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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica Otranto

Il sindaco: “Nessuna possibilità che il centro torni permanente”

Luciano Cariddi, primo cittadino di Otranto, esclude ogni possibilità di mutazione dello stato del "don Tonino Bello": "L'immobile è di nostra proprietà ed ha anche altre funzioni culturali". Ma ricorda le difficoltà di gestione

OTRANTO - “Non c’è alcuna possibilità che il don Tonino Bello torni a svolgere funzione di centro permanente”: il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, è categorico e perentorio, quando risponde alla domanda di rito sulle indiscrezioni filtrate in queste ore, circa un cambiamento dello “status” della struttura cittadina.

“Dovremmo essere i primi a ricevere informazione – spiega – in quanto quello resta un immobile di proprietà comunale, che noi stessi abbiamo voluto mettere a disposizione per permettere che le persone bisognose, sbarcate sulle nostre coste, fossero rifocillate e ricevessero l’assistenza sanitaria dovuta”. Per Cariddi, sarebbe “contraddittorio” un ripensamento rispetto a quanto avvenuto nel 2005, quando si decide la chiusura del centro di accoglienza.

Del resto, anche gli accordi stretti nello specifico protocollo firmato in Prefettura hanno chiarito il ruolo da dare al “don Tonino Bello”: “Tra l’altro – precisa- è impensabile che il centro cambi la sua destinazione d’uso, essendoci ampia parte del plesso destinata alle attività di alcune importanti realtà associative del luogo, che stanno mettendo in campo una straordinaria vitalità. Senza dimenticare poi la sala convegni, ospitata all’interno”.

E se dalla Prefettura o dal Ministero degli Interni dovesse arrivare la richiesta di trasformare la struttura in centro permanente, come si porrebbe il Comune? “Continuo a ritenere improponibile l’idea per le ragioni proposte – asserisce Cariddi -, e, comunque sia, dovremmo essere parte attiva in questa discussione. Resto della convinzione che, a rigor di legge, non possa essere mutato lo stato del plesso”.

Però, i problemi e le carenze esistono e, in più di un’occasione, anche il Comune di Otranto ha lamentato la situazione emergenziale: “A noi erano affidati i compiti di un primo presidio di ristoro e di ospitalità degli immigrati tra le mura dell'ex centro di accoglienza. Tuttavia, abbiamo spesso verificato di dover fare i conti con la gestione amministrativa dell’emergenza, che non era di nostra competenza. In tal senso, dobbiamo valutare meglio come garantire nell’autonomia delle rispettive competenze un migliore coordinamento logistico della primissima accoglienza e delle fasi successive. Ma mi sento di escludere ogni variazione di status del centro”.

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