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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Piano rientro sanità al vaglio del ministero Salute

Presentato il programma di rientro, messo in piedi dall'assessore regionale, Tommaso Fiore: i tecnici del ministero vagliano le cifre dei corposi tagli e la copertura finanziaria del piano pugliese

BARI - La sanità pugliese ha già preso il corso del piano di rientro firmato Tommaso Fiore: i tecnici del ministero della Salute sono già a lavoro per vagliare le cifre e le voci della proposta regionale, che dovrà evitare alla Puglia la "sanzione" da 500 milioni sul riparto del Fondo sanitario nazionale. Sono state trovate dall'assessore al Bilancio, Michele Pelillo, le coperture delle spese per il triennio 2010-2012, con la buona notizia che se le misure sanitarie dovessero essere accolte, non comporterebbero un aumento delle tasse.

Nello specifico, la manovra prevede il taglio di 2.200 i posti letto nelle strutture pubbliche, nel triennio dal 2010 e il 2012, rispondendo all'esigenza di ridurre i 215 ricoveri ogni mille abitanti a quota 170. Il personale interessato dovrà essere reintegrato e riconvertito all'interno di strutture private. Inevitabile, secondo le indicazioni di Fiore, anche il blocco delle assunzioni con il blocco del turn-over già a partire dal 2010.

Importante anche il capitolo del riordino ospedaliero, con la riconversione di 18 strutture, di cui quattro nella provincia di Lecce, ossia San Cesario, Maglie, Gagliano del Capo e Poggiardo. Dal riordino della rete si conta di risparmiare circa 138 milioni in tre anni. C'è poi la stretta sui farmaci che dovrebbe garantire un altro risparmio da circa 70milioni di euro: in quest'ottica, s'incentiverà l'uso dei farmaci equivalenti, per ridurre la quantità di ricette. S'ipotizza anche un budget di spesa, a carico dei medici di base e dei pediatri di libera scelta.

Il ticket sarà di un euro su ogni ricetta, con l'esclusione di pazienti affetti da patologie croniche; possibile anche la revisione delle esenzioni per fasce di reddito. Tra le altre misure, la rivisitazione degli accordi contrattuali della Regione Puglia con le cliniche private, con l'intenzione di ridurre le spese dell'Asl, il ridimensionamento della mobilità passiva e dei ricoveri inappropriati.

Ospedale di Poggiardo: l'Udc dà parere contrario alla chiusura

L'Udc, attraverso Salvatore Negro, capogruppo alla Regione, chiede che sull'ospedale di Poggiardo non si prenda alcuna decisione affrettata: "L'assessore Fiore - dichiara -, di cui conosciamo la sensibilità, venga a visitare l'ospedale di Poggiardo per toccare con mano l'affidabilità e la solidità di questo nosocomio che al contrario di altre strutture può vantare un bilancio in attivo e un servizio efficiente al territorio".

Negro esprime, dunque, parere contrario sulla possibile chiusura dell'ospedale di Poggiardo, in quanto tale azione comporterebbe "non solo ulteriori disagi per i cittadini ed il territorio, ma porterebbe ad un ulteriore sovraccarico di lavoro dei vicini ospedali (come quello di Scorrano) con un ulteriore aumento di spese ai danni delle casse della Regione": "In ogni caso - sottolinea - resta difficile da spiegare ai cittadini come mai si è speso un milione di euro per realizzare due nuove sale operatorie che devono essere abbandonate o smantellate prima di entrare in funzione e come mai si sono spesi 5 milioni di euro per ristrutturare un ospedale destinato a restare chiuso".

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