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Cronaca

TRASFERTE DI LAVORO CON FAMIGLIA: CONDANNATO CIARDO

Con l'accusa di peculato è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione il consigliere comunale dell'Udc Stefano Ciardo. All'epoca dei fatti operava per la Camera di commercio di Lecce

LECCE - Non ha resistito alla tentazione di portarsi dietro moglie e figlio in occasione di due trasferte di lavoro fuori Lecce. Se si fosse trattato solo questo non ci sarebbe stato nulla di male, peccato che le spese di vitto e alloggio dei suoi congiunti fossero state messe a carico della Camera di Commercio. Per questo è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione dai giudici della seconda sezione penale (presidente Silvio Piccinno, a latere Michele Toriello e Giuseppe Biondi) con l'accusa di peculato il consigliere comunale dell'Udc Stefano Ciardo. Dopo tre ore di camera di consiglio, i giudici hanno letto il dispositivo, pronunciando l'assoluzione per l'ipotesi di truffa e per altri tre episodi di peculato. Per questo la pena che gli è stata inflitta è stata dimezzata rispetto alla richiesta del pubblico ministero, che aveva invocato 4 anni e 4 mesi di carcere. Gli episodi contestati sono due, e si riferiscono al 2001 ed al 2003.

All'epoca Ciardo era responsabile dell'azienda speciale della Camera di commercio, a carico della quale pose le spese per la permanenza in albergo della moglie e di suo figlio in occasione di due viaggi di lavoro. E pare proprio che a questo genere di condotte Ciardo sia piuttosto incline. Risale ad alcuni mesi fa la conferma in appello della sentenza che lo condannava a sette mesi di reclusione per un rimborso spese di 334 euro che il consigliere chiese al Comune di Lecce, in occasione della sua trasferta alla Bit di Milano nel 2004. In quell'occasione si sarebbero fatte passare come spese di rappresentanza massaggi, una cena e due costumi da bagno.

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