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Domenica, 28 Aprile 2024
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A metterci la faccia è il Pdl. E il Pd sta a guardare

Quel che è fatto è fatto. Il primo round di pubblicità elettorale su affissione per le candidature alle elezioni regionali del prossimo 28 e 29 marzo, a Lecce lo ha vinto il centro destra. Pd dove sei

LECCE - Quel che è fatto è fatto. Il primo round di pubblicità elettorale su affissione per le candidature alle elezioni regionali del prossimo 28 e 29 marzo, lo ha vinto il centro destra. Anche perché tempo per prenotare nuovi spazi ne è rimasto davvero poco, dato che il 27 febbraio la legge sulla par condicio dirà stop proprio alle affissioni.

Basta fare un giro in città per capire che le plance dei manifesti 6x3 sono state occupate quasi tutte dagli aspiranti consiglieri del Popolo della libertà che scendono in campo a sostegno di Rocco Palese, candidato alla presidenza. Rarissimi invece gli spazi sfruttati dal Pd e dal centro sinistra, che candidano a presidente della Regione Puglia il governatore uscente Nichi Vendola.

Qui, se dovesse atterrare un marziano, cadrebbe nell'equivoco, fidandosi solo dei faccioni e delle sigle dei partiti ritratte sui manifesti affissi sulle plance lungo i viali e nel centro della città, che a Lecce la partita si gioca solo all'interno del centro destra. Un caso emblematico, la sequela di spazi occupati dai candidati azzurri nei pressi del sottovia di Monteroni. Ma non solo. Viale Rossini, viale Leopardi, viale Grassi, solo per citarne alcuni, sono letteralmente invasi dal Popolo della libertà. Seguono, come numero di plance occupate, i manifesti di Io sud e Udc, che candidano a presidente Adriana Poli Bortone.

Si intravedono solo qua e là, solitari 6x3 del Pd, Italia dei valori e del presidente della Regione Vendola. Un numero davvero esiguo al cospetto degli investimenti pubblicitari su affissione operato dal centro destra. Circa 200 euro costa affiggere su una plancia il proprio faccione, anche se il prezzo varia a seconda dalla posizione. Ma si sa, in campagna elettorale non si guarda a spese. Ma al di là dei costi, c'entra molto in questo caso la prenotazione degli spazi effettuata per tempo dai candidati. O meglio, dalle loro agenzie pubblicitarie. Queste, potendo contare poi sul budget concordato con il candidato, gli garantiscono ufficio stampa e comunicazione elettorale, manifesti, spot e quant'altro.

Chi si è mosso per tempo, potendo contare soprattutto, oltre che sulla disponibilità economica (in questo periodo i costi per la comunicazione elettorale schizzano), sulla composizione certificata delle liste, può godere oggi di così tanta visibilità. Il centro sinistra, quasi assente sui 6x3, paga forse il ritardo dovuto alle primarie del mese scorso, e la composizione delle liste ancora tutta da ufficializzare (termine proprio il 27 febbraio).

Ma, può darsi anche, che Pd e l'area del centro sinistra, abbiano pensano di puntare più che sui classici faccioni (Vendola lo ha fatto per tutti con i suoi 6x3 diversi), sulle nuove leve della comunicazione, attraverso la Rete e i social forum, Facebook per primo. Oppure con la Fabbrica di Nichi, veri e propri lavoratori politici e creativi sparsi per tutte le città della Puglia. E' la comunicazione che cambia. E anche questo potrebbe fare la differenza.

A sull'argomento interviene il capogruppo all'opposizione del Pd a Palazzo Carafa Antonio Rotundo: "È sotto gli occhi di tutti lo scempio che si sta compiendo nel centro storico cittadino con la comparsa di maxi manifesti elettorali e pubblicitari affissi su monumenti che appartengono al nostro patrimonio architettonico e artistico. Il centrosinistra - aggiunge - ha già presentato una mozione in Consiglio comunale per salvaguardare il cuore della città dalla comparsa di cartelloni 6x3, ma la maggioranza di centrodestra ha preferito rinviare ogni decisione sull'argomento".

"Ora però, anche alla luce di quanto riportato dagli organi d'informazione e alle numerose proteste che si sono levate a causa delle affissioni in piazza Sant'Oronzo, ritengo che il sindaco Perrone non possa più aspettare oltre e che debba agire per fermare questa vergogna. Emetta al più presto un'ordinanza al fine di eliminare qualsiasi maxi manifesto dal centro storico e per impedire che ne vengano affissi degli altri. I beni architettonici - spiga - non possono essere utilizzati come strumento commerciale ed elettorale, tutto ciò è incompatibile con lo scopo di valorizzare la nostra arte e la nostra cultura, anche perché Lecce punta sul turismo per la sua crescita economica ed è uno scandalo presentare agli occhi dei visitatori, come dei nostri cittadini, uno spettacolo così indecente".

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