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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Isolamento treni: ancora allerta sulla frana lenta

Contnua a fratturarsi la montagna interessata dalla frana, che ha isolato la Puglia, al confine con la Campania. Ieri, anche Vendola, sui luoghi del disagio, ma le colpe sono di tutta la politica

BARI - Montaguto e la frana lenta: anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ieri ha visitato i luoghi dell'immobilismo del meridione, quell'immagine che è metafora viva dell'isolamento di un Sud, che, invece, meriterebbe attenzione. Nella valle del Cervaro, il livello di allerta non si è abbassato, perché la montagna, dai 900 metri continua a fratturarsi.

Vendola, nell'avellinese, non ha risparmiato critiche all'ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, con cui i rapporti non sono mai stati idilliaci: il governatore pugliese ha rivelato che da almeno tre anni aveva segnalato il rischio di frana al collega campano, rimanendo inascoltato. Del resto, la gestione, dalla prima dichiarazione di emergenza, datata quattro anni fa, ha lasciato alquanto a desiderare: e questo è sotto gli occhi di tutti. Ecco perché Vendola ha chiesto e continua a chiedere insistentemente collaborazione al neo eletto presidente della Regione, Stefano Caldoro, collaborazione ed intesa per soluzioni rapide dei problemi in corso. Vendola, accompagnato dall'assessore Amati ha incontrato gli uomini impegnati nei quattro cantieri e i sindaci dell'area, mentre un centinaio di guastatori del Genio militare di Foggia hanno piantato il loro campo a poche decine di metri dalla frana, nella zona artigianale.

Ma ciò che più angoscia gli abitanti di Montaguto e i tanti che oggi vivono il disagio dell'isolamento è la consapevolezza sempre più crescente che da quattro anni sia la Campania, sia il governo, sia la Protezione civile conoscevano bene lo stato delle cose, così come anche la Regione Puglia, debitamente avvertita dei rischi di frana in quell'area. Tutti sapevano, ma chissà poi il perché si sia intervenuto solo a disastro avvenuto e peraltro con una lentezza impressionante. Anche la statale 90 era chiusa da quatto anni. Ma evidentemente la politica dormiva e, come al solito, si indigna a scoppio ritardato.

Poli Bortone: "Qualcuno ha voluto speculare sull'emergenza?"

Proprio in merito a quest'ultima osservazione, interviene la senatrice, Adriana Poli Bortone, che rileva come il Sud sia sempre "più lontano ed isolato", sottolineando come dinanzi al disagio di Montaguto, il Governo sia stato "in parte sordo ed ha temporeggiato, portando a rendere questa situazione già grave una vera e propria emergenza": "Eppure - precisa la Poli -, lo stato disastroso della strada statale 90 che collega la Puglia alla Campania si conosceva già da tempo, da anni. Si è dovuto prima attendere il peggio per poi cercare, ma sempre con calma quasi serafica di porre rimedio ad una situazione su cui bisognava intervenire da tempo, da anni".

Per la responsabile di Io Sud, sorge un spontaneo un sospetto, ossia "che si sia voluto lucrare sull'emergenza, per renderla tale prima di intervenire": "La considerazione dal sapore acre - spiega - è che ancora una volta quando un bisogno o un'emergenza riguarda il Mezzogiorno d'Italia, il Governo cerca di porre rimedio sempre a scoppio ritardato. Se una simile emergenza avesse riguardato il Nord, credo il Governo si sarebbe attivato con celerità e tempestività. E intanto i pendolari che devono raggiungere la capitale partendo da Lecce o dalle province del Salento sono costretti ad effettuare una vera e propria odissea prima di giungere a Roma. E' una vergogna che non dovrebbe neppure toccare un Paese come l'Italia".

"A questa vergogna che provo personalmente da cittadina del Sud ed orgogliosamente fiera di essere terrona - prosegue -, si unisce il rammarico in qualità di senatrice per aver più volte sollecitato con due interrogazioni parlamentari, una del 23 marzo a pochi giorni dal blocco della tratta ferroviaria Foggia Benevento, e una datata 14 aprile nelle quali chiedevo di sapere se il Governo tramite il Ministero competente non ritenesse opportuno scorporare dai 38 milioni di euro stanziati con le risorse del Fas i fondi necessari al ripristino del tratto in questione e se non si ritenesse opportuno l'istituzione ad hoc di un bonus per la riduzione del costo del biglietto del 50%".

La Poli spiega come la risposta da parte del Governo "non c'è stata", con un "silenzio assordante sulla somma da scorporare dai fondi Fas": "Mi auguro a questo punto - conclude la senatrice - che presto la gente di questa terra possa tornare ad avere un collegamento decente con la capitale e che il Sud non continui a dover sempre sacrificarsi ed aspettare con pazienza che qualcosa cambi. Mi domando perché bisogna arrivare sempre ad alzare le barricate per difendere i propri diritti, diritti uguali sulla Carta in ogni parte d' Italia, nei fatti diversi tra Nord e Sud. Esistono forse dei diritti di minor rilevanza, e quelli del Sud, sono classificabili tra questi? E' una situazione che non si può tollerare a lungo".

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