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Cronaca

Eternit e rifiuti bruciati nelle campagne, lo scempio su 20mila metri quadrati

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno sequestrato una vasta area in una zona fra Surbo e le marine di Torre Chianca e Torre Rinalda. Individuato il proprietario, dovrà ripristinare i luoghi, ma ora si cercano anche e soprattutto gli artefici di un vero e proprio scempio ambientale

LECCE – Il pericoloso eternit che, sbriciolato, rilascia nell’aria polveri cancerogene, è solo uno dei materiali che i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno ritrovato in un’immensa area trasformata in discarica abusiva, circa a metà strada fra Surbo e le marine di Torre Rinalda e Torre Chianca.

La campagna, per un’estensione di oltre 20mila metri quadri, sorge in territorio comunale di Lecce. E di Lecce è anche il proprietario, individuato tramite verifiche presso il catasto. A lui potrebbe essere demandato il compito di ripulire la zona dai rifiuti. Questo mentre i finanzieri devono comunque ancora stabilire chi sia il vero responsabile dello scempio.

I militari, in questi giorni, stanno conducendo rilevamenti in aree di campagna solitamente poco battute, proprio per contrastare illeciti sul fronte ambientale. Si sono così soffermati su quel terreno, in apparenza incustodito, quando non hanno certo potuto fare a meno di notare cumuli di rifiuti di ogni genere, pericolosi e non. Le già citate lastre di eternit, ma anche materiale di risulta, rifiuti solidi urbani, vetro, plastica e altro materiale. Parte del quale era persino stato bruciato. Rilasciando quindi nel tempo fumi nocivi.

IMG_1239-2Nessuno s’è però mai lamentato di odori sgradevoli, non fosse altro perché l’area è piuttosto isolata, il centro abitato più vicino, Surbo, dista diversi chilometri e intorno ci sono solo alberi di ulivo, qualche rudere e pale eoliche. 

Gli approfondimenti sull’area posta sotto sequestro hanno permesso d’individuare il titolare, che potrebbe essere ritenuto tenuto in solido al ripristino dello stato dei luoghi e al pagamento dell’ecotassa. Sono però in corso indagini più approfondite per scovare i responsabili dell’abbandono dei rifiuti, un illecito che può comportare sanzioni penali da uno a tre anni di carcere, con un'ammenda da 5mila e 200 a 52mila euro per i casi ritenuti più gravi.

Probabilmente lo scarico e l’accensione dei rifiuti per sbarazzarsene andavano avanti da tempo, magari in orari particolari, onde evitare di essere visti da qualcuno, con il rischio di essere colti in flagranza. 

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