rotate-mobile
Politica

Campagne sotto lo scacco dei piromani: boom di incendi a luglio

Il Conapo punta il dito contro la mancata prevenzione e la latitanza degli enti locali sul rispetto delle leggi: "I vigili del fuoco hanno mezzi obsoleti e non idonei"

LECCE – Brucia il Salento. Non come in altri luoghi d’Italia messi a ferro e fuoco da piromani impazziti, o lautamente pagati, ma brucia. Dai primi giorni di giugno sino ad oggi, gli uomini dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce hanno realizzato una media di 40 interventi al giorno. E non solo la notte, quando il calare delle tenebre favorisce le iniziative criminali degli incendiari.

Nel mese di luglio si è verificato un vero e proprio boom di roghi: i centralini erano in tilt (difficilissimo prendere la linea per segnalare un incendio) e i vigili hanno lavorato senza sosta, 24 ore al giorno. Gli incendi più importanti si sono verificati ad Andrano e nelle campagne di Avetrana. La novità dell’anno sta, invece, nelle centinaia di ulivi arsi vivi nel silenzio della notte.

I primi dati sono approssimativi sì, ma anche significativi. E questa è una stagione bollente, come sottolinea il segretario provinciale del sindacato Conapo, Giancarlo Capoccia: “I numeri non sono precisi ma l’impressione generale è che la situazione sia peggiorata rispetto allo scorso anno. Ora si sta verificando una sorta di tregua, ma ci aspettiamo una nuova ondata di attacchi”.

Capoccia parla di una vera e propria offensiva perché gli incendi, a suo giudizio e per esperienza, hanno quasi tutti una matrice dolosa: “Chiaramente c’è chi appicca il fuoco per interessi di altra natura; si verificano sporadicamente grossi incendi per cause accidentali”.

Insomma, la storia della sigaretta accesa lanciata tra le sterpaglie è giudicata alla stregua di una leggenda metropolitana, anche se ciò non deve far abbassare la guardia. Fatte salve le ordinanze comunali che vietano ai cittadini di accendere fuochi di qualunque natura in luoghi pubblici,  la vera prevenzione che devono mettere in atto i privati passa infatti dalla pulizia accurata dei terreni adiacenti alle strade ed ai complessi abitativi. Le sterpaglie accumulate favoriscono – lo ricordiamo – l’accensione di roghi dalle conseguenze drammatiche per l’habitat naturale e per la vita umana.

Per il resto, sottolinea Capoccia, le responsabilità della mancata prevenzione va ricercata a diversi livelli: non sarebbero esenti da colpe le amministrazioni comunali e provinciali più distratte, né i piani alti della politica nazionale.

“Molte amministrazioni comunali latitano sul rispetto della legge regionale che impone la pulizia dei fondi – spiega Capoccia -: i conduttori e i proprietari dei terreni devono, infatti, arare la terra nelle aree perimetrali per evitare che il fuoco si propaghi nelle zone vicine. I Comuni devono imporre, e vigilare, su questo genere di interventi realizzati dai privati; diversamente è il caos”.

Sul banco degli imputati è salita anche Anas che “non effettua un’adeguata pulizia delle strade, come abbiamo potuto verificare dalle condizioni della statale 16 dove sono presenti erbacce secche che sono facilmente attaccabili dal fuoco”.

Sul piano giuridico, i Vvf scontano invece l’accorpamento con il Corpo forestale dello Stato: “Abbiamo acquisito le competenze della flotta antincendio boschiva, rimanendo però con gli stessi uomini e gli stessi mezzi – precisa Capoccia -. Il comando di Lecce tutto sommato non è in condizioni di sottorganico; il problema restano i mezzi operativi che sono obsoleti e carenti. Spesso accade che non abbiamo i mezzi idonei alla tipologia di intervento che ci viene richiesto”.

E c’è ancora un nodo da sciogliere a livello nazionale: “Uno dei problemi grossi è la legge statale che ha assegnato la competenza sugli incendi boschivi alle Regioni: noi chiediamo che la gestione venga invece affidata al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, attraverso l’istituzione di centrali operative a carattere provinciale”, aggiunge il sindacalista.

“Al momento esiste una sola centrale operativa a Bari, gestita dalla Protezione civile che, però, non riesce a controllare l’intero territorio: accade che noi da Lecce facciamo una segnalazione, chiedendo l’intervento di una squadra, ma poi non ne sappiamo più nulla. È opportuno che la situazione degli incendi e l’evoluzione degli interventi sia gestita a livello provinciale dagli stessi vigili del fuoco, con l’istituzione dei Cop: su questo punto il Conapo è pronto a dare battaglia su scala nazionale”, conclude Capoccia. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Campagne sotto lo scacco dei piromani: boom di incendi a luglio

LeccePrima è in caricamento