"La domenica sia sospesa ogni attività commerciale"
Appello dell'arcivescovo di Lecce D'Ambrosio, che ha incontrato i lavoratori dell'Ipercoop: il presule chiede che la domenica sia dedicata alle famiglie. Si riapre una tematica molto discussa
Redazione
27 marzo 2010 12:33
LECCE - "La domenica è il giorno della famiglia. Sia sospesa ogni attività commerciale". Il monito arriva dall'arcivescovo di Lecce, monsignor Domenico D'Ambrosio, nell'incontro avuto con i laboratori dell'Ipercoop di Surbo, ieri pomeriggio, che gli hanno esposto senza mezzi termini e con franchezza le proprie sofferenze e preoccupazioni circa le aperture selvagge domenicali. Una presa di posizione importante, che ha soddisfatto i lavoratori, i quali hanno ringraziato l'arcivescovo per aver ribadito che il concetto di domenica come giorno di riposo, da dedicare alla famiglia.
Da parte sua, il Presule, ha ascoltato attentamente tutte le problematiche sottoposte ed ancora una volta si è detto contrario al lavoro domenicale che toglie spazio al riposo, alla famiglia, agli affetti e alla vita spirituale ed ha sottolineato come anche presso il Parlamento Europeo si stia facendo un vigoroso pressing, da parte di parlamentari europei, perché si modifichi la legge sul lavoro, salvaguardando la domenica come giorno di riposo in tutti i Paesi dell'Unione.
D'Ambrosio, che presiederà domani sera, alle 20.30, in piazza Madre Teresa di Calcutta, alla periferia della città, nei pressi della Parrocchia San Sabino, la Via Crucis dei giovani, in occasione della XXV Giornata mondiale della Gioventù, ha auspicato fortemente che anche i sindaci, siano invitati ad attenersi alla legge regionale sul commercio, col desiderio che essa sia presto rivista in favore della famiglia e dei lavoratori.
Il concetto, dunque, è chiaro e persino evidentemente evangelico: il sabato è per l'uomo, non l'uomo per il sabato. Traducendo per l'oggi, la domenica per l'uomo. Eppure la presa di posizione di D'Ambrosio, lineare e di buon senso (persino scontata, per qualsiasi credente che si dice tale), sembra destinata ad incrementare le polemiche sul tema, che da ormai almeno un paio di anni alimenta un dibattito controverso e ricco di contraddizioni.
Già la giunta regionale, infatti, aveva provato a disciplinare la questione, introducendo un disciplinamento delle chiusure e delle aperture, a turnazione, garantendo, in qualche caso, la chiusura domenicale, proprio per favorire le attese di molti lavoratori. D'altra parte, il Codacons aveva criticato l'interpretazione stessa della legge sul commercio, evidenziando il rischio di colpire le piccole realtà commerciali che sperano di risollevare le proprie sorti proprio dall'attività domenicale. E ancora il dibattito della politica, che da una parte all'altra, sceglie spesso la posizione di convenienza, per tenersi buoni commercianti, lavoratori, consumatori. Probabilmente da oggi pomeriggio anche la Chiesa, con lo sciame di dichiarazione a favore della presa di posizione del Presule leccese.
Il punto, semmai, è un altro ed è la questione decisiva: per chi crede, ma anche per chi non crede e vaneggia sulla cultura cristiana e sulle famose radici cristiane dell'Europa, sull'attenzione al tema della famiglia e del lavoro, come se fossero tutti oggetti misteriosi non identificabili, dovrebbe essere persino pacifico fare una riflessione seria sul tema, superare quella sovrastruttura della mercificazione societaria, che sta avvelenando i rapporti umani e il senso stesso della vita. Certo, c'è la crisi. Ma spesso e volentieri ci si dimentica che è stata proprio una gestione dedita al dio mercato a generarla e portare sul baratro molte famiglie. Serve a poco partecipare, spesso anche opportunisticamente, partecipare al Family Day, e non comprendere furbescamente questo passaggio. D'Ambrosio, com'è giusto che sia, ha solo tracciato una visione diversa, alternativa a quella vigente, senza dare soluzioni. Quel compito spetta alla politica, che dovrà evidentemente tenerne conto, mettendo da parte un po' della propria spocchia, che il rispetto per la vita passa anche e soprattutto dalla considerazione di queste problematiche e dall'orizzonte di soluzioni con cui le si affronta.
Da parte sua, il Presule, ha ascoltato attentamente tutte le problematiche sottoposte ed ancora una volta si è detto contrario al lavoro domenicale che toglie spazio al riposo, alla famiglia, agli affetti e alla vita spirituale ed ha sottolineato come anche presso il Parlamento Europeo si stia facendo un vigoroso pressing, da parte di parlamentari europei, perché si modifichi la legge sul lavoro, salvaguardando la domenica come giorno di riposo in tutti i Paesi dell'Unione.
D'Ambrosio, che presiederà domani sera, alle 20.30, in piazza Madre Teresa di Calcutta, alla periferia della città, nei pressi della Parrocchia San Sabino, la Via Crucis dei giovani, in occasione della XXV Giornata mondiale della Gioventù, ha auspicato fortemente che anche i sindaci, siano invitati ad attenersi alla legge regionale sul commercio, col desiderio che essa sia presto rivista in favore della famiglia e dei lavoratori.
Il concetto, dunque, è chiaro e persino evidentemente evangelico: il sabato è per l'uomo, non l'uomo per il sabato. Traducendo per l'oggi, la domenica per l'uomo. Eppure la presa di posizione di D'Ambrosio, lineare e di buon senso (persino scontata, per qualsiasi credente che si dice tale), sembra destinata ad incrementare le polemiche sul tema, che da ormai almeno un paio di anni alimenta un dibattito controverso e ricco di contraddizioni.
Già la giunta regionale, infatti, aveva provato a disciplinare la questione, introducendo un disciplinamento delle chiusure e delle aperture, a turnazione, garantendo, in qualche caso, la chiusura domenicale, proprio per favorire le attese di molti lavoratori. D'altra parte, il Codacons aveva criticato l'interpretazione stessa della legge sul commercio, evidenziando il rischio di colpire le piccole realtà commerciali che sperano di risollevare le proprie sorti proprio dall'attività domenicale. E ancora il dibattito della politica, che da una parte all'altra, sceglie spesso la posizione di convenienza, per tenersi buoni commercianti, lavoratori, consumatori. Probabilmente da oggi pomeriggio anche la Chiesa, con lo sciame di dichiarazione a favore della presa di posizione del Presule leccese.
Il punto, semmai, è un altro ed è la questione decisiva: per chi crede, ma anche per chi non crede e vaneggia sulla cultura cristiana e sulle famose radici cristiane dell'Europa, sull'attenzione al tema della famiglia e del lavoro, come se fossero tutti oggetti misteriosi non identificabili, dovrebbe essere persino pacifico fare una riflessione seria sul tema, superare quella sovrastruttura della mercificazione societaria, che sta avvelenando i rapporti umani e il senso stesso della vita. Certo, c'è la crisi. Ma spesso e volentieri ci si dimentica che è stata proprio una gestione dedita al dio mercato a generarla e portare sul baratro molte famiglie. Serve a poco partecipare, spesso anche opportunisticamente, partecipare al Family Day, e non comprendere furbescamente questo passaggio. D'Ambrosio, com'è giusto che sia, ha solo tracciato una visione diversa, alternativa a quella vigente, senza dare soluzioni. Quel compito spetta alla politica, che dovrà evidentemente tenerne conto, mettendo da parte un po' della propria spocchia, che il rispetto per la vita passa anche e soprattutto dalla considerazione di queste problematiche e dall'orizzonte di soluzioni con cui le si affronta.
Redazione
27 marzo 2010 12:33
