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Depuratore Ciccio Prete, dopo la riunione in Regione cambia poco

Si è svolta ieri, a Bari, un incontro di valutazione del sistema di depurazione, smaltimento e recapito finale dei reflui nelle città di Lecce e Surbo. Emerge al momento l'oggettiva impossibilità tecnica di un piano condiviso per raccordare gli impianti

VERNOLE - Si è svolta ieri, presso l’assessorato ai lavori pubblici della Regione Puglia, a Bari, la prevista riunione per trarre le conclusioni della situazione relativa al sistema di depurazione, smaltimento e recapito finale a “Ciccio Prete” dei reflui delle città di Lecce e Surbo e della loro zona industriale, con riferimento agli impianti realizzati negli anni da più soggetti pubblici su quella parte di territorio.

Alla riunione erano presenti Andrea Zotti, responsabile del servizio tutela delle acque della regione Puglia, Giuseppe Valentini, responsabile Aqp Lecce, i tecnici della società “Pura”, che cura in Puglia il sistema di depurazione dei reflui, il nuovo presidente dell’Asi, Angelo Tondo, con il responsabile tecnico Di Mitri, Mario Manna della provincia di Lecce, Antonio Bruno del consorzio di bonifica “Ugento e Li Foggi”, Luciano Mangia del competente ufficio tecnico del comune di Lecce, il sindaco di Vernole Mario Mangione, accompagnato dall’assessore ai lavori pubblici, Donato Corvino, e dal presidente del consiglio comunale, Antonio Pascali. L’obiettivo della riunione era quello di raccordare i vari impianti di depurazione, affinamento, trasporto e distribuzione in agricoltura e in industria dei reflui, realizzati dai vari soggetti istituzionali.

È bene, a riguardo, ricordare che la città di Lecce ha realizzato un depuratore, la condotta di trasporto delle acque fino a San Cataldo, un impianto di sollevamento e spinta dei reflui con una condotta sottomarina ad 1,5 km dalla costa; il consorzio Asi ha costruito un altro impianto di depurazione a servizio dei reflui della zona industriale di Lecce e realizzato, nella zona industriale di Lecce e Surbo, una rete per la distribuzione ai fini del riutilizzo in industria dei reflui comprensiva di due torrini di accumulo (il secondo dei quali ultimato soltanto da pochi mesi), ma che la rete, distante circa 10 km da luogo di ubicazione del depuratore, non è collegata all’impianto depurativo. Il consorzio di bonifica “Ugento e Li Foggi”, in area attigua ai due impianti di depurazione, ha costruito un impianto di affinamento dei reflui depurati che, però, non è mai andato in esercizio, oltre ad una condotta, interrata per circa12 km, con terminale una enorme vasca di accumulo ed una rete di distribuzione delle acque per il riutilizzo in agricoltura. Tutti questi impianti non hanno tra di essi alcuna forma di raccordo e coordinamento.

3[1]-6-3Scopo della riunione di Bari, a completamento della rilevazione degli impianti esistenti, era proprio quello di raccordare e mettere in esercizio i vari impianti per migliorare la qualità della depurazione, avviare il riutilizzo della acque ed evitare lo sversamento nel mare di San Cataldo. La Regione Puglia, nel merito, ha dichiarato la propria disponibilità ad esaminare favorevolmente eventuali progetti da parte degli enti interessati. I soggetti interessati hanno espresso la impossibilità tecnica a redigere i necessari progetti per realizzare un piano di raccordo dei vari impianti. Allo stato, dunque, la situazione non può che rimanere invariata.

”Dalla riunione di ieri - ha affermato il sindaco Mario Mangione -  è emersa, a mio sommesso giudizio, la scarsa maturazione del territorio sul problema reale del corretto sistema di depurazione e smaltimento dei reflui, le cui conseguenze gravano comunque, in gran parte, sulla comunità vernolese e sulla marina di San Cataldo”.

“Dopo aver con oggettiva – spiega - disponibilità posto la questione nei vari tavoli istituzionali competenti, devo prendere atto della realtà così come rilevata sul territorio, delle posizioni emerse nei vari incontri e delle difficoltà a perseguire gli obiettivi fissati. Sarà valutata con attenzione l’opportunità di dare corso alla richiesta, peraltro già avanzata sin dal 19 del mese di maggio scorso, di ristoro dei danni che la comunità vernolese patisce in conseguenza di tale situazione”.

 

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