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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Pippo Civati nel Salento. Prova di maturità per l'outsider delle primarie del Pd

Coetaneo di Renzi, ha ottenuto il 9 per cento nelle assemblee di circolo. Ma nelle consultazioni dell'8 di dicembre punta al salto di qualità per scavalcare il secondo, Gianni Cuperlo. Nel 2009 coordinò la campagna di Marino che a Lecce ebbe un ottimo risultato

LECCE – Tutti lo chiamano l’outsider, ma la sensazione è che possa fare molto di più, se solo ci credesse davvero. Pippo Civati, monzese di 38 anni, è candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico. Le assemblee di circolo gli hanno consegnato, con un 9,2 per cento, l’accesso alle primarie dell’8 dicembre, nelle quali se la vedrà con Matteo Renzi (46,7) e Gianni Cuperlo (38,4). Ma la differenza numerica tra la platea del primo turno e quella del secondo è talmente consistente da lasciar immaginare, accanto a una vittoria ancora più netta del sindaco di Firenze, un bel risultato da parte di Civati che domani sera sarà prima a Lecce (ore 20, Hotel President) e poi a Maglie per una cena di autofinanziamento. Come Prodi, di cui è grande estimatore, che fece partire dalla Puglia la campagna elettorale che lo portò, con l'Ulivo, alla vittoria.

E’ un progressista tout court, con venature da democratico americano, ha un volto presentabile e molte buone idee. Eletto deputato dopo aver vinto le “parlamentarie” in Lombardia, è stato anche toccato dall’inchiesta sulle spese sostenute con i rimborsi come consigliere regionale: senza fare una piega, ha pubblicato sul suo blog il dettaglio delle spese contestategli dalla guardia di finanza fornendo le relative giustificazioni. Si è prodigato per trovare una sponda tra Pd e Movimento Cinque Stelle e non ha votato la fiducia al governo Letta, contestando l’abbraccio con il Pdl. Non ha perdonato, né ha intenzione di farlo, i 101 "traditori" del Pd che hanno silurato Prodi per la presidenza della Repubblica.

Coordinatore nazionale della campagna per le primarie di Ignazio Marino nel 2009, sembra aver da questi ereditato pregi e limiti: tra i primi quello di saper parlare un linguaggio chiaro e di sinistra, seppur non radicale, a buona parte dell’elettorato disorientato dalla deriva del partito verso il centro; tra i secondi, un certo deficit di carisma e di intraprendenza che ne limitano le potenzialità.

E non è forse un caso se, nella dimensione provinciale, i suoi sostenitori non abbiano espresso una proposta autonoma, di fronte alle candidature di Salvatore Piconese, che poi ha vinto, di Alfonso Rampino e di Vincenzo Toma – tutte schierate con Gianni Cuperlo, e ad un’altra, quella di Edoardo Santoro, espressione dei renziani. Il possibile exploit di Civati dipende, infatti, anche dalla capacità di farlo conoscere su tutto il territorio nazionale, al di là delle enclavi in cui ha costruito la sua militanza politica. Bisogna saper osare, a volte.

Domani sera, in un dibattito con Corradino Mineo (ex direttore di Rainews) e l’assessore regionale Elena Gentile, che lo sostiene, e moderato dal giornalista Pierpaolo Lala, Civati avrà modo di parlare per la prima volta alla platea leccese. La stessa, più o meno, che a Marino nel 2009 diede il 20 per cento. 

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