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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Anno giudiziario. "Buffa come Grillo", scintille con Mantovano

L'ex sottosegretario all'Interno polemizza con il presidente della Corte d'appello definendo il suo intervento degno di un comizio del comico genovese, dopo il ringraziamento a Napolitano "per aver liberato il Paese da un incubo"

 

LECCE – “Al Presidente della Repubblica, in occasione di questa cerimonia, rivolgo un rispettoso saluto e il ringraziamento di cittadino ma anche di giudice, per averci allontanati dal precipizio verso il quale inconsciamente marciavamo, per averci tirato fuori dalla palude, per averci fatto svegliare da una sorta di incubo”. Si apre con un preciso riferimento alla vita politica e alla caduta del Governo Berlusconi il lungo intervento con cui il presidente della Corte d'appello, Mario Buffa, ha dato il via all'inaugurazione dell'anno giudiziario nell’aula magna del palazzo di giustizia di Lecce. Un attacco che l’ex sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, non ha gradito: “Più che una relazione da inaugurazione di anno giudiziario sembra un comizio in stile Beppe Grillo in cui si è attaccato il precedente Governo senza sottolineare quanto di buono è stato fatto”.

“Tutta la relazione – prosegue l’onorevole Mantovano – è costellata da quest’ossessione anti berlusconiana in assenza di Berlusconi. Un giudice dovrebbe occuparsi dalle leggi emanate e non di quelle da fare”. Diversa la posizione del senatore Alberto Maritati: “Quello dell’onorevole Mantovano è un giudizio sbagliato e ingeneroso. Il nostro è un Paese democratico, e anche i magistrati hanno il diritto di criticare”.

Al di là della polemica politica, nelle oltre trenta pagine di relazione il presidente Buffa ha scandagliato i mali di una giustizia che “non funziona anzi che funziona male, perché non riesce ad assicurare tempi ragionevoli per la definizione dei processi”. D’altro canto quello dei lunghi tempi processuali è da sempre uno punti deboli della giustizia nostrana come dimostra la crescente “richiesta di indennizzo per la ritardata definizione dei processi che aggroviglia sempre di più la situazione della giustizia civile”. Evidente il richiamo alle carenze di organico presenti nella magistratura e nel personale amministrativo “da sempre numericamente insufficiente, che si assottiglia sempre di più perché i vuoti determinati dai pensionamenti non vengono coperti”. Un altro grande male della giustizia, sottolinea il presidente, sono le mancate riforme: “Per il penale, che nessuna delle riforme in cantiere sia arrivata a compimento è una vera fortuna. Si trattava di pseudo riforme che non puntavano affatto a un risultato di giustizia, ma a soddisfare solo esigenze personali”.

Apre l'anno giudiziario, ed è polemica

A distanza di un anno Buffa torna a occuparsi della querelle dei palazzi di via Brenta, sede del polo della giustizia civile leccese: “Si è chiusa finalmente la telenovela. L’amministrazione comunale ha raggiunto un accordo con l’ente proprietario dei palazzi che le ha permesso di liberarsi, grazie alla determinazione del sindaco Perrone, degli insopportabili oneri economici che irragionevolmente erano stati assunti con la stipula di un contratto di leasing”. Una vicenda per cui, è bene ricordarlo, si sta celebrando un processo dinanzi ai giudici del Tribunale penale di Lecce. Nella relazione si analizzano poi i nodi cruciali che accomunano la vita sociale al mondo della giustizia: criminalità, immigrazione e sovraffollamento delle carceri.

Significativo l’intervento del rappresentante del Consiglio superiore della magistratura, Roberto Rossi, che ha ricordato come “l’essenza stessa dell’essere giudici sia l’indipendenza. Senza indipendenza non è possibile la tutela dei cittadini”. Il procuratore generale Giuseppe Vignola ha ricordato i successi ottenuti da magistratura e forze dell’ordine nei temi caldi una terra, il Salento, che deve combattere contro le infiltrazioni criminali in settori come l’ambiente, la cosiddetta green economy, il commercio e lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. L’unico rappresentante dell’avvocatura, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Luigi Rella, dopo aver letto un comunicato per spiegare i motivi della protesta del mondo forense, ha abbandonato l’aula.

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