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Domenica, 28 Aprile 2024
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Fonti rinnovabili: Puglia attende 4,5 milioni di euro

La Regione è in attesa di un finanziamento per le fonti rinnovabili, ma l'Udc prepara una proposta di legge per dire no alle mega centrali e intanto strizza l'occhio alla Cassa per il Mezzogiorno

BARI - Fonti rinnovabili: la Puglia attende 5,4milioni di euro. L'Udc, intanto, prepara una proposta di legge per tutelare il paesaggio e dire no alle mega centrali: ad annunciarlo è lo stesso capogruppo consiliare a Viale Capruzzi, Salvatore Negro, che esprime soddisfazione per la notizia dell'arrivo di 30 milioni di euro per finanziare interventi per energie rinnovabili e risparmio energetico nel Mezzogiorno, di cui 5,4 per la Puglia per progetti nel settore elettrico (fotovoltaico), stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico.

A tal proposito però, il Presidente dell'Udc ha sottolineato come in Puglia occorra una legge regionale per regolamentare l'installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nelle zone agricole. Per questo, alla ripresa dei lavori, il Gruppo dell'Udc presenterà una proposta di legge che vada in questo senso. Il Presidente Negro, si dice contrario all'installazione sul territorio di megacentrali, come quella fotovoltaica su 750 ettari di terreno che un'azienda tedesca vorrebbe impiantare in Puglia. "Siamo invece favorevoli a piccoli impianti - ha commentato - in quanto è nostro dovere salvaguardare il paesaggio e l'ambiente della Puglia dagli effetti negativi che tali impianti possono avere su un territorio che vede nel turismo la sua vocazione naturale".

La proposta di legge riprende una delibera di indirizzo in materia elaborata dalla Commissione Ambiente della Provincia di Lecce (presidente Nicolino Sticchi) e approvata dal Consiglio Provinciale nella scorsa consiliatura, alla cui stesura ha partecipato anche Salvatore Negro, all'epoca consigliere provinciale. La proposta prevede l'installazione di impianti fotovoltaici di piccole dimensioni in zone agricole che devono coprire una superficie complessiva ridotta in percentuale del territorio comunale (fatta eccezione per gli impianti di autoconsumo che non andrebbero computati nel limite). Dovrà anche essere stabilita la distanza tra impianti fotovoltaici non destinati all'autoconsumo in modo da evitare l'installazione di mega-impianti frazionati. Altra questione rilevante è quella degli oneri per lo smaltimento: la legge dovrà prevedere, per i proprietari degli impianti, un impegno a prestare polizza fideiussoria bancaria o assicurativa per lo smaltimento dei materiali e delle attrezzature di cui è composto l'impianto alla cessazione dell'attività; lo smaltimento dovrà avvenire in tempi brevi dalla data di fine attività.

In ogni caso le scelte delle amministrazioni dovranno tenere conto dei vincoli paesaggistici e di tutela ambientale: "Va scongiurato il rischio di una installazione selvaggia e senza regole di impianti fotovoltaici - ha commentato Negro - che comporterebbe come conseguenza danni irreversibili per il territorio già martoriato da scelte del passato che poco hanno tenuto in considerazione la tutela del paesaggio e dei beni artistici, architettonici e naturali della nostra regione. Ci chiediamo quale potrebbe essere l'impatto ambientale di una megacentrale installata su 750 ettari di terreno un mega mostro che si estenderebbe su una superficie pari a 1050 campi di calcio regolamentari e che certo contrasterebbe con la bellezza delle nostre campagne e delle nostre coste".

E sempre dall'Udc viene promossa l'idea di una nuova Cassa per il Mezzogiorno, così come sostenuto dal commissario provinciale, Salvatore Ruggeri: "Negli anni del dopo guerra - spiega - fu un'idea illuminata che permise al Sud agricolo ed arretrato di avviare un processo di industrializzazione e modernizzazione. E' vero poi che, per una serie di ragioni storiche, il Sud non ha potuto stare al passo con i tempi e con il resto dell'Italia, ma quell'intervento straordinario predisposto dal Governo De Gasperi ha permesso negli anni la nascita di una classe politica ed imprenditoriale più matura, ed ha permesso al territorio di sviluppare allo stesso tempo potenzialità in tutti i settori della ricerca e della moderna economia".

Per Ruggeri, l'idea di una legislazione speciale, di carattere finanziario a favore del Sud, permetterebbe oggi alla classe politica ed imprenditoriale "di affrontare le sfide della moderna economia, di riallinearsi al resto del Paese e di sviluppare le proprie potenzialità, mortificate proprio dall'assenza di mezzi e risorse economiche che non gli permettono di esprimersi".

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