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Cronaca Cavallino

Tentato omicidio del figlio: "Non volevo colpirlo, ho solo cercato di difendermi".

Si è difeso così Ciro Vacca, 61enne di Cavallino, accusato di aver colpito con una bottiglia il figlio Massimiliano, 18enne

LECCE – “Non volevo colpirlo, ho solo cercato di difendermi al culmine di una lite”. Si è difeso così Ciro Vacca, 61enne di Cavallino, dall’accusa di tentato omicidio del figlio Massimiliano, 18enne. Quello di Vacca è un nomo noto alle cronache, poiché imputato nell’operazione “Eclisse” e condannato a sei anni per aver ferito a colpi di pistola il leccese Gioele Greco (oggi collaboratore di giustizia). Il 61enne è comparso dinanzi al gip Michele Toriello per l’udienza di convalida dell’arresto. Il giudice ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere, vista anche l’evidente pericolo di far tornare l’uomo a casa ai domiciliari.

Domenica pomeriggio i carabinieri della stazione di Cavallino si sono recati presso il pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dopo aver raccolto la richiesta del giovane e della moglie di Vacca. Il giovane aveva ferite lacero-contuse su varie parti del corpo. I militari, nel frattempo, hanno ricostruito la vicenda, stando alla quale Vacca, che si trovava già confinato ai domiciliari, avrebbe per futili motivi iniziato una discussione molto animata con il ragazzo, tanto da arrivare allo scontro fisico.

Vacca, dopo aver impugnato dal collo una bottiglia di vino, avrebbe cominciato a percuotere con violenza il giovane, fino a mandare il vetro in frantumi. E non si sarebbero fermato, nemmeno nel momento in cui la bottiglia si era trasformata in una vera e propria arma tagliente nelle sue mani.

Il ragazzo è stato colpito al volto, sul torace e sulle braccia, e solo l’intervento della donna, che si è frapposta tra i due, ha probabilmente escluso il peggio. Madre e figlio, subito dopo, sono scappati dall'abitazione si sono diretti in ospedale, mentre Ciro Vacca è rimasto in casa. I carabinieri, dopo le prime ricostruzioni, sono rientrati a Cavallino per un sopralluogo nell’abitazione, svolgendo rilievi fotografici e ritrovando i cocci della bottiglia a terra.

Hanno rilevato residui di vino ancora sparsi sul pavimento della cucina e del salone, mentre piccole macchie di sangue del ferito erano rimaste sull’uscio e, nel secchio della spazzatura, c'era il collo della bottiglia, ancora con spuntoni taglienti, con altri residui di sangue. 

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