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Domenica, 28 Aprile 2024
Elezioni comunali 2012

Case & politica, il Pd presenta l'esposto: "Indecoroso governare così"

Formalizzata la denuncia a firma di Teresa Bellanova, Antonio Rotundo e Fabrizio Marra."Bisogna fermare la guerra tra poveri", ha dichiarato Loredana Capone. Riferimenti espliciti a passaggi di denaro e occupazioni abusive

LECCE - Non si erano lasciati bene, il 16 aprile, quando si erano dati appuntamento al secondo piano della Procura della Repubblica. Paolo Perrone da una parte, Teresa Bellanova e Antonio Rotundo dall'altra. Con il primo che aveva sollecitato gli avversari politici a presentare un esposto relativo all'accusa di gestione clientelare delle politiche abitative. E i secondi che, oggi, lo hanno "accontentato", depositando l'atto tramite il legale Stefano Prontera. 

"Quel giorno il sindaco ha commesso due errori - ha dichiarato la parlamentare -, il primo dei quali è consistito una mancanza di rispetto istituzionale perché un sindaco non convoca un deputato in tribunale: saremo pure dei nominati, ma in virtù di una legge di questo Paese. Il secondo è stato quello di pensare che noi lanciassimo la pietra per poi nascondere la mano e invece siamo qua, in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Intanto, però, chiediamo a Perrone di dare prima del voto le risposte dal punto di vista politico alle domande specifiche che abbiamo posto. E' vero che ci sono circa mille e 400 famiglie in attesa a fronte di una disponibilità di case pari a zero? E' vero che si passa dalla case parcheggio agli alloggi  solo in base ad una delibera"?

Il candidato sindaco del centrosinistra, Loredana Capone, ha dichiarato: "Non è la Procura che deve dare risposte all'esigenza di case e di diritti minimi,, ma il Comune. Il messaggio politico che emerge da questa vicenda è che non si può più tollerare una guerra tra poveri, costretti dal bisogno. Noi oggi vogliamo rompere questo cerchio perché è al suo interno che si alimentano le clientele, il malgoverno. Vogliamo dire che ci impegneremo a fare la graduatoria subito e che promuoveremo l’aggiornamento delle nuove graduatorie periodicamente in maniera tale da consentire l’emersione dei nuovi bisogni. Noi ci batteremo affinché a chi aspetta da anni, venga riconosciuto il proprio diritto, e lo faremo ponendo in essere un buon programma di edilizia residenziale pubblica".

Nelle 28 pagine dell'esposto, comprensive dell'elenco con 20 allegati documentali, si legge di abitazioni occupate abusivamente, di denunce presentate formalmente da privati cittadini sia presso la questura che direttamente al Prefetto, di passaggi di denaro tra inquilini in attesa di sistemazione sull'asse case parcheggio-alloggi popolari, di sopralluoghi presso le abitazioni effettuati alla presenza di due assessori della giunta (denuncia presso la questura del marzo 2009).

Il tutto, secondo gli scriventi, nella totale inerzia dell'amministrazione che, anzi, avrebbe proceduto all'assegnazione in maniera discrezionale tale da determinare una situazione paradossale per la quale - così recita quella stessa denuncia  - "le abitazioni di edilizia residenziale pubblica risultavano essere occupate, in buona parte, da persone che non ne avevano diritto o perché non inserite in graduatoria o perché non hanno mai presentato la relativa domanda o perché, ancora, hanno semplicemente occupato abusivamente le stesse". 

Nell'esposto (contro ignoti, è bene precisarlo, ndr), il Pd chiede ai magistrati di "procedere al sequestro di tutti i documenti presenti presso l'ufficio Politiche abitative ed Edilizia residenziale pubblica del Comune di Lecce" e annuncia di riservarsi la costituzione come parte civile nell'eventuale procedimento penale. Le persone indicate espressamente come persone informate dei fatti sono due. Per quanto riguarda l'aspetto politico, gli esponenti dell'opposizione hanno tracciato il quadro della situazione attuale: assenza del regolamento comunale per la case parcheggio, il ritardo clamoroso nella pubblicazione del nuovo bando, finalmente licenziato nell'aprile del 2010, dopo un'attesa di undici anni, senza che, perlatro, sia stata resa nota la graduatoria che - a norma di legge - dovrebbe essere aggiornata ogni due anni.

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