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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica Via Michele De Pietro

Giornalismo, liberalizzazioni come occasione per riformare la professione

Incontro con la presidente Paola Laforgia e vari consiglieri dell'ordine. Come incideranno le riforme del governo sul futuro dei cronisti? I pubblicisti sembrano al sicuro, le incertezze riguardano chi ancora non ha il tesserino

LECCE - C'è ancora un futuro per i pubblicisti? La domanda se la sono posta in molti, in questi giorni di voci che si rincorrono a proposito di cosa in concreto voglia fare il governo Monti nel settore delle liberalizzazioni e del conseguente smantellamento degli ordini professionali. Per abbozzare delle risposte, questa mattina, a cura dell'Ordine dei giornalisti di Puglia, si è svolto un incontro presso le Officine Cantelmo durante il quale la presidente, Paola Laforgia e alcuni consiglieri regionali e nazionali hanno espresso la propria posizione e risposto ai quesiti posti dai giornalisti, in netta prevalenza pubblicisti o "in erba". Di professionisti davvero pochi, e del resto le tutele sindacali e soprattutto contrattuali di cui godono li mettono al riparo quasi da ogni sorpresa. 

E' stata proprio la numero uno dei giornalisti pugliesi a indicare nelle riforme annunciate da Monti un'occasione importante e utile per la riforma di una professione ancorata ad un ordinamento talmente vecchio da non essere più in sintonia con la realtà nella quale una buona parte di coloro che con passione, competenza e dedizione scrivono, lo fanno per pochissimi euro, prigionieri tra l'incudine della necessità e il martello di una chiusura del mercato editoriale asfittico e sempre più in crisi. 

Il compito di sviscerare il decreto Tremonti, che contiene l'incipit dell'abolizione degli ordini, e i successivi atti del governo in carica, è stato affidato a Michele Partipilo, consigliere nazionale e predecessore di Laforgia, che ha arginato con dovizia di argomentazioni il timore più diffuso tra i pubblicisti: quello, cioè, di aver sudato la conquista di un tesserino che dall'estate del 2012 potrebbe non valere nulla. Nulla di tutto ciò, ha precisato Partipilo: chi ha già ottenuto l'accesso all'Ordine non dovrebbe avere sorprese. L'eventuale problema si porrà nel momento in cui sarà reso obbligatorio l'esame di stato per diventare professionisti, ma si tratterà essenzialmente di questioni legate alle modalità e ai tempi del passaggio, non certo ai cosiddetti diritti acquisiti. 

Poche certezze, ma solo ipotesi, invece, per coloro che il tesserino ancora non ce l'hanno e che non faranno in tempo ad averlo prima del prossimo mese di agosto quando, in un modo o nell'altro, l'intento riformatore dell'esecutivo si tradurrà in conseguenze pratiche. Sarà ancora consentito l'accesso alla professione? E se sì, in che termini? Negli incontri che i rappresentanti nazionali dell'ordine faranno con gli esponenti del governo  si partirà proprio da questi interrogativi. All'assemblea ha partecipato anche Elio Donno, decano dei giornalisti sportivi e componente del consiglio nazionale, che ha sottolineato la disponibiltà degli interlocutori di governo nel cercare una soluzione "intelligente".

Un elemento di criticità è stato individuato nell'obbligo che si profila per i giornalisti di contrarre un'assicurazione, il cui costo è stimato in almento 3mila euro all'anno, una cifra che in pochi si possono permettere. Ma il punto principale risiede nella sostanza: se il danno che il cronista può arrecare è di tipo doloso - cioè la diffamazione - allora nessuna assicurazione, che copre solo la responsabilità per colpa, cioè per qualcosa di non voluto, "coprirà" un giornalista condannato ad un risarcimento per quel tipo di reato. Piero Ricci ha sottolineato che i giornalisti non pesano sulla fiscalità generale, essendo la cassa integrazione e gli altri ammortizzatori sociali a carico della cassa professionale, l'Inpgi.

 

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