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E nasce il comitato "Bari non è il mio capoluogo"

Sarà battezzato venerdì a lecce dal candidato sindaco dei Socialpopolari De Cristofaro e dalla docente universitaria Dora Liuzzi. Tra gli obiettivi quello di rendere il Salento una Regione

E arrivò il comitato "Bari non è il mio capoluogo" a dirimere la diatriba fra la Confindustria leccese e il capogruppo dei Ds alla Regione, Antonio Maniglio. Venerdì alle 18 sarà presentato in conferenza stampa presso il comitato elettorale del candidato sindaco Mario De Cristofaro, in via Di Pettorano, numero 6. Intervreranno la docente universitaria Dora Liuzzi e De Cristofaro.

Fra gli obieetivi del comitato quello del Salento regione."La penisola salentina è culturalmente un'isola - spiega il presidente Salvatore Cristian Sturdà -. La regione non è infatti assolutamente assimilabile alla Puglia, sia dal punto di vista linguistico che da quello architettonico, sia negli usi che nei costumi; il tutto per sottolineare, ancora una volta, come per storia e tradizione la popolazione salentina sia lontana da quelle dei popoli di origine pugliese e rimarcando un senso di appartenenza troppe volte trascurato anche dagli amministratori salentini che siedono in quel di Bari". Il presidente lamenta una ripartizione delle risorse economiche a scapito del Salento, "a cui viene destinato per le infrastrutture complessivamente meno di un quarto dei denari destinati all'area barese. Il baricentrismo è ormai sotto gli occhi di tutti; basta vedere cosa sia accaduto con il bando per le tratte aeree internazionali, in cui l'area salentina finirà ancora una volta per essere mortificata, il tutto nonostante la crescente richiesta dei turisti di poter raggiungere facilmente il Salento".

E allora il comitato s'impegna a garantire la dignità morale, spirituale e le aspirazioni economiche e sociali del popolo salentino, rispettando le sue tradizioni di civiltà e di cultura e ispirandosi ai valori di libertà personale e di solidarietà, a tutelare i diritti dell'uomo e a stimolare esperienze culturali, politiche, capaci di rinnovare le istituzioni e di esprimere e sollecitare le potenzialità creative. L'associazione annuncia di configurarsi anche quale osservatorio permanente dei diritti dell'infanzia, della terza età e delle persone in svantaggio fisico e sociale, di gravi fenomeni sociali, quali la dispersione scolastica e il disagio giovanile.

"Durante i lavori dell'Assemblea Costituente- ricorda il socialpopolare De Cristofaro-, si discusse di fare della Puglia e del Salento due regioni diverse. Il tutto si concluse con un nulla di fatto a causa della ferma contrarietà da parte di alcuni politici molto influenti. Oggi, nonostante alcune timide prese di posizione provenienti quasi esclusivamente dall'ambito intellettuale, le aspirazioni dei salentini all'autonomia regionale sembrano ormai svanite. Recentemente, però, l'idea è stata riproposta da alcuni politici leccesi dell'area di centro-destra".

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