rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Boccia, Vendola e primarie che non fanno dormire il Pd

Sembra senza fine la questione primarie nel Pd: Vendola continua a ritenerle necessarie, Boccia non ci sta e chiede il rispetto della "nuova coalizione". Anche il Pdl con poche idee e vie d'uscita

Le primarie come "sabotaggio" della nuova coalizione: Francesco Boccia replica a muso duro contro le pressioni di settori del Partito Democratico nazionale e regionale, che fanno pressione affinché si scelga la strada delle primarie per dirimere il caso Puglia. Gli appelli di Rosy Bindi e Dario Franceschini all'economista barese, perché sfidi a singolar tenzone il governatore uscente, Nichi Vendola, sembrano essere caduti nel vuoto, visto che il diretto interessato continua a dirsi contrario ad ogni ipotesi alternativa rispetto a quella dell'allargamento della coalizione.

Vendola continua a chiedere al Pd "la strada dell'unità", possibile, a suo giudizio, solo attraverso il metodo delle primarie. Nella giornata di ieri, il governatore ha avviato un giro di consultazioni con le forze politiche del centro sinistra, per comprendere meglio chi voglia appoggiarlo nella sua candidatura alle prossime regionali.

Il presidente uscente ha chiarito con forza il suo fermo "no" a qualsiasi veto, sintomo della "cattiva politica": "La buona politica - ha dichiarato - comincia dove c'è la democrazia". Anche Vendola, come il Pd, ritiene necessario l'allargamento della coalizione di centrosinistra a forze come l'Udc, purché si parli di programmi, evitando di ridurre il tutto ad "un'armata trasformista e gattopardesca".

Vendola inoltre ha affermato di sentire che i militanti del Pd facciano in qualche modo il tifo per la sua ricandidatura, confortato dal parere espresso dalla stessa Rosy Bindi, presidente del partito, che ha sottolineato come sia un bene fare le primarie e come non si possa rimuovere la storia del presidente della Regione Puglia: "La mia vicenda - ha dichiarato Vendola - è nel cuore del Pd e questo è gratificante".

E a chi gli rinfaccia di poter causare la sconfitta del centrosinistra in Puglia, senza un passo indietro a servizio della coalizione, Vendola ha replicato che il proprio intento è quello di risolvere il problema principale, ossia la formazione di due coalizioni di centrosinistra, così come si stanno delineando, votate alla condivisione di un esito catastrofico, in una regione in cui ci sarebbero le premesse per tornare ad un successo.

Ma si continua a navigare a vista e senza soluzioni di continuità: e domani potrebbe essere la giornata decisiva, visto che l'Udc, con Casini, aveva chiesto al Pd e a Boccia che il mandato esplorativo si concludesse con l'inizio della prossima settimana. Si avvicina, dunque, il momento di fare la conta effettiva di quanti vorranno far parte di questa nuova coalizione e di chi, invece, riterrà ancora indispensabili le primarie.

Nel centrodestra, non si registrano novità significative: l'accelerazione richiesta da Mantovano non c'è ancora stata e il Pdl sembra ancora intenzionato ad attendere ulteriori sviluppi dall'accordo precario tra Udc e Pd, nella speranza che lo scudocrociato, stressato dai tentennamenti del partito di Bersani, segua la stessa linea programmatica adottata nel Lazio, a sostegno di Renata Polverini.

Il nome di Adriana Poli Bortone continua ad aleggiare, sebbene i ben informati continuino a sostenere che le vere risorse in campo per una candidatura ufficiale siano altre. Da settimane, come accade nel Pd, si sostiene che stia arrivando il momento di stringere i tempi ed approdare ad una decisione davvero definitiva. Il sospetto è che la tiritera bipartisan rischi di portarsi avanti ancora fino all'ultimo giorno utile per le candidature ufficiali, ossia il prossimo 20 febbraio. Un altro mese e mezzo così, però, probabilmente farebbe saltare le coronarie a troppa gente.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Boccia, Vendola e primarie che non fanno dormire il Pd

LeccePrima è in caricamento