rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Eventi

Giorgio Piccinno, menzione speciale alla iii biennale di incisione e scultura “P. Celommi” di Teramo

L’artista leccese si è distinto perché è riuscito a rendere lo sforzo intellettuale, l’intenzionalità letteraria, l’avventura del Sommo Poeta che si è presentato a contemplare la Divinità in veste umana

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

LECCE - La III Biennale di Incisione e Scultura “P. Celommi” di Teramo ha premiato Giorgio Piccinno, artista poliedrico che ha saputo rendere sapientemente i versi danteschi “Trasumanar significar per verba / non si poria (Paradiso, I, 7071). L’artista leccese si è distinto perché è riuscito a rendere lo sforzo intellettuale, l’intenzionalità letteraria, l’avventura del Sommo Poeta che si è presentato a contemplare la Divinità in veste umana. Com’è noto il Premio Celommi di Teramo è atipico, poiché non è in denaro ma consiste in una critica d’arte, redatta da Emidio Di Carlo (Presidente della Giuria, costituita da Vincenza Capulli, Michele De Santis, Massimiliano Donatiello, Luigi La Bella). Il testo tradotto a fronte in lingua inglese è inserito in un catalogo stampato di 168 pagine.

La manifestazione di premiazione è avvenuta al Liceo Statale “Delfico-Montauti” che dirige, insieme alla Fondazione, l’evento giunto alla terza edizione. Nelle precedenti Biennali gli artisti si erano concentrati sulle altre due cantiche del Purgatorio e dell’Inferno. Giorgio Piccino, reduce da una splendida esposizione a Lecce nel mese di agosto scorso, si è qualificato tra artisti dei cinque continenti, presentando l’opera intitolata “Innalzamento mistico”. Di seguito si propone il testo che correda l’incisione premiata: «Innalzamento mistico è un’opera singolare poiché Giorgio Piccinno, invece di porre la sua attenzione sulla figura ascensionale o sulla trasumanazione del Sommo Poeta, ovvero l’andare al di là della natura umana che non è descrivibile, ha un chiaro riferimento a san Paolo (Lettera ai Corinzi, XII, 2,4) e centralizza ogni cosa su Beatrice che campeggia e si prodiga in una dotta dissertazione teologica, con un esempio concreto legato a Glauco che «nel gustar de l’erba / che ‘l fé consorto in mar de li altri dei» (Paradiso I, 68-69).

A tal riguardo, si veda la figura femminile dai capelli fluenti e dal viso fisso al Sole-Dio e i pesci che, a sinistra dell’opera, richiamano il pescatore divenuto dio marino. In verità, c’è di più in quest’opera perché Piccinno, al di là degli elementi realistici e descrittivi messi in campo, dà una connotazione mistica all’evento; si rifà strettamente all’Itinerarium mentis in Deum di san Bonaventura da Bagnoregio per cui l’ascesa dei cieli è una compenetrazione con Dio della mente del protagonista. Senza digressioni, l’artista esemplifica, in modo sorprendentemente umano, Beatrice come “datrice di beatitudine”. Ciò riporta a Dante and Beatrice, dipinto del 1883 di Henry Holiday (Londra 1839 – 1927), oggi alla Walker Art Gallery di Liverpool, Inghilterra, in cui il pre-raffaellita dà testimonianza dell’incrocio di sguardi terreni tra Dante e Beatrice su uno dei ponti dell’Arno a Firenze». Di seguito le foto dell’artista con il Vicepresidente della Fondazione “P. Celommi”, Dott. Franco Paolini e il critico d’arte, Emidio Di Carlo e le foto della Premiazione, l’artista con Paolo Cohen, docente della Facoltà del DAMS dell’Università di Teramo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giorgio Piccinno, menzione speciale alla iii biennale di incisione e scultura “P. Celommi” di Teramo

LeccePrima è in caricamento