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Domenica, 28 Aprile 2024
Il nodo sulla incandidabilità / Squinzano

Nessun impedimento per candidatura di Marra. Corte d’Appello respinge reclamo

Confermato l’orientamento dei giudici del Tribunale civile che hanno rigettato il ricorso promosso dal ministero dell’Interno. L’ex sindaco ritenuto estraneo ai motivi dello scioglimento del consiglio comunale per presunte infiltrazioni

SQUINZANO – Nessun impedimento ad una eventuale ricandidatura dell’ex sindaco di Squinzano, Gianni Marra, nella prossima tornata elettorale: è stata infatti pubblicata in questi giorni la decisione dei giudici della Corte d’Apello di Lecce che hanno respinto il reclamo proposto dal ministero dell'Interno ai fini del riconoscimento delle circostanze di incandidabilità del massimo amministratore comunale a causa dello scioglimento del Comune di Squinzano per presunte infiltrazioni mafiose.

Già in primo grado, nell’aprile dello scorso anno, i giudici della prima sezione del tribunale civile, presidente Piera Portaluri, accogliendo le tesi del legale dell’ex primo cittadino, l’avvocato Paolo Gaballo, avevano  rigettato il ricorso promosso nei suoi confronti dal ministero dell’Interno, ritenendolo estraneo ai motivi dello scioglimento del consiglio comunale.     

Il Ministero, tuttavia, aveva proposto reclamo rispetto a quel pronunciamento dinanzi alla Corte di Appello, chiedendo la riforma della decisione del tribunale. Ma la sentenza pubblicata in queste ore da parte dei giudici della Corte D’Appello (presidente Riccardo Mele) ha confermato ancora una volta le tesi dell’avvocato Gaballo. Pertanto il reclamo del ministero è stato respinto e quindi viene confermata l’estraneità dell’ex sindaco Marra a tutti gli addebiti contestati e lo stesso ministero è stato condannato a pagare le spese di lite per oltre sette mila euro.

I fatti partono dal 2021, a seguito delle dimissioni dei consiglieri comunali e del subentro della commissione d’indagine nominata dal prefetto di Lecce per accertare i possibili condizionamenti dell’organo amministrativo da parte della criminalità.

Contestualmente, a seguito dello scioglimento del consiglio comunale, il ministero dell’Interno instaurava dinanzi al tribunale di Lecce l’azione di incandidabilità nei confronti dell’allora sindaco,  Gianni Marra, eletto nel 2018.

L’ex sindaco si difendeva in giudizio con l’avvocato Paolo Gaballo, il quale deduceva l’inammissibilità e l’infondatezza dell’azione del ministero, in quanto non solo il primo cittadino  era da considerarsi “totalmente estraneo a tutti gli addebiti che gli venivano contestati”, ma, anzi, aveva risolto problematiche ereditate dalle precedenti amministrazioni, come provato dalla copiosa documentazione che veniva a tal fine prodotta in giudizio.

Nell’aprile del 2022, come detto, il collegio del tribunale di Lecce, accogliendo le tesi difensive del legale Paolo Gaballo, rigettava il ricorso nei confronti dell’ex amminitratore di Squinzano ritenendo insussistente ogni addebito che gli veniva contestato. Il ministero, tuttavia, proponeva reclamo dinanzi alla Corte di Appello di Lecce, chiedendo la riforma della decisione del tribunale.

Le motivazioni della nuova sentenza

Ieri è stata pubblicata la decisione: la prima sezione della Corte di Appello accogliendo sempre le tesi difensive dell’avvocato Gaballo, ha rigettato il reclamo del ministero, ritenendolo infondato nel merito.

Particolarmente significativi, secondo il legale, sono alcuni passaggi della sentenza dove la Corte di Appello accerta l’attribuzione ad altri amministratori locali di taluni addebiti mossi al Marra e l’estraneità di quest’ultimo a tutte le altre contestazioni nei suoi confronti.

“Il ministero non ha dimostrato, con argomenti logici, che la concreta applicazione dei criteri richiamati, all’interno di un diverso percorso valutativo, avrebbe imposto conclusioni diverse, attestando la responsabilità (per dolo o anche solo per colpa) dell’ex sindaco Marra in relazione a condotte commissive o anche solo omissive a lui personalmente riferibili e che avrebbero potuto consentire di addebitargli le vicende oggetto di accertamento” si legge in un passaggio della sentenza.  

E ancora: “vi è la mancanza di riferimenti fattuali ad eventuali condotte commissive od omissive attribuibili al Marra, neanche indirettamente evincibili dalle vicende rappresentate”. Si sottolinea anche che su una vicenda specifica contestata “tale episodio evoca, semmai, l’interessamento di un altro amministratore” e  che “l’argomento speso dal ministero è meramente congetturale”. Il doppio provvedimento di rigetto dei giudici evidenzia come “il ministero reclamante ha omesso di fare i conti con la ampia ricognizione critica degli elementi di valutazione acquisiti agli atti operata dal tribunale, limitandosi a riproporre apoditticamente le tesi efficacemente, nonché condivisibilmente, disattese dall’impegno dispiegato dal tribunale, ed a proporre argomenti privi di linearità dimostrativa”.

Soddisfazione per l’esito del giudizio è stata espressa dall’ex primo cittadino di Squinzano. “Basta con questo accanimento” commenta Marra, “anche la Corte d'Appello ha confermato, senza mezzi termini, la mia non colpevolezza nello scioglimento del consiglio comunale. La procura della Repubblica e la Corte d'Appello hanno, inoltre, ribadito la mia completa estraneità ai fatti contestati e che le vicende esaminate non riguardano la mia amministrazione, in particolare la graduatoria delle case popolari, oggetto di un esposto del presidente della Regione Emiliano, nel periodo in cui il sottoscritto non era neanche consigliere comunale, che ha dato il via a tutto l'iter che poi ha portato allo scioglimento del consiglio comunale”.

“Tengo a ringraziare tutti i cittadini che hanno creduto sempre nella mia onestà, la mia famiglia e tutti gli amici che non mi hanno mai fatto mancare il loro conforto nei momenti difficili” conclude Marra, “ringrazio l'avvocato Gaballo, un grande professionista, che con sagacia ha saputo far emergere tutta la verità, così come ribadisco la mia completa fiducia nella magistratura”.

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