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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Premio Barocco resta a Lecce. Barba: "Soldi per altro"

Oggi l'incontro chiarificatore tra il patron Cartenì, il sindaco Perrone e il presidente Gabellone. Si va verso il rinnovo del protocollo d'intesa. Escluso ritorno a Gallipoli. Il deputato Pdl sbotta

GALLIPOLI - Il Premio Barocco non si sposta dal Salento, almeno questa è l'intenzione delle parti in causa. E anche se sull'intera questione si attende, comunque, il punto della situazione da parte del produttore Nello Marti. Niente migrazioni forzate verso altri lidi per la kermesse del patron Fernando Cartenì e trasmessa in diretta da Rai Uno in prima serata. Accantonate le ipotesi di un trasferimento in quel di Bari o addirittura in terra siciliana. Così come sembra escluso anche un ritorno alle origini sulle rive gallipoline come caldeggiato dal consigliere provinciale Sandro Quintana.

E' quanto è emerso dopo l'annunciato incontro a Palazzo Carafa, tra il patron del Premio Barocco, Fernando Cartenì, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone e il presidente della Provincia, Antonio Gabellone per fare il punto sul futuro della manifestazione. Presente anche il legale Carmelo Lazzari, in rappresentanza delle parti dell'organizzazione dell'evento. A quanto è dato di sapere nel corso dell'incontro è stata evidenziata netta la posizione dei rappresentanti delle istituzioni locali, intenzionate a far rimanere la manifestazione nel leccese, e per questo pronte ad affrontare la questione anche in termini prettamente economici.

Decisa, tra l'altro, anche la posizione di Comune e Provincia di confermare lo svolgimento del "Premio" in una location all'aperto (così come verificatosi negli ultimi tre anni nell'area ex Carlo Pranzo) al fine di accogliere il nutrito pubblico che segue dal vivo la manifestazione, bocciando così l'idea di destinare quale possibile nuovo contenitore il Teatro Politeama Greco. Si attende ora il prossimo appuntamento tra le parti in causa, previsto tra una settimana, al fine di decretare definitivamente la questione e stipulare il nuovo protocollo d'intesa che potrebbero essere di durata triennale o quinquennale e garantire al Premio la sua permanenza in terra leccese. Nel dibattito sono quindi state accantonate anche le altre proposte pervenute da parte di altre cittadine pronte ad accogliere immediatamente il Premio Barocco, riconosciuto come valido strumento di marketing territoriale. Tra gli interventi in merito, come detto, quello del consigliere provinciale Sandro Quintana che ha inoltrato proprio ieri al presidente Gabellone la richiesta di stanziare un contributo pari a 200mila euro allo scopo di far tornare il Premio Barocco nella città di Gallipoli, magari nel Teatro Italia.

Barba striglia Gabellone: "Basta soldi per lustrini e paillettes. Finanziamo l'Università di Lecce"
Dai temi caldi della campagna elettorale, alle polemiche su nastrini e paillettes. Sul futuro prossimo del Premio Barocco 2010 è intervenuto in queste ore anche il deputato pidiellino Vincenzo Barba, che ai tempi in cui era sindaco, ha decretato l'allontanamento della kermesse ideata da Fernando Cartenì, dalla città di Gallipoli. Barba è intervenuto rivolgendosi al presidente della Provincia Antonio Gabellone e invitandolo, diciamo così, a pensare ad altro in tema di attribuzioni di finanziamenti pubblici. Ovvero: Contributi al Premio Barocco e simili? Meglio sostenere economicamente l'Ateneo di Lecce.

Dice Barba: "Non voglio fare bassa demagogia, anche se forse sarebbe il caso sull'opportunità di investire le risorse economiche imponenti che chiedono gli organizzatori del Premio Barocco in settori più importanti e assai più in crisi dell'economia salentina. Da uomo del fare come mi piace essere, ti faccio un solo esempio che ho già avuto modo di portare all'attenzione della pubblica opinione esattamente un anno fa: i moniti sullo stato in cui versa il nostro Ateneo, moniti che ha lanciato in più di un'occasione, con preoccupazione, il Magnifico Rettore dell'Università del Salento, non solo non devono essere fatti cadere nel vuoto, ma non devono nemmeno ricevere appoggi di molta forma e poca sostanza. Si tratta di autentici campanelli d'allarme sia per l'ente Università in quanto tale che per i giovani del nostro territorio che hanno ritenuto, ritengono e riterranno, in futuro, di affidare la loro sete di formazione al nostro Ateneo, un Ateneo che non ha nulla da invidiare a tante altre università d'Italia. Per questo propongo da subito che gli innumerevoli che gli enti pubblici erogano per spettacoli e spettacolini come il Premio Barocco, vengano destinati d'ora in avanti, per un periodo di almeno cinque anni, all'ente di formazione per eccellenza del nostro territorio.

Mi chiedo: perché per passerelle esibizionistiche, per il mondo dei lustrini e delle paillettes, il denaro pubblico si trova e si sperpera, mentre per il futuro dei nostri giovani ci si stringe nelle spalle? E poi: con tutte le problematiche sociali che esistono nel nostro territorio, possiamo davvero pensare alle facezie e alle cose superflue senza avere a cuore le innumerevoli difficoltà delle nostre famiglie? È arrivato il momento di dire basta! È bene che quel tipo di contributi cambi direzione e sia destinato al futuro dei nostri giovani, alla didattica, alla ricerca ed alle politiche sociali. Per prevenire, poi, qualche pretestuosa controreplica di tanti mega-manager, o presunti tali organizzatori di premi, tengo da subito a precisare che questi spettacoli possono essere anche utili e divertenti. Lungi da me demonizzarli. Anzi, tutt'altro. A patto che, però, tali produzioni e tali organizzazioni si autofinanzino con mezzi propri o con sponsor privati, i quali avranno così modo di sostenere i premi che qualitativamente ritengono più consoni alle loro strategie di promozione. Il rischio, altrimenti, è quello che con i finanziamenti pubblici, certamente sottratti a progetti ben più utili, come la formazione dei nostri giovani e l'aiuto ed il coadiuvo alle nostre famiglie in crisi, si arrivi persino a finanziare premi che sono fonte dell'occulto arricchimento di organizzatori, pochi intimi e presunti addetti ai lavori, vecchi come non mai e vetusti quanto tutti ben sappiamo.

Ciò è doppiamente grave! E noi, uomini delle istituzioni, che abbiamo il dovere di operare tra la gente e per la gente, a salvaguardia anche dei nostri giovani, non dobbiamo mai consentirlo. Alla luce di quanto detto, caro Presidente, sono certo che ti attiverai con la solita saggezza e con la ben nota solerzia per indirizzare all'Università e al sociale, e non certo al Premio Barocco, i denari che ti vengono richiesti e che saranno ben più utili per formare i nostri giovani talenti e le nostre future classi dirigenti".

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