Il croccante di mandorle “La cupeta”
Tre giorni di festa per Sant'Oronzo il santo patrono di Lecce, affiancato da San Giusto e San Fortunato. Tanti gli appuntamenti tra sacro e profano ma soprattutto un fervido ancoraggio a tradizioni e cultura
Tre giorni di festa per Sant'Oronzo il santo patrono di Lecce, affiancato da San Giusto e San Fortunato. Tanti gli appuntamenti tra sacro e profano ma soprattutto un fervido ancoraggio a tradizioni e cultura.
Ingredienti:
500 g di mandorle senza pellicina
500 g di zucchero semolato
250 ml di acqua
mezzo limone
Preparazione:
tostate leggermente le mandorle in forno, fino a colorirle un poco.
In una pentola dal fondo spesso (polsonetto) versate lo zucchero e bagnate con l'acqua, lasciate sciogliere a fuoco moderato mescolando con un cucchiaio d legno. Appena lo sciroppo raggiunge un colore ambrato chiaro unite le mandorle e rigirate sul fuoco per far aderire bene il caramello.
Appena le mandorle con lo zucchero sono brunite, riversate su un piano di marmo unto d'olio e con un grande coltello a lama liscia sul quale avrete strofinato il mezzo limone stendetele lavorandole.
Per far raffreddare il croccante continuate a lavorare con il coltello raggruppando e distendendo di continuo fino a formare un unico strato di circa 1 cm di altezza.
Una volta intiepidito tagliate a strisce larghe 5 cm ed ancora in pezzi.
Lasciate freddare completamente prima di conservare in barattoli di vetro o di latta.
Si conserva a lungo.
Tempo di preparazione: 30’ c.
cottura: 20’ c.
difficoltà: alta
stagioni consigliate: tutte
Varianti: può essere preparato con nocciole, pistacchi, pinoli, arachidi o semi di sesamo.
Vino consigliato: Passito
Curiosità: è il dolce delle feste patronali salentine, in particolare a Lecce per Santa Lucia e per Sant'Oronzo.
Questa versione del torrone ha origine araba (voce qubbat-cubaita), conosciuto già al principio del secolo X e giunto in Italia al tempo delle Crociate.
Il Del Tufo nel 1588 scriveva “Diverse cose portate in Napoli.....copeta e marzapan di passi rari de la provincia di terra di Bari....”
Nei secoli a seguire tanti i nomi e le ricette di famosi copetari.
Viene ancora preparato in strada con una maestria ed un profumo di caramello che pervade ed inebria i fortunati avventori.