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Economia Santa Cesarea Terme

Terme, sindaco Cretì risponde a Pelillo: "Perdite frutto di gestione incapace"

Non si spegne la polemica politica sulla gestione societaria: dopo la difesa dell'operato amministrativo di ieri, arriva la replica del primo cittadino, che assolve il Comune ed interpella la Regione sulle responsabilità

SANTA CESAREA TERME - Non si spegne la polemica politica sul "caso Terme": dopo la difesa di ieri sera da parte del presidente del cda, Salvatore Serra, oggi arriva la replica del sindaco del comune di Santa Cesarea, Daniele Cretì, che accusa l'interlocutore Regione di "non conoscere i fatti" ed "ignorare gli accadimenti che, in questi anni, hanno interessato la società ed il territorio", ritenendo decoroso "evitare di arroccarsi sulla difesa di comportamenti indifendibili perché offensivi della dignità e della intelligenza delle persone".

"Il socio Regione e l'organo amministrativo da questi nominato, poi rinominato ed ancora ricomposto per cosiddetta cooptazione, con la presidenza riconfermata, in violazione di norme, regolamenti e statuto societario - dichiara -, in capo al dottor Serra premiato per aver saputo  gestire una società (costantemente in perdita da 5 anni) senza alcuna utilità; società  in sofferenza non solo per motivi di congiuntura economica ma anche per l'inefficacia delle proprie dotazioni strutturali, sempre più obsolete nonostante i continui e ripetuti cosiddetti interventi di miglioramento funzionale e, soprattutto, per incapacità della governance scelta dal socio Regione con comportamenti spesso connotati da evidenti profili di scorrettezza".

Cretì sottolinea quanto queste valutazioni siano state affermate dal Consiglio di Stato circa la perdita del finanziamento di oltre 10 milioni di euro per la realizzazione del nuovo complesso termale con riferimento ad una precisa responsabilità della società, poiché nel suo comportamento "emergono significativi profili di leggerezza e negligenza nella gestione della fase prenegoziale". Pretestuoso, - sempre secondo il Consiglio di Stato - addossare la responsabilità degli accadimenti a soggetti terzi, quale il Comune di Santa Cesarea Terme, così come nella concessione mineraria zona “Nuovo Centro Termale” dove i giudici hanno condannato Terme e Regione a risarcire il Comune delle spese processuali.  

Il sindaco interpella l'assessore regionale Michele Pelillo, accusandolo di non conoscere le problematiche, ed evidenzia il comportamento dell'ente che ha solo richiesto alla società di funzionare, creare posti di lavoro e migliorare il fatturato con proposte innovative e competitive sul mercato: "Dove era l'assessore - chiede - quando con nota del 12 maggio 2012 chiedevo un ritaglio del suo prezioso tempo da dedicare al territorio di S. Cesarea Terme  e scrivevo, allarmato,  che 'La gestione societaria in atto rischia di mandare sul lastrico il destino di circa 100 famiglie che vivono e risiedono su questo territorio;… la gestione dell’attuale cda sta provocando il collasso della società'?".

"Dov'erano Vendola e la sua vice presidente Loredana Capone - insiste - quando, già il 5 aprile 2012, scrivevo loro che "da oramai diversi anni, l’esame dei bilanci della società non fa sperare nulla di buono; invero, solo quattro anni addietro, (...) a seguito di aumento di capitale, che è costato tanto a questo ente, in termini di risorse sottratte ad obiettivi e programmi altrettanto meritevoli, come suppongo anche all’ente Regione, abbiamo conferito nelle casse sociali circa   seimilioni di euro. (...) Ebbene, a distanza di anni, nulla è stato realizzato dell’obiettivo assunto a presupposto dell’aumento di capitale e, nonostante tutto, taluni vociferano che le casse sociali siano vuote e pertanto la società si avvia verso un inesorabile declino. Forse Bari è troppo lontana da questo territorio per comprendere l’impatto che detto evento avrebbe sul territorio e la sua collettività".

Chi ha creato lo stallo della società non è, dunque, ribadisce il primo cittadino, il suo Comune, che "conosce bene e tocca ogni giorno con mano la realtà del suo territorio": "Non c'è alcun piano investimenti e di ammodernamento realizzato - asserisce -, per la Terme c'è invece il rischio di un collasso societario. Non mi risulta che ci sia un progetto di sviluppo per il rilancio del complesso termale dopo che la società ha unilateralmente rinunciato ad cospicuo finanziamento comunitario".

"Riguardo all'obbligo di dismissione dell’intero pacchetto azionario previsto dalla legge, e sembrerebbe, tanto ambito dall'assessore Pelillo - conclude Cretì -, gli rammento che trattasi di obiettivo che può essere realizzato solo con il consenso congiunto di questo ente la cui amministrazione attende ormai da anni di essere convocata  ad  un tavolo tecnico  ove  devono essere  definite le linee strategiche societarie che non possono prescindere dai fabbisogni del  territorio e dalle garanzie di occupazione  per i lavoratori: sto ancora aspettando".

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