rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Otranto

Tutela per la Collina di Giuggianello e Sant'Emiliano

Gli ambientalisti chiedono salvaguardia dei luoghi con una lettera aperta alla Regione: ok alle linee guida, ma è necessario l'intervento delle istituzioni per garantire il pieno rispetto delle aree

OTRANTO - La collina dei Fanciulli e delle Ninfe di Giuggianello e Torre Sant'Emiliano ad Otranto meritano tutele. Gli ambientalisti tirano un sospiro di sollievo, perché, grazie alla normativa regionale sulle energie rinnovabili, viene riconosciuto il valore ambientale dei due luoghi. Ma l'allerta sui territori resta alta e un altro appello, targato Forum Ambiente, coordinamento civico per la tutela della salute e Save Salento, arriva in queste ore per chiedere l'immediata applicazione delle nuove linee guida regionali in tema di energie rinnovabili: attraverso una lettera aperta urgente alla Regione Puglia, gli ambientalisti chiedono un freno ai grandi impianti industriali per la vendita dell'energia, con deserti di pannelli fotolvotaici, centrali termoelettriche a biomasse, e mega-torri eoliche sulla terraferma e persino in mare.

"Le nuove Linee guida - dichiarano gli ambientalisti -, finalmente, ristabiliscono ed affermano in chiave legislativa la evidente importanza di due luoghi simbolo del Salento, luoghi dell'anima di ogni salentino, la Collina dei Fanciulli e delle Ninfe, in agro di Giuggianello-Palmariggi e Minervino, e il paesaggio arcaico, dove la terra sposa il mare, di Torre Sant'Emiliano, lungo la costa tra Otranto e Porto Badisco". La Collina è scrigno di miti e leggende plurimillenarie, paradiso di natura e archeologia, di incantevole bellezza: i tre progetti per impianti di mega eolico, per circa 20 maxi-aerogeneratori, lì ubicati nei tre feudi adiacenti rispettivamente di Giuggianello, Palmariggi e Minervino di Lecce, rappresentano, secondo gli ambientalisti "uno stupro dall'impatto di indicibile carica devastatrice e di inaudita gravità".

"E' un crimine - proseguono - ubicare lì tali pale d'acciaio, tra ulivi secolari, grotte, cripte bizantine, villaggi neolitici e protostorici, torri d'avvistamento greco-messapiche e megaliti, dolmen e menhir, alterando la pace di quei luoghi per sempre, devastando tutto per trasportare ed ergere quelle mastodontiche strutture, per costruire quei tre estesissimi impianti. Ma non solo, le ubicazioni di quelle torri 'trita paesaggio e ghigliottina d'uccelli', come ormai sono terribilmente, e giustamente, definite in Italia, alte ben 125 m su una collina che non supera 115 m s.l.m., comporterà la completa sfigurazione e danneggiamento dello skyline di Otranto e del cono visale paesaggistico di Torre Sant'Emiliano".

Gli ambientalisti ricordano come in questi mesi il borgo di Otranto sia stato riconosciuto patrimonio Unesco come sito messaggero di pace e come le Linee guida regionali, entrate in vigore il primo gennaio 2011, oltre a tutelare nei fatti una porzione della Serra di Giuggianello, ribadendone le importanti suggestioni paesaggistiche legate ai monumenti megalitici presenti (dolmen, menhir e ciclopiche "rocce sacre"), abbiano inserito il cono visule di Torre Sant'Emiliano, tra i più importanti della Regione Puglia, al pari di quello di Castel del Monte.

La protezione sancita dalle Linee Guida vieta l'ubicazione di aerogeneratori eolici più alti di 70 m dal livello del suolo di posizionamento, nella fascia di territorio compresa tra 6 e 10 km dal monumento storico in posizione belvedere individuato. Le circa 20 pale di mega eolico, mastodontiche, che si vorrebbe ergere nell'entroterra, nei feudi di Giuggianello, Palmariggi e Minervino, vengono a trovarsi quasi tutte, da progetto, entro tale fascia protetta, e sono tutte superiori a 70 m dal livello del suolo, raggiungendo almeno i 125 m di altezza se non di più. Si aggiunga che si elevano su una collina di massimo 115m s.l.m., il che significa su un rilievo già di circa 100m superiore alla quota altimetrica del promontorio dove si eleva la Torre di Sant'Emiliano, che è a soli circa 50 m sul livello del vicino mare (s.l.m.).

"Tutta questa protezione normativa - avvertono - sarà vanificata se anche solo una delle 20 pale eoliche dovesse essere realizzata! E tutto questo, non solo di notte, a causa delle rosse luci di segnalazione hi-tech per aerei, poste sulla sommità delle pale, ma anche nelle ore diurne con il loro scintillante anacronistico bagliore, eternamente rotante in un irriconoscibile innaturale cielo industrializzato".

Sulla Collina, ad oggi, nessun lavoro di costruzione degli impianti industriali eolici è iniziato, e non poteva essere altrimenti, dato che le torri d'acciaio son previste esattamente su villaggi neolitici e protostorici evidenziati nelle stesse relazioni di rischio archeologico commissionate dalle ditte coinvolte, e dato che la Soprintendenza e la Provincia di Lecce già hanno evidenziato l'interferenza con beni culturali ed architettonici, nonché ambientali e naturalistici, ostativa alla realizzazione delle strutture ed infrastrutture eoliche pazzescamente previste nei progetti: "Ciò nonostante - affermano -, avute le assurde ed immorali autorizzazioni da parte della Regione Puglia, alcuni cartelli di inizio lavori son spuntati preventivamente sul Colle, quasi come delle bandiere di avamposti di colonizzazione infisse ed issate da queste ditte sul nostro territorio, simboli intimidatori atti a scoraggiare la ormai doverosa e necessaria ammissione di colpe e retromarcia da parte della Regione, in merito alle autorizzazioni loro concesse. Autorizzazioni che ritirare è un dovere istituzionale, oltre che costituzionale e democratico; una mobilitazione nazionale senza precedenti si è sollevata e si sta sollevando, infatti, per la difesa della Collina dei Fanciulli e delle Ninfe, e dello skyline di Torre Sant'Emiliano, contro questa blasfema e devastante profanazione eolico-industriale della natura, della storia, e della bellezza".

"L'appello alla serietà e alla coerenza con i propri doveri istituzionali viene da noi pertanto inoltrato alla Regione Puglia - proseguono -, con questa lettera aperta, al Presidente Nichi Vendola e a tutti i consiglieri ed assessori affinchè facciano propria e diano eco a questa richiesta: le autorizzazioni concesse ai tre folli impianti eolici adiacenti vanno sospese e ritirate con urgenza, alla luce anche delle nuove Linee Guida ed in coerenza con esse, altrimenti lo sfregio dei paesaggi e dei coni visuali di Torre Sant'Emiliano vanificherebbe il senso e l'applicabilità delle stesse Linee guida".

Gli ambientalisti invitano il Presidente Nichi Vendola a visitare i luoghi che ha, speriamo inconsapevolmente e per causa di mal consigliatori, condannato a morte, sin ora, con le sue firme: "Quello che gli si richiede - ribadiscono - è il ritiro della più ingiusta tra le 'condanne a morte' emesse nella sua storia dall'Ente regione, quella della Collina dei Fanciulli delle Ninfe".

Si chiede l'intervento della Regione: "Inutile chiedere - concludono - o sperare nell'intervento delle tre comunità coinvolte, Palmariggi, Giuggianello e Minervino; dispiace riconoscerlo, ma un intrico di relazioni patologiche, di rapporti di amicizia, di interessi trasversali economici, di bilancio ed elettorali, imprigionano l'operato e le menti degli amministratori coinvolti e che non stanno comprendendo o non hanno il coraggio e, forse, neanche la libertà, o l'onestà intellettuale, di intervenire per il ritiro urgente delle autorizzazioni concesse a questi impianti scempio del 'paesaggio quotidiano' di tutti i loro concittadini elettori e di tutti i salentini, a danno della qualità di vita di noi tutti e della nostra stessa identità, che ha nel valore del paesaggio, tutelato dall' articolo 9, della nostra Costituzione, assieme ai Beni Culturali diffusi sul territorio, il libro aperto al cielo della nostra memoria".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tutela per la Collina di Giuggianello e Sant'Emiliano

LeccePrima è in caricamento