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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Rizzo ineleggibile, assist involontario del ministero

Il parere dei tecnici romani va oltre le attese delle opposizioni che ora chiedono un consiglio comunale urgente. Rizzo, dimissionario dai Servizi sociali, ribatte: "Pensano solo agli aperitivi"

Da consigliere comunale e, allo stesso tempo, presidente dell'istituzione Servizi sociali a comune cittadino senza nessun incarico o ruolo istituzionale. Potrebbe essere questo il destino di Gigi Rizzo, recentemente subentrato - come primo dei non eletti per l'Udc - a Stefano Ciardo e dimessosi questa mattina dal vertice dell'ente proprio per ovviare alla situazione di incompatibilità ravvisata dal segretario comunale su sollecitazione dell'opposizione, ai sensi dell'articolo 63 del decreto legislativo 267 del 2000. Ma andiamo con ordine.

I fatti

Gigi Rizzo nel 2007 risulta il primo dei non eletti dell'Udc, schierato allora con il centrodestra. Dopo l'insediamento della nuova amministrazione, Perrone gli affida la presidenza del Cda dell'istituzione Servizi sociali, incarico che ricopre fino a questa mattina. La sospensione temporanea dalla carica di Ciardo per le note vicende di natura giudiziaria spalanca un portone all'ingresso di Rizzo nell'assise comunale ma l'opposizione vuole vederci chiaro. Viene dunque attivata la procedura che si conclude con il perentorio parere del ministero. In poche parole, questo non lo dice il parere, ma è la conseguenza pratica, al posto di Rizzo in Consiglio dovrebbe andarci Andrea Corvaglia (presente in conferenza), ma in quota opposizione; l'Udc ha infatti formalizzato proprio dopo il rimpasto faticosamente varato da Perrone la sua opposizione all'amministrazione in carica. Una querelle politica, dunque, accanto ad una questione giuridica. Di qui la richiesta di una convocazione urgente dell'assise comunale - tra i firmatari Tondo, Mariano e Ferilli di Io Sud - per discutere del caso e trarne le dovute conclusioni.


L'assist involontario del ministero

Il parere dei tecnici del ministero - formulato il 29 luglio quando Rizzo era fresco di nomina di consigliere ed ancora presidente dei Sevizi sociali - è andato ben oltre le aspettative delle opposizioni (non sarebbe corretto parlare di centrosinistra data la presenza in conferenza di Io Sud) sancendo la condizione di ineleggibilità, e non solo di semplice incompatibilità, in quanto "tra le Istituzioni di cui all'art. 114 del Testo Unico degli Enti Locali ed il Comune non sussiste solo un rapporto di vigilanza, bensì di una vera e propria dipendenza"; il controllato, insomma, non può fare anche il controllore. Nello stesso parere viene precisato che "il Comune può prevedere, nell'ambito della propria autonomia statutaria, che non costituiscono causa di ineleggibilità o incompatibilità gli incarichi conferiti ad amministratori del Comune"; previsione non esercitata dal Comune di Lecce che anzi, all'art.72 del proprio ordinamento, stabilisce che "al Sindaco, nonché agli Assessori, ai Consiglieri Comunali e ai Presidenti dei Consigli Circoscrizionali è vietato ricoprire incarichi e svolgere consulenze presso Enti ed Istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo e alla vigilanza del Comune".

Tardive, inutili e pretestuose - nelle parole di Antonio Rotundo - sarebbero state dunque le dimissioni rassegnate da Rizzo in mattinata. Una grana non da poco per Perrone, incalzato sia dal Pd (c'era anche il segretario cittadino Fabrizio Marra) che da Io Sud sulle condizioni minime di governabilità della città, "incastrata nelle secche dell'immobilismo".

La replica di Rizzo

"Sono sempre stato abituato a lavorare lontano dai clamori - ha dichiarato Rizzo mentre usciva da Palazzo Carafa proprio pochi minuti prima l'inizio della conferenza stampa - e continuerò a farlo, anche se questa storia dovesse risolversi negativamente". Il neo consigliere - che pure ha espresso qualche dubbio sul parere del ministero - ha ribadito l'importanza dell'istituzione Servizi sociali per i tanti cittadini "che non hanno i soldi per pagare la bolletta della luce, che non arrivano alla fine del mese", soprattutto in questa fase di profonda crisi economica. E non è mancata una frecciata ai suoi "accusatori": "non capiscono quello che noi facciamo per la città, invece di organizzare questi aperitivi potrebbero verificare il risultato del nostro lavoro". Alla domanda su chi sarebbe la persona adatta per sostituirlo alla presidenza del Cda, Rizzo ha risposto: "Un consigliere in carica: Bosco, Borgia o Ingrosso possono fare bene".

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