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Domenica, 28 Aprile 2024
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C'è anche Vendola tra gli indagati eccellenti nell'inchiesta sul disastro Ilva

Il governatore regionale, insieme a Fratoianni, Nicastro, Assennato e il sindaco di Taranto Stefàno tra i 53 nomi entrati nell'inchiesta: la politica, da destra a sinistra commenta, mentre Legambiente si costituirà parte civile

Taranto - Indagati eccellenti nell'inchiesta sul disastro ambientale all'Ilva di Taranto, a partire dal governatore regionale pugliese, Nichi Vendola. Sono 53 gli indagati totali, tra cui dirigenti, funzionari e politici: tra i nomi illustri, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, l’ex assessore regionale alle Politiche giovanili e attuale deputato di Sel Nicola Fratoianni, l'attuale assessore regionale all’Ambiente ed ex magistrato Lorenzo Nicastro (Idv), il consigliere regionale del Pd Donato Pentassuglia e il dg dell’Arpa Giorgio Assennato.

E sulla chiusura delle indagini arrivano i primi commenti politici. Sergio Blasi, segretario regionale del Pd, dichiara: “Ho fiducia nella magistratura e nell’importante lavoro che in questi anni sta conducendo a Taranto nella vicenda Ilva. Ho fiducia nel fatto che il presidente Vendola, l’assessore Nicastro e il consigliere Pentassuglia sapranno chiarire tutti i fatti contestati e potranno velocemente recuperare la serenità necessaria per continuare a governare la Puglia. Ho fiducia anche nel fatto che i funzionari coinvolti nell’inchiesta sapranno dimostrare che il proprio comportamento sia stato improntato alla tutela degli interessi dei cittadini".

"In Puglia - prosegue - in questi anni è stata operata una svolta reale sui temi della sostenibilità ambientale delle attività industriali ed è stato portato a maturazione un sentimento d’amore per il territorio, la cui tutela è diventata allo stesso tempo ragione di sviluppo. Questa è stata, ed è, la politica della Regione Puglia guidata da Vendola alla quale il Pd ha contribuito, e contribuisce, in maniera determinate. A chi dal centrodestra si dichiara garantista ma appare pronto allo sciacallaggio su un avviso di conclusione delle indagini, ricordo che nel momento in cui il centrosinistra aveva il coraggio di approvare la prima legge anti-diossina in Italia, loro erano dall’altro lato della barricata. A Bari e a Roma, dove il ministro Prestigiacomo impugnò la stessa legge”.

Dal fronte del centrodestra, parla Saverio Congedo: "Auspico per lo spirito garantista che mi caratterizza - ma non solo per questo - che le persone coinvolte a cominciare dal Presidente Vendola possano chiarire la loro posizione dinanzi ai Magistrati, di certo la questione assume risvolti inquietanti trattandosi di un’indagine per concussione che interessa 50 indagati fra cui significativi rappresentanti del Governo regionale. Sarà la Magistratura, speriamo quanto prima, a fare piena luce sulla vicenda, in questa fase mi limito a sottolineare come l’atteggiamento buonista e autoassolutorio di Vendola e del centrosinistra sia molto lontano dall’indignazione al limite dallo straccio delle vesta mostrato in situazioni analoghe in cui coinvolti erano i loro avversari politici".

Interviene nel dibattito anche Legambiente Puglia: «Apprezziamo il lavoro della magistratura - dichiarano Francesco Tarantini e Lunetta Franco - e annunciamo sin da ora che ci costituiremo parte civile nel processo. Possiamo dirci soddisfatti del lavoro svolto dalla magistratura tarantina che oggi porta a termine una lunga indagine capace di far luce su una serie di comportamenti lesivi per l’ambiente e che hanno determinato conseguenze non di poco conto sulla salute dei cittadini. Con questo provvedimento si chiude un ciclo e Legambiente, da sempre in prima linea sul fronte dell’Ilva, annuncia sin da ora la costituzione di parte civile nel processo contro il colosso siderurgico. L’associazione lo farà in nome e per conto di un popolo ‘inquinato’ che è stanco di essere ostaggio della propria città».

Teresa Bellanova, deputata del Pd, sposta l'attenzione sull'inadeguatezza dell’azienda a tutelare la salute dei suoi operai: "Se alle quindici persone che questa mattina sono risultate colpite da intossicazione per avere inalato fumi sprigionatisi dalla Siviera di emergenza della colata  caldo dell’Acciaieria 1, aggiungiamo i sei operai che solo dieci giorni fa sono rimasti intossicati mentre lavoravano nello stesso reparto, comprendiamo come la situazione interna all’Acciaieria sia drammaticamente insostenibile”.

 “Non sono poche”, rimarca la parlamentare, “le interrogazioni rivolte al Governo in questi mesi, insieme ai colleghi Capone e Mariano, per sottolineare le condizioni in cui sono costretti i lavoratori. E’ necessario verificare il modo in cui l’Azienda sta procedendo all’attuazione dell’Autorizzazione integrale ambientale, e del modo in cui si stanno conducendo gli interventi di risanamento. Già in giugno erano stati annunciati i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, che gli operai dicono non essere mai stati avviati. Tornerò a chiedere al Governo, come a tutte le Istituzioni, di fare con intransigenza la propria parte, perché la salute dei lavoratori e la tutela ambientale sono questioni non negoziabili, ed è bene che questo sia chiaro a tutti”.

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