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Ateneo, da Roma l'indagine interna e la Procura chiede proroga per l'inchiesta

Dopo la segnalazione fatta da Cgil sul presunto caso di "discriminazione" subito da De Pascalis ad opere dell'ex direttore generale Emilio Miccolis, arriva la risposta dal dipartimento Funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri

LECCE - Nuovi sviluppi nella querelle che oppone, intorno ad un caso di presunta discriminazione, il sindacalista della Cgil, Manfredi De Pascalis, e i vertici dell'Università del Salento: dal dipartimento della Funzione pubblica presso la presidenza del consiglio dei ministri arriva il via libera ad un'indagine interna mentre la Procura della Repubblica di Lecce ha richiesto la proroga della indagini.

De Pacalis è stato protagonista, insieme al collega della Uil, Tiziano Margiotta, di alcune registrazioni di conversazioni tenute con l'allora direttore generale Emilio Miccolis, che proverebbero le presunte pressioni subite dai sindacalisti e un tentativo di ammorbidire la loro posizione intransigente rispetto alla gestione dell'ateneo, è stato rimosso dal suo incarico nel mese di ottobre 2012.

Contestualmente il direttore Miccolis ha rassegnato le sue dimissioni, in virtù della pressione mediatica subita, per poi compiere un clamoroso dietro front nel tentativo di tornare a ricoprire quell'incarico temporaneamente affidato all'avvocato Claudia De Giorgi.

de pascalis-2Per quanto riguarda il trasferimento d' ufficio del sindacalista, invece, provvedimento disposto proprio da Miccolis, l'intera categoria sindacale della funzione pubblica Cgil ha fatto quadrato intorno al collega. Denunciando un caso di presunta "discriminazione" subita dal sindacalista "scomodo", vittima, a loro dire , di "una ritorsione, di un provvedimento volto a punire il proprio impegno per una gestione trasparente delle procedure concorsuali in ateneo". De Pascalis sarebbe stato colpito in modo particolare proprio in virtù di un esposto presentato presso la Procura della Repubblica, teso a far luce su queste dinamiche interne.

La vicenda del trasferimento non è destinata, però, a passare sotto gamba. L'interessato ha infatti deciso di rivolgersi direttamente al tribunale del Lavoro per chiedere il proprio reintegro. Ma si è mossa anche l'intera categoria sindacale attraverso una segnalazione inviata al dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri. Segnalazione in cui si reclama una presunta violazione della legge anti -corruzione, volta a proteggere i dipendenti pubblici che segnalano condotte illecite, da eventuali punizioni o comportamenti vessatori.

Emilio Miccolis-3La risposta pervenuta oggi ai sindacalisti, che reca la firma del vice prefetto, Cristina Pirro,  conferma "la rilevanza della vicenda" e informa che è stata avviata "una specifica indagine, al fine di verificare la regolarità della gestione amministrativa e contabile dell’ateneo, relativa ai fatti denunciati". Il tutto parallelamente al contenzioso avviato davanti all’autorità giudiziaria.

Prima della conclusione delle due iniziative legali, però, il dipartimento non potrà predisporre alcun tipo di intervento. Bisognerà quindi attendere almeno altri sei mesi: il tempo utile ad esaurire la proroga concessa dal Procura per la prosecuzione delle indagini preliminari riguardanti il caso Miccolis.

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