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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Battaglia a colpi di "mozioni". Sfiducia a Benvenga

Gallipoli, nel prossimo Consiglio non solo equilibri di Bilancio e nuova Giunta. La maggioranza firma la sostituzione del presidente dell'assise. Il Pdl pronto a rispondere con la sfiducia al sindaco

GALLIPOLI - Sarà battaglia politica a colpi di mozioni, quella che si prefigura per il prossimo Consiglio comunale gallipolino. Non solo quindi equilibri di bilancio da salvaguardare e comunicazioni del primo cittadino per il completamento dell'esecutivo di Palazzo Balsamo. C'è molto di più. E come nelle previsioni si ricomincerà da dove si era lasciato. Dallo scontro a distanza tra i nuovi assetti della maggioranza messa in piedi dal sindaco Venneri (e che in Consiglio può contare di undici elementi) e il gruppo dei dissociati del Pdl, nei fatti ora all'opposizione del governo cittadino, e che può contare anche sulle sponda (a secondo dei casi) dei dirimpettai tra i banchi dell'opposizione. Una battaglia che si gioca sul filo del rasoio e che ora, dopo l'azzeramento e il rimpasto della giunta, passa al rimescolamento delle altre cariche istituzionali e di sottogoverno. Almeno questo è quanto trapela scartabellano gli ultimi atti politici presentati a Palazzo di città.

Si parla di battaglia a colpi di sfiducia, atteso che già da qualche giorno è stata protocollata la relativa mozione firmata dai consiglieri della nuova maggioranza (per la precisazione 9 firme su undici sull'asse Pdl e civica di Venneri, più Coppola e De Marini) per defenestrare il presidente del Consiglio comunale, Enzo Benvenga. Una richiesta di sfiducia che sarà, a questo punto, discussa proprio nella prossima assise e per approvare la quale i "venneriani" fanno leva anche sulla condivisione di qualche consigliere della minoranza. In passato non sono mancante infatti, anche durante i lavori consiliari, cenni di dissenso sull'attività "super partes" del presidente da parte di gruppi quale il Pd o della civica "Noi Ci Siamo". Rilievi ovviamente del tutto sconfessati dallo stesso presidente Benvenga che ha sempre difeso a spada tratta il suo operato e rigettato al mittente le accuse di quanti tra i consiglieri lo hanno tacciato di "minare l'agibilità democratica" dell'assise comunale.

Ma c'è di più, visto che il fulcro delle motivazioni sulle quali si basa la richiesta di sfiducia a Benvenga, richiama in buona sostanza anche il suo "comportamento" nel corso dei lavori dell'assise del 22 febbraio scorso quando in discussione, tra gli altri punti, c'era proprio un'altra mozione di sfiducia nei confronti del reggente della presidenza consiliare. In quella occasione la mozione non passò, atteso che la votazione (era in piedi la vecchia maggioranza) si concluse con nove voti a favore, nove contrari e 2 schede bianche. Una di queste ultime era riconducibile, a detta del diretto interessato, allo stesso Benvenga, uscito d'aula in sede di discussione e rientrato all'atto della votazione. "Un comportamento del tutto legittimo" spiega il presidente Benvenga, "per altro confermato anche dagli atti della Procura che ha già archiviato un esposto partito dopo quella seduta da qualche consigliere che ha contestato ciò che nessuna norma può vietare. Il sacrosanto diritto del presidente del consiglio di partecipare e votare su una mozione che è un atto di indirizzo al Consiglio e tenendo anche conto che quella presenza e quel voto non sono stati nemmeno influenti alla fine del responso finale, atteso che era richiesta l'approvazione della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, quindi undici voti validi".

Ma proprio su quella reiterata convinzione che il presidente abbia agito in "violazione all'articolo 78" delle norme che disciplinano la carica della presidenza e che lo stesso abbia agito in maniera "interessata" e non super partes, si fonda la nuova richiesta di sfiducia sulla quale Benvenga commenta: "A questo punto bisognerà vedere se tale richiesta di sfiducia è legittima, anche perché sembra più dettata dagli umori mutevoli della nuova maggioranza e dalla esigenza di coprire una casella di potere, che non da reali motivazioni sul mio operato, da sempre libero e autonomo rispetto alla volontà della maggioranza. E per questo, anche se dovrò andare via, mi batterò in seguito a colpi di ricorsi e anche denunce se necessario. Perché in futuro la carica del presidente del Consiglio comunale di Gallipoli non sia ostaggio e condizionata dalle volontà e dagli umori delle maggioranze".

Ma non finisce qui, perché in risposta alla mozione di sfiducia al presidente (per la nuova carica già in preallarme l'indicazione del vicepresidente Luca Murra) potrebbe giungere la contromossa politica da parte del gruppo dei dissociati Pdl, con la sottoscrizione dello stesso presidente in odor di sfiducia. Ovvero la presentazione di una contro-mozione contenente la richiesta di sfiducia a Venneri.

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