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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Salute e sicurezza sul lavoro, anche nel Salento lo sciopero dei settori privati

Hanno incrociato le braccia i lavoratori in tutto il territorio nazionale: a Lecce si è tenuto un presidio davanti alla prefettura con una buona adesione. Cgil e Uil chiedono di azzerare i morti e la precarietà

LECCE - Anche a Lecce buona l’adesione allo sciopero promosso ieri da Cgil e Uil per chiedere migliori politiche e interventi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di impresa.

Lo sciopero ha coinvolto tutti i settori privati (4 ore per metalmeccanici, trasporti, acqua, luce e gas, poste e telecomunicazioni, sanità privata) e il comparto dell’edilizia (8 ore).

Nel capoluogo salentino numerosi lavoratori e lavoratrici si sono ritrovati davanti al palazzo della prefettura, in viale XXV Luglio, per far sentire la loro voce tra bandiere e striscioni “Zero morti sul lavoro”. I rappresentanti sindacali sono stati poi ricevuti in prefettura dove hanno consegnato un documento con le motivazioni della mobilitazione.

“Vogliamo azzerare le morti sul lavoro, che sono anche figlie della precarietà e dell’incertezza, è una strage che va fermata con ogni mezzo”, dichiarano la Segretaria generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi e il Coordinatore territoriale della Uil di Lecce, Mauro Fioretti.

“Le nostre istanze – proseguono - puntano anche a una nuova e più giusta riforma fiscale, che combatta l’evasione invece di introdurre nuove sanatorie, tassi gli extraprofitti delle grandi aziende e riduca la pressione fiscale sui pensionati”.

“Occorre rimettere al centro delle politiche del governo e delle imprese – proseguono - il valore del lavoro, a partire dal rinnovo del contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza. E poi, la centralità della salute della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”.

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