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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Da Vendola manifesto di programma per la Puglia futura

Presentate davanti all'assemblea regionale le linee programmatiche del Vendola bis: il governatore si dice pronto a cantierizzare entro dicembre cento opere in altrettanti comuni della Puglia

BARI - Lavoro, sanità, servizi sociali, cento cantieri in centro giorni: la sfida del governo è lanciata ufficialmente da Nichi Vendola, dentro la sua amministrazione bis, nelle linee programmatiche enunciate in queste ore nell'assemblea consigliare regionale. Il governatore punta a ripensare lo sviluppo dentro una fase, che rimanda ad un'epoca simile ad un nuovo dopoguerra, che sta segnando il paese intero, "disintegrato" nel lavoro e nella civiltà. L'inquietudine che segna il passo all'amore per la Puglia, attraverso la liberazione della crescita, il ripensamento del rapporto sistema d'impresa e pubblici poteri, e la trasparenza dei processi di governo.

Vendola ha manifestato l'intenzione di lanciare "cento cantieri in cento giorni" dentro un piano di sostegno dell'economia territoriale: cento opere in altrettanti comuni pugliesi da cantierizzare entro dicembre. Critiche dal presidente della Regione Puglia sono arrivate al federalismo fiscale, che ruota in un quadro di incertezza "drammatico" e "assoluto", in cui le domande superano le risposte. Tuttavia, Vendola ha ribadito di non temere la sfida del federalismo, "ma - ha precisato - difenderemo con le unghie e con i denti gli interessi della Puglia e del Sud".

Dalle critiche del governatore non è stato risparmiato il ministro dell'economia, Giulio Tremonti che, nei giorni scorsi, aveva polemizzato a distanza con lo stesso Vendola, incolpandolo di dilapidare le risorse messe a disposizioni sulle iniziative culturali: colpa di una manovra che sottrarrebbe "ingenti risorse allo stato sociale e ai diritti dei cittadini", congelando il reddito di una parte del mondo del lavoro, senza alcuna idea propositiva sulla crescita.

Rizzi su Vendola: "Piace più agli industriali che ai lavoratori"

E arrivano i primi commenti alle linee programmatiche illustrate da Vendola, oggi davanti al consiglio regionale pugliese. Per Michele Rizzi di Alternativa comunista, già candidato presidente alla Regione Puglia, il discorso di Vendola si pone in continuità con il suo primo governo. Ma l'annotazione non ha una connotazione positiva: "Sulla sanità - dichiara - si confermano la ‘razionalizzazione' della spesa con i tagli dei mille posti letto e dei consultori pubblici ed il mantenimento del Piano Fitto, oltre alle ricche convenzioni ai privati ed il taglio di diversi ospedali pubblici come a Taranto, favorendo i privati".

"Per il lavoro - prosegue -, a parte ‘progettucoli' giovanili che non creano assolutamente occupazione stabile, non esiste un programma di reddito sociale per i disoccupati e tanto meno un piano contro la precarietà del lavoro. In sostanza, Vendola merita appieno i complimenti ricevuti dalla Marcegaglia al convegno di Vicenza per il suo impegno al fianco del padronato pugliese e non certo di lavoratori, precari e disoccupati pugliesi. E non basta polemizzare con il nefasto Governo Berlusconi".

Anche per questo, Rizzi ribadisce come lui e il suo partito restino "l'unica alternativa di sinistra e di opposizione al vendolismo", dalla parte "dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati", da organizzare in "Comitati contro la precarietà e i licenziamenti".


Marti: "Vendola, due ore di spot elettorale"
Arriva il commento anche del consigliere regionale del Pdl, Roberto Marti, che taccia il discorso di Vendola come uno "spot elettorale di due ore", ritenendolo inconcludente e "destinato a fare flop", in quanto "non si possono avere velleità da leader nazionale senza mai parlare di sviluppo e responsabilità in una stagione che a livello internazionale impone alla politica e alle classi dirigenti di riflettere e compiere scelte coraggiose".

"E' chiaro che a Vendola - spiega Marti - la Puglia interessa solo come trampolino di lancio per altri incarichi e per competizioni esterne alla Puglia e tutte interne alla sinistra, parla di temi immensi come la sfida energetica e ambientale con cui il mondo deve confrontarsi, mentre i Sindaci pugliesi gli chiedono conto di colpevoli e clamorosi ritardi sull'assegnazione dei finanziamenti per le Aree vaste; parla di un secondo Piano Casa regionale quando del primo non vi è traccia se non per le restrizioni che la Puglia ha inteso apporre alle occasioni offerte dal Piano Casa nazionale; parla di una politica sul sociale che il suo Governo avrebbe inaugurato, senza confessare che proprio il suo Governo ha tagliato 282 milioni di euro ai servizi sociali che erano destinati a Comuni e Province".

"Sono profondamente deluso - conclude - e credo che come me lo saranno tutti i cittadini pugliesi, specie quelli che, tra mille sacrifici e nonostante la crisi continuano a lavorare per lo sviluppo di questo territorio e si aspettano di essere aiutati e sostenuti dal Governo regionale".

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