evidentemente si trovava la vittima del raggiro presa di mira.   

Il giovane si è quindi introdotto in casa e quando vi è uscito, è scattato il blitz delle agenti della Squadra mobile. Alla vista degli agenti il giovane ha tentato la fuga, ma è stato raggiunto e bloccato, nonostante abbia opposto una strenua resistenza. 

Il veicolo, con a bordo il presunto complice, ha invece guadagnato la fuga, cercando anche di investire gli agenti che si erano nel frattempo posizionati dinanzi all’autovettura. Solo la prontezza di riflessi dei poliziotti ha evitato conseguenze più gravi. I due operatori hanno infatti riportato solo qualche contusione e delle escoriazioni. Il giovane alla guida è riuscito comunque ad allontanarsi, ed ora è ricercato dagli investigatori.

Mentre per Mirra, su disposizione del magistrato di turno, si sono aperte le porte del carcere. Quando è stato bloccato aveva con sé la somma di circa 4mila e 900 euro in contanti, denaro che aveva poco prima ottenuto con l’inganno dall’anziana vittima alla quale è stato poi restituito il maltolto.

Secondo il racconto reso dalla donna agli agenti della sezione specializzata della Squadra mobile, la stessa, poco prima dell’arresto del giovane e presunto truffatore, aveva ricevuto una telefonata da parte di un uomo che si era presentato come un avvocato, incaricato dal proprio figlio, che risiede in un’altra città, di farsi consegnare la somma di 5 mila euro, necessarie alla sua difesa legale per essere, in quello stesso momento, in stato di arresto per aver provocato un incidente stradale, con gravi lesioni ad una donna.

Un racconto al quale l’ignara vittima aveva evidentemente creduto e da lì a poco, ha consegnato il denaro nelle mani della persona che si era presentata nella sua abitazione, mandata, secondo gli accordi concertati nella conversazione telefonica, dal finto avvocato che l’aveva contattata.

Nonostante l’innalzamento delle misure di prevenzione disposte da questore e dalle avvertenze delle forze dell’ordine, viene ribadita la necessità di diffidare di chiunque paventa, generalmente tramite una telefonata (durante la quale il malvivente si spaccia per un avvocato o un appartenente alla polizia di stato od all’arma dei carabinieri), una grave difficoltà in cui è incorso un parente stretto, di norma il figlio od il nipote, e che l’unica soluzione per porre rimedio all’emergenza in cui il “caro” si trova è quella di pagare immediatamente ingenti somme di denaro. In caso di dubbi contattare sempre familiari e forze dell’ordine.

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