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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Regione, in ballo il numero dei consiglieri: 70 o 78?

I primi problemi per il secondo governo Vendola vengono dall'applicazione della legge elettorale firmata Fitto: il doppio premio di maggioranza incrementa gli eletti, ma lo statuto ne vuole solo 70

BARI - Una grana per il governo regionale, prima ancora del suo insediamento: la questione di cui si discute è il pasticcio legato alla legge elettorale pugliese del 2005, ultimo atto della gestione Fitto, che prevede il doppio premio di maggioranza nell'assemblea elettiva, per garantire al suo interno, il mantenimento, tra maggioranza e opposizione, del rapporto 60-40. Ma poiché gli eletti individuati dovrebbero essere 42 a 28, ed, invece risulta 39 a 31, spunta un ulteriore premio alla governabilità, con 8 seggi in più alla maggioranza, in funzione del rapporto di cui sopra. Il risultato complessivo è la crescita del numero di consiglieri, che passano da 70 a 78, con buona pace dei costi della politica.

Secondo l'avvocatura regionale, il rapporto maggioranza ed opposizione và rispettato, ma nei limiti dei 70 consiglieri previsti dallo Statuto, ossia secondo l'idea che all'opposizione non possano essere assegnati più di 28 seggi. Lo stesso neo eletto presidente Nichi Vendola, in un comunicato ufficiale, sottolinea come "la crescita del numero dei consiglieri conferma che la legge elettorale confezionata dal centrodestra pugliese a suo tempo ha prodotto un pasticcio. Sulla base dell'attuale norma non è tecnicamente possibile identificare criteri che possano eliminare tale assurdità. È inaccettabile".

Vendola annuncia: "Per questo proporrò nella prima seduta utile un atto col quale si prescrive che il monte stipendi complessivo del Consiglio Regionale non verrà aumentato, ma ridistribuito equamente tra tutti i consiglieri. Non ho alcun dubbio che la legge verrà approvata all'unanimità".
Per effetto, però, della discussione sull'applicazione della legge sono otto i nuovi eletti a rischiare il posto: sia Bartolo Cozzoli, eletto nella Bat, che ha ingaggiato una personalissima battaglia con Michele Monno, sull'ultimo posto utile in consiglio, ma che se la Corte d'appello, chiamata a giudicare la questione, riterrà di far prevalere la linea dei soli 70 consiglieri, la diatriba si risolverà con l'esclusione di entrambi. Con loro, sul filo del rasoio, altri due del Pd, uno dell'Idv, uno dei Moderati per Vendola, uno per Sinistra ecologia e Libertà. All'opposizione, rischiano in tre: due del Pdl, uno tra Udc e La Puglia prima di tutto.

Intanto Antonio Buccoliero, rieletto tra "I Pugliesi per Palese" dichiara: "In un momento di profonda crisi non solo economica, ma anche politica, portare il numero dei consiglieri regionali da 70 a 78 rappresenta un'autentica follia, uno schiaffo in pieno volto ad una politica capace di farsi realmente interprete dei bisogni dei cittadini, molti dei quali faticano ad arrivare alla fine del mese con uno stipendio di appena mille euro. Si tratta di un'autentica follia che oltre ad aumentare considerevolmente i costi gestionali, comporta un ulteriore allontanamento dei cittadini dalla politica e dalle sue attività. Del resto, in un presente di gravi ristrettezze economiche, apprendere che la Regione Puglia sborserà, ogni anno, circa due milioni e mezzo di euro in più per un non meglio specificato ‘premio di governabilità', non farà altro che portare gli elettori a percepire la politica come una ‘casta' interessata soltanto a salvaguardare i propri interessi personali".

Per Buccoliero ci sarebbe una "chiara responsabilità politica e personale" di Vendola, perché "nel momento in cui si poteva intervenire per razionalizzare la legge elettorale, si è preferito dare spazio a decisioni chiaramente strumentali e personalistiche": "Occorre rimediare - ribadisce - a questa gravissima situazione, che oltre ad incidere negativamente sui costi regionali, comprometterebbe ulteriormente il rapporto di fiducia tra i cittadini e la politica. Rapporto che è già molto compromesso, come risulta evidente dalla scarsa affluenza alle urne nella recente competizione elettorale. Se la Puglia è il laboratorio di Vendola e se la legge elettorale ne rappresenta le premesse credo ci possa essere poco spazio, in futuro, per una reale attenzione ai pugliesi e alle loro esigenze".

Un ultimo punto: tra gli eletti al consiglio regionale c'è anche Roberto Marti, assessore comunale di Lecce, che probabilmente dovrebbe abbandonare il proprio posto nei giorni prossimi, per approdare a Viale Capruzzi, nel rispetto del decreto legislativo 267 del 2000 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali", che nel secondo capitolo, all'articolo sei, dichiara l'incompatibilità tra i due ruoli. Pronta, dunque, una nuova battaglia al comune di Lecce, per assegnare l'ennesimo assessorato liberato.

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