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Neurochirurgia, l'Asl spegne le polemiche sulla nomina del nuovo primario

Il direttore generale Mellone era stato additato di aver stravolto la graduatoria da alcuni esponenti del centrodestra regionale. La scelta ricaduta sul terzo indicato dalla commissione. Ma la scelta è dovuta alle sue specializzazioni: interventi di Parkinson, tumori spinali, colonna vertebrale

LECCE - Interventi di Parkinson, tumori spinali, colonna vertebrale. Sono questi i requisiti per i quali è stato scelto come nuovo primario di neurochirurgia lo specialista Alessandro Melatini. A spiegarlo, secondo quanto riporta una nota dell’associazione di volontariato “Salute Salento”, è il direttore generale dell’Asl, Valdo Mellone, per mettere a tacere alcune polemiche piovute nei giorni scorsi da una parte politica.  “Venire a Lecce è stata una sfida con me stesso: il “Vito Fazzi” è un grande ospedale. Ci sono i presupposti per fare un buon lavoro”.  Alessandro Melatini, neurochirurgo, di 57 anni, sposato e con un figlio, arriva nel Salento da Trieste. S’è insediato lo scorso 16 settembre. 

Mellone (e quindi di riflesso anche Melatini), nei giorni scorsi era finito nel mirino in particolare del centrodestra. Il direttore generale era stato additato di aver stravolto la graduatoria dei titoli presentati dai tre candidati valutati dalla commissione esaminatrice. Nell’ordine erano stati indicati Umberto Godano, poi Antonio D’Agostino e, infine, Alessandro Melatini. 

“La valutazione complessiva dei titoli – si legge nella delibera di conferimento dell’incarico – vede la prevalenza del candidato dottor Godano, per attività scientifiche e di docenza e per la maggiore esperienza nella direzione di strutture complesse rispetto a Melatini”. I vertici dell’Asl, però, si sono concentrati sul Melatini per aspetti ritenuti “più vicini” agli obiettivi prefissati. La scelta è ricaduta sul neurochirurgo di Trieste, infatti, “per le caratteristiche proprie del curriculum operatorio, che la direzione ritiene debbano far premio rispetto ai maggiori titoli presentati dagli altri due candidati, perché prioritarie rispetto al profilo del posto messo a concorso”.

Vale a dire: maggiore esperienza nella chirurgia del morbo di Parkinson, in Puglia quasi non praticata. In tal senso, Melatini, tra i primi in Italia, ha documentato esperienza chirurgica fin dal 1996, supportata da attività scientifica. Il nuovo primario, inoltre, vanta esperienza anche in chirurgia dei tumori spinali con la tecnica di “asportazione in blocco” di tumore e vertebra, oggi praticata solo a Milano, Roma e Bologna. E questo può significare una sinergia con le chirurgie toracica e generale e con la chirurgia vascolare. Cioè quei reparti che già sono indicati come eccellenze e su di cui l’Azienda sanitaria locale sta facendo investimenti. 

vito fazzi 1 (Medium)-7-15Melatini, inoltre, ha anche esperienza nella chirurgia della colonna vertebrale in endoscopia, con tecnica mininvasiva. Un problema, quello dei traumi alla colonna, ricorda sempre “Salute Salento”, di forte impatto sulle liste di attesa. Ultimo aspetto: l’attuale primario concluderebbe i cinque anni dell’incarico a 62 anni, entro il 65° anno di età. A differenza degli altri due che avendo oggi 63 anni, alla luce delle recenti norme potrebbero essere colpiti dall’obbligo del pensionamento prima di portare a termine l’incarico.  

Fra i vari che nei giorni scorsi avevano posto l’accento sul fatto, c’è il consigliere regionale di Forza Italia, Luigi Mazzei. “All’Asl di Lecce, a quanto pare, non si rispettano più neanche gli esiti dei concorsi e si stravolgono perfino le graduatorie”, aveva detto, ricordando come “di ciò, con grande enfasi, si discute in questi giorni in città, a proposito del concorso per primario del reparto di neurochirurgia del Vito Fazzi.
Sembrerebbe, infatti, che il primo ed il secondo dei candidati al concorso, pur avendo conseguito il giudizio ‘ottimo’ da parte della commissione esaminatrice, siano stati scavalcati dal terzo in graduatoria che aveva ricevuto la votazione di ‘buono’”.

Secondo Mazzei, che aveva invocato chiarezza dall’Asl la vicenda celava “molti interrogativi e altrettante le ombre”, ipotizzando che si potesse “essere in presenza di una chiara violazione del rispetto dei principi di imparzialità e correttezza della pubblica mmministrazione ed anche del dovere di dare la migliore risposta ai cittadini in termini di qualità dei servizi, selezionando il personale più adatto e qualificato alla guida dei reparti”.

Da qui la presentazione con altri consiglieri, Aldo Aloisi, Antonio Barba ed Erio Congedo, di un’interrogazione all’assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia, “per sapere quali siano state le valutazioni della direzione generale dell’Asl”.

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