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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Macculi: "La differenziata è necessaria, ma costosa"

L'assessore al Bilancio sgombra il campo dai giudizi sulla raccolta differenziata: "La prevede la legge, ma è un errore dire che fa risparmiare. Spieghino ai cittadini perché le tasse aumentano"

LECCE - Basta chiacchiere ed annunci sensazionali sulla raccolta differenziata. L'assessore provinciale, Silvano Macculi, nonché presidente Ato Le 2, coadiuvato da Gianni Garrisi, responsabile dell'Ato Le 1, sul tema del ciclo dei rifiuti chiede che si faccia chiarezza una volta per tutte. In una conferenza stampa, a Palazzo Adorno, il responsabile del bilancio di Palazzo dei Celestini, affronta il delicato tema dell'emergenza rifiuti e torna sulla problematica degli impianti e dei costi. E invia cinque consigli al presidente Vendola come cartolina per una più efficiente gestione del sistema.

La notizia del giorno è l'emergenza scongiurata, dopo i problemi di queste settimane all'impianto di Cavallino, grazie al lavoro intenso del comitato di coordinamento, creato in provincia di Lecce, che ha saputo tenere sotto controllo la situazione, raggiungendo un accordo con la gestione degli impianti, che resteranno aperti anche la domenica. Per domani, inoltre, è previsto un doppio incontro: in provincia, con i comuni rivieraschi, per incentivare la raccolta dei rifiuti notturna e migliorare i tempi del traffico negli impianti; in Regione, poi appuntamento con i funzionari, "perché - come spiega Macculi - la parte politica non c'è", per definire meglio gli oneri da trasferire alle Ato, per avere risorse per la gestione delle emergenze. Inoltre, nelle scorse ore, c'è stata una riunione in prefettura, con i 40 sindaci inadempienti, per chiedere che ognuno faccia la sua parte nel complesso sistema del ciclo rifiuti: una mediazione, che ha scongiurato anche lo sciopero degli operai delle ditte, annunciato per domani.

"Si faccia chiarezza sulla differenziata: è necessaria, ma costa di più"
Il rifiuto da problema a risorsa: negli slogan, negli annunci e negli obiettivi, la politica sembra condividere questa idea. Ma Macculi chiede che si vada oltre la retorica e si facciano i conti con i numeri reali. E così l'assessore tiene un piccolo riassunto su quanto avvenuto negli ultimi anni nel ciclo rifiuti: prima il 100% di quanto raccolto finiva in discarica, mentre oggi fino al 40% viene recuperato attraverso la raccolta differenziata. Ma tutto ha un costo. E a conti fatti, il risparmio non si vede.

Macculi fa l'esempio del vetro, che viene recuperato e consegnato ai consorzi di filiera, che lo acquistano fornendo un'effettiva entrata: "Ma quel guadagno - afferma -, però, và confrontato con le spese: quanti uomini in più impieghiamo con la raccolta differenziata porta a porta anziché un solo camion, che aveva autista e operaio? Quanti uomini in più servono per la raccolta, quanto incidono questi costi, quanto davvero recuperiamo? Sgomberiamo il campo da alcune idee irreali: la differenziata comporta maggiori onere, con un aumento di costi circa del 40%, a causa di trasporti, automezzi, ed operai in più".

L'assessore quantifica anche i costi dello smaltimento di una tonnellata di rifiuti indifferenziati, evidenziando come, nel 2005, a Poggiardo costasse 24 euro, a Nardò, nel 2006, 38 euro, mentre a Cavallino e Ugento, circa 50. Oggi il totale, nei vari passaggi della tonnellata di indifferenziata (selezioni alla biostabilizzazione, scaricata al servizio soccorso per l'umido e cdr per il secco) varia dai 100 ai 110 euro, con un costo che in pochi anni è più che raddoppiato.

Per Macculi, è sotto gli occhi di tutti che il costo di raccolta sia aumentato come quello del trattamento: dove si risparmia? Sulla bonifica di discariche, che permette di avere un ambiente migliore, ma quel risparmio "non và a favore delle cartelle esattoriali dei cittadini". Anche sulla questione degli impianti di compostaggio, l'assessore invita i consiglieri regionali a fare le leggi che servono, commissionando uno studio sul reale mercato del settore, ossia confrontarsi con la realtà, visto che bastano pochi anni per vedere importanti cambiamenti che cancellano certezze acquisite.

C'è, inoltre, il problema dell'impiantistica, a cui manca l'impianto che tratti l'umido: "Per essere concreti - dichiara -, quando nel 2005 è stato modificato il piano rifiuti, andavano previsti almeno 15 impianti di compostaggio, uno per ogni Ato. Ma gli impianti non furono né previsti né finanziati. Ed ecco perché fin da allora giudicammo quel piano non coerente e con l'obiettivo del 55% di differenziato non raggiungibile. L'obiettivo è raggiungere quella percentuale, ma nessuno guarda ai costi. Noi, da amministratori lo facciamo. Per questo, non eseguiremo così passivamente quello che ci viene imposto, ma chiediamo di essere parte attiva per stabilire cosa sia realmente necessario fare".

"Il problema - prosegue Macculi - è che non viene detta la verità. La raccolta differenziata costa. Poi siccome ce lo impone la legge, và fatta. È da tempo che dico all'assessore regionale di cambiare la campagna pubblicitaria di comunicazione, perché non è possibile che si paghino fior di quattrini (sembrerebbe 700mila euro) a Lino Banfi, per dire ‘Differenzia che risparmi', quando, in realtà, i poveri sindaci devono vedersi inseguiti dai cittadini, perché questi pur facendo la differenziata ed applicando le regole, poi sono costretti ad aumentare la tassa. Gli stessi cittadini si chiedono perché aumenta la bolletta, se differenziare conviene?".

L'assessore ricorda di aver fatto a lungo una campagna presso la regione per chiedere di utilizzare i fondi 2007-13 per ripubblicizzare gli impianti di lavorazione dei rifiuti ed arrivare al contenimento dei costi: "Paradossalmente - puntualizza - vengono messi sotto accusa i comuni e le Ato, che, nella realtà sono avanti. Circa il 50% dei comuni salentini sono a livelli di raccolta differenziata molto alta (oscillano tra il 20 e il 30%), con una media totale del 18-19%. I comuni dell'Ato Le 2 sono vicini al 30%, ma poiché i nostri impianti sono già coperti dobbiamo portare una quota dei rifiuti a Modugno. Pertanto oggi siamo anche costretti a frenare quei comuni che non differenziano, perché l'avvio creerebbe problemi a loro e al sistema. Abbiamo chiesto agli imprenditori di realizzare nuovi impianti, insomma, stiamo programmando: ed era esattamente ciò che andava fatto dalla Regione".

Bacchettate al Pd e i cinque consigli a Vendola
E proprio sull'atteggiamento della politica, Macculi stigmatizza il comportamento del Pd, che "anziché collaborare", trova il tempo di "definirci classe digerente e non dirigente": "Anche ieri qualcuno - dichiara - ha nuovamente affermato che la differenziata risolverà tutti i problemi. Per quanto espresso prima, ho dimostrato che la questione è ben più complessa: c'è chi lavora e lo fa in silenzio, con intensità. C'è chi, invece, chiacchiera sui giornali, andando spesso fuori tema".

E nell'ottica "costruttiva", Macculi suggerisce cinque consigli per il commissario straordinario per i rifiuti, Nichi Vendola: "Adempiere agli impegni assunti con le Ato salentine - dichiara - versando i circa 10milioni di euro per i maggiori oneri sostenuti dai comuni per fronteggiare le emergenze. Riunire al più presto la commissione ambiente per decidere, coinvolgendo Anci, Upi, e Asso Ato, se mantenere o sopprimere le Ato, e, in ogni caso, stabilire le competenze di ogni ente. Completare il collaudo degli impianti e trasferire tutta la documentazione completa alle province".

E, inoltre, "prendere atto che il piano Vendola del dicembre 2005, se piano Vendola si può chiamare, visto che era il piano Fitto dimezzato, con il taglio dei termovalorizzatori ed il raggiungimento dell'utopistico obiettivo del 55%, è fallito; progettare, quindi, un nuovo piano reale e non illusionistico". Infine, per Macculi "il presidente Vendola deve decidere se intende occuparsi in questo secondo mandato del problema rifiuti, o se farsi da parte e cedere l'incarico al Prefetto di Bari, come accaduto dal 97 al 2000. La questione merita una figura che dia il 90% del proprio tempo al problema. A noi sembra che già fatichi a fare il presidente della Regione, perché lanciato sul fronte politico nazionale; figuriamoci se possa fare anche il commissario".

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