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Economia

Micro, piccole e medie imprese artigiane nel Salento. Ne nascono sei al giorno

Nonostante la fase di recessione economica, il settore dell'artigianato "regge" e mostra numeri meno preoccupanti rispetto ad altri settori. L'incidenza sociale è di 2,4 imprese ogni cento abitanti e 6,1 ogni cento famiglie

LECCE - Ogni giorno nascono sei nuove imprese artigiane. A rilevarlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato imprese Lecce. Nel Salento, infatti, ci sono 19.275 aziende artigiane, pari al 26,7 per cento del totale delle imprese salentine. Rispetto al primo trimestre del 2011, l’incremento è dello 0,19 per cento (erano 19.238).

In particolare, l’incidenza sociale dell’artigianato è di 2,4 imprese ogni cento abitanti e 6,1 ogni cento famiglie (rapporto tra imprese artigiane e residenti). Gli addetti familiari sono 21.953, i subordinati 18.977, per un totale di 40.930; in calo rispetto all’anno precedente dell’1,84 per cento (erano 41.696). I giovani imprenditori artigiani al di sotto dei 40 anni sono 7.845, in aumento del 3,82 per cento (erano 7.556).

Cala la cassa integrazione nell’artigianato: nel 2011 sono state autorizzate 190.674 ore di cig; in flessione del 9,71 per cento rispetto al 2010 (211.179 ore). L’intensità della cig è di 10 ore per dipendente, mentre per il manifatturiero è di 26 ore (il comparto assorbe l’85 per cento delle ore di cig). Le esportazioni manifatturiere complessive "valgono" 439,5 milioni di euro e registrano una variazione positiva del 30,5 per cento rispetto all’anno precedente (336,6). Oltre la metà sono destinate nei Paesi extracomunitari.

Il valore aggiunto ammonta a due miliardi e 12 milioni di euro (il 16,5 per cento del totale). Preoccupa la concorrenza sleale del sommerso: è irregolare il 17 per cento degli occupati. Ma si tratta di una percentuale statistica e, dunque, il dato potrebbe salire ancora.

“Nonostante la grave, gravissima recessione, l’artigianato ‘regge’ - commenta il segretario generale di Confartigianato imprese Lecce, Mario Vadrucci -, le percentuali negative sono, tutto sommato, meno preoccupanti rispetto ai ‘numeri’ registrati negli altri comparti economici. Lo schema elaborato su fonti diverse (Istat, Inps, Unioncamere, Banca d’Italia) permette di disporre di un quadro complessivo e al tempo stesso analitico delle micro, piccole e medie imprese del nostro territorio, nonché di delineare il trend degli ultimi due anni”.

“La recessione economica - aggiunge Vadrucci - si trasforma in crisi sociale e la crisi sociale in crisi del singolo imprenditore, lavoratore, padre di famiglia, in un’epidemia di negatività che chiama con forza la necessità di attenzione, di ascolto e di riferimenti certi: economici, ma anche sociali e di solidarietà. Tuttavia - conclude - l’artigianato continua a dare importanti segnali di vitalità”.

 

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