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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

"Primarie subito": Vendola rilancia e il Pd s'infuria

Il governatore pugliese dice no ai giochi di palazzo e rilancia l'idea della consultazione popolare per la leadership. I vertici Pd non gradiscono la mossa "strumentale": "Non ci tiri per la giacca"

ROMA - Stop alla tregua interna al centrosinistra: è durato quaranta giorni l'accordo tra Nichi Vendola e Pierluigi Bersani, che si erano ripromessi convergenza di progetti e di idee, in vista di un centrosinistra da preparare per riprendere la guida del paese, in piena crisi politica. Dopo l'ennesimo rilancio del governatore pugliese del motivo "Primarie subito", qualcosa è destinato a logorarsi, certamente a spezzarsi.

Vendola non ci sta all'ipotesi di governi di transizione, nell'attesa di nuove votazioni, e non sembra fare salti di gioia all'idea di mettere in piedi un carrozzone di partiti che vada dalla sinistra sino a Futuro e Libertà. Per il governatore pugliese, la logica di cui riappropriarsi sarebbe quella del contatto con la gente e con i veri problemi della società, uscendo dai giochi di Palazzo. L'unico modo per dare un segnale diverso sono le primarie, perché "se i partiti cedono sovranità, allora possiamo tornare a vincere".

Ma la questione si gioca tutta intorno all'atteggiamento del Pd, che sembra aver preso tempo con l'accordo di ottobre con Vendola, cercando tuttavia di trovare soluzioni diverse da quelle prospettate nel patto di non belligeranza. Per questo, il presidente della Regione Puglia lancia una stoccata al Partito Democratico accusato di meditare su "possibili furbizie", per evitare lo strumento delle primarie.

Bersani non gradisce, trovando strumentale la mossa vendoliana e replica, ribadendo il concetto già espresso nella sua visita leccese, al Cinema Massimo: "Vendola può tirare tutti per la giacca tranne noi. Io sono l'unico segretario eletto con le primarie, sia a destra che a sinistra. Non ci tirino per la giacca o le primarie se le fanno da sé". Per il segretario del Pd, non avrebbero senso le primarie in questo momento, poiché non esistono una coalizione o un programma condiviso, né sembrano ancora certe le elezioni. Ma chiarisce di non temere un confronto nei gazebo con Vendola.

Più duro Enrico Letta che invita Vendola a mettere da parte il "suo chiodo fisso", il "tentativo di Opa sul Pd", aiutando le opposizioni a far cadere Berlusconi. Netto anche Massimo D'Alema che critica Vendola, evidenziando che le primarie non possano essere utilizzate per soddisfare le sue "smanie di protagonismo". Il Pd continua a guardare ai sondaggi, registrando ogni minimo spostamento di consenso e ragionando nell'ottica di proporre una coalizione non rissosa, che distrutta le speranze di poter vincere le elezioni, che, al momento, danno comunque più forte l'asse Pdl-Lega.

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