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DOPO LO STRAPPO DI ADRIANA CRESCONO LE INCERTEZZE

I commenti di Lisi e Tundo alle dimissioni della Poli, mentre l'Idv si dice pronto a collaborare col partito del Sud. Nessuna certezza al momento: la senatrice sonda il terreno e prepara le sue mosse

Non si arrestano le riflessioni politiche all'indomani della scelta della senatrice ed europarlamentare di An, Adriana Poli Bortone, di abbandonare il ruolo di coordinatrice regionale del proprio partito. Non che il fatto abbia propriamente rappresentato un fulmine a ciel sereno, anzi è stato il logico approdo di un travagliato gioco di forze, interno al Pdl, dove l'ex sindaco di Lecce ha scontato la leadership incontrastata dell'ala forzista, con la quale soprattutto recentemente era entrata più volte in contrasto soprattutto sul nodo candidature. Ma l'inizio del dissenso che ha aperto le porte allo strappo insanabile viene da lontano, da un periodo che avrebbe dovuto rappresentare un momento felice per tutto il centrodestra e, cioè, all'indomani dell'affermazione di massa che il Pdl aveva ottenuto alle ultime politiche, quando nelle fasi di formazione del nuovo governo Berlusconi l'eurolady era data in pole position per un ruolo da ministro.

La sera prima della composizione ufficiale della squadra di governo, la senatrice era a "Porta a porta", in forte odore di ministero. Il giorno dopo, il clamoroso colpo di scena: unico ministro pugliese l'ex governatore Raffaele Fitto e con ruoli da sottosegretario Alfredo Mantovano, l'avversario interno della Poli, e Antonio Bonfiglio. Ai più erano sfuggite le motivazioni di una così inattesa esclusione, ma in molti fedelissimi in An erano pronti a giurare che quell'estromissione fosse solo dovuta alla logica di veder candidata la senatrice alle regionali del 2010: l'unica voce nel deserto, che aveva provato a mezzo stampa a spiegare quell'epilogo era stato Mario De Cristofaro, uomo simbolo per anni della destra leccese, che prendendo spunto dalle vicende interne alla politica leccese, aveva prima invitato il sindaco Paolo Perrone, a smarcarsi dalla Poli per avere maggiore libertà di azione amministrativa e poi la stessa eurolady a farsi un po' da parte, per prepararsi una candidatura a Palazzo Celestini: nel suo intervento, De Cristofaro, infatti, sottolineava come l'esclusione della Poli dal governo fosse un chiaro segnale di debolezza e non di forza, motivo per cui l'unica strada da percorrere restava quella della provincia. A distanza di pochi mesi, quelle affermazioni appaiono persino "profetiche", visto che si è consumato in poco tempo un percorso di isolamento dell'ex sindaco di Lecce, che l'avrebbe comunque portata fuori da ogni incarico istituzionale nel Pdl, al di fuori di Palazzo Celestini.

Per la serie, prendere o lasciare, con tanti saluti ai sogni di gloria di una candidatura alle regionali e con un braccio di ferro accesissimo persino al comune di Lecce, dove il primo cittadino sembra aver preso da tempo le distanze da quella che tutti avevano indicato come la sua "balia". Il partito del Sud e l'idea di smarcarsi dal modello unico del Pdl, proponendo qualcosa di diverso ed impostando il tutto su logiche meridionaliste, hanno fatto il resto. Non è un mistero, del resto, che, dopo l'ultimatum di Ignazio La Russa, reggente di An, fosse pronto il commissariamento del coordinamento regionale del partito: Poli Bortone, da scaltra donna di politica, ha fiutato la mossa e ha giocato d'anticipo. E sebbene sia vero quello che molti in An sostengono, e cioè che la senatrice non ha comunque abbandonato il partito, appare meno credibile sostenere che lo strappo non sia insanabile: è certamente in atto una fase intermedia dove la senatrice sta ricercando sostenitori, pronti a seguirla in una nuova sfida.

Intanto, Ugo Lisi, responsabile della federazione An Lecce, interviene in merito alla vicenda, segnalando come "fantasiose ricostruzioni, prive di qualsiasi aggancio con la realtà dei fatti, le parole e le azioni politiche che vengono attribuite al sottoscritto all'indomani delle dimissioni da coordinatore regionale di An della Senatrice Adriana Poli Bortone. Educazione, stima, rispetto, correttezza e deontologia politiche - spiega Lisi -, insieme all'affetto personale, mi impongono, così come più volte ribadito a tutti gli operatori della comunicazione che mi hanno contattato in queste ore, di fermarmi a ragionare con la senatrice Poli Bortone e di scambiare con lei i nostri reciproci punti di vista. Fino ad allora non verrà pensata, assunta e comunicata alcuna iniziativa politica, tanto meno quelle che vengono ricondotte alla mia persona in merito alle vicende amministrative del comune di Lecce". Anche Roberto Tundo, dirigente nazionale di An, interviene in merito al "caso Poli", evidenziando come non sia "un mistero per nessuno che nel Parlamento, spesso gli interessi del Nord si contrappongono a quelli del Sud": "Era così - afferma - nel governo Prodi, lo è ancora nel governo Berlusconi. Da qui a dire, però, che occorre un movimento politico trasversale, una sorta di lega del Sud, ce ne corre. Anche perché, ad oggi, importanti segnali pongono il Mezzogiorno all'attenzione delle forze politiche di centro destra. La vicenda della nuova Alitalia, ad esempio, che non ha penalizzato Fiumicino per privilegiare Malpensa; la centralità dei problemi di Napoli fra le politiche del governo; il rafforzamento del ruolo di Roma capitale nell'assetto federale dello Stato".

Tundo sottolinea come la Puglia e il Salento siano abbondantemente rappresentati nel governo e si domanda: "Nonostante ciò la senatrice Poli …..si dimette. Solo per meridionalistiche questioni politiche?". Di diverso avviso il coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera, che non ci sta a rileggere la vicenda Poli in una sola logica di "poltrone", vedendoci il "chiaro effetto di difficoltà che vive il Pdl nel sud ed in Puglia a causa delle derive nordiste nelle politiche del centrodestra": "Lo scatto di orgoglio della Poli Bortone, di fatto, rappresenta il disagio forte - prosegue Zazzera - di chi da anni lavora sul campo, conoscendo bene le problematiche del Mezzogiorno, della Puglia e del Salento e vede il governo nazionale, che ha contribuito a far eleggere, appiattirsi sulle politiche nordiste di Bossi e della Lega, malgrado un ministro e un sottosegretario pugliesi. Ancora una volta si conferma l'irrilevante presenza del Ministro Fitto rispetto a problematiche che riguardano i fondi destinati al Mezzogiorno e che invece finiranno al Nord". "Auguro all'on. Poli Bortone - conclude Zazzera - buon viaggio anche rispetto ad un progetto come la Lega dal sud con cui noi dell'Idv siamo pronti ad un confronto chiaro, se fondato sulla politica del fare come risposta concreta alle problematiche del Mezzogiorno e del nostro Territorio. Se La Poli Bortone si muoverà in questa direzione troverà noi dell'Idv interlocutori interessati".

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