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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Sempre più drammatico lo stato delle carceri pugliesi

Piero Manni critica la gestione politica della questione e non risparmia qualche tirata d'orecchie all'attuale governo regionale. I dati dell'Osapp per il mese di settembre appaiono inquietanti

LECCE - "Se non si trattasse di un dramma che riguarda direttamente circa centomila persone tra detenuti, polizia penitenziaria, personale civile e addetti a vario titolo, la questione carceraria sarebbe una farsa, anzi una sceneggiata di ‘lacreme e core' dietro la quale si cela una totale disattenzione e disinformazione": l'ex consigliere regionale, Piero Manni, interviene così sull'annosa questione dello stato delle carceri italiane, non senza qualche frecciata all'atteggiamento ufficiale della politica, che, nei fatti, non si tramuta in una reale volontà di risoluzione.

Manni evidenzia come spesso i politici denuncino il sovrappopolamento carcerario e le cattive condizioni di vita e di lavoro di detenuti ed agenti, cedendo piuttosto "alle gite carcerarie" e "alla passerella di personaggi alla ricerca di una ripresa televisiva o di una citazione giornalistica": "E il giorno dopo - afferma Manni - la questione è bell'e dimenticata, salvo per i ministri forcaioli che propongono di costruire altri istituti, ignorando che il punto non è di riempire nuove carceri ma di svuotare quelle esistenti delle migliaia di detenuti per reati insignificanti o in attesa di giudizio e di renderle, come detta la Costituzione, luoghi di risocializzazione oltre che di espiazione".

Manni sottolinea come la situazione leccese sia particolarmente pesante, con la presenza di oltre il doppio della popolazione prevista (nel rapporto posti letto-presenze reali l'istituto di Borgo Sannicola è il più popolato d'Italia) e la costrizione per i detenuti a trascorrere 22 ore al giorno in una cella progettata per una sola persona. Deficitarii risultano i servizi, anche quelli di prima necessità come la sanità: "A tale proposito - dichiara -, la Regione Puglia (con delibera di giunta del 2006) ha preso in carico l'assistenza sanitaria nei penitenziari: i mezzi di comunicazione ci hanno informato in questi giorni di come (non) funziona la medicina in carcere. Per la verità, Vendola nelle dichiarazioni programmatiche per il suo primo mandato, nel giugno del 2005, aveva recitato: ‘noi dobbiamo riorganizzare i punti di comunicazione tra il 'dentro' e il 'fuori', attraverso l'organizzazione del lavoro e della formazione, attraverso la rottura del muro culturale e informativo, cominciando con il prevedere l'istituzione di una figura di Garante dei diritti del detenuto'. Nei fatti, la Regione ha ignorato la questione penitenziaria (che non consiste soltanto nell'assistenza sanitaria e che è miope ridurre soltanto all'affermazione, pur imprescindibile, dei diritti dei detenuti), si è limitata ad approvare l'ufficio del Garante ma non lo ha mai istituito".

Risulta deficitaria per Manni la presenza del personale civile ed educativo, delle attività socializzanti e di istruzione, a partire dalla scuola: "Da quando io ricordo, la direzione dell'istituto ha promosso e favorito in ogni modo la presenza della scuola, ed in effetti oggi sono istituite a Borgo Sannicola una ventina di classi tra istruzione elementare, media inferiore e media superiore, con circa 200 iscritti, che rappresentano una accettabile quota di detenuti che son sottratti per quattro, cinque ore quotidiane all'abbrutimento della cella e della incultura televisiva, capaci di mettere in circolo per tutto l'istituto informazioni e conoscenze, capacità critiche nei confronti del mondo".

"Rappresenterebbero - aggiunge - se la scuola fosse in funzione; già, perché ad eccezione della sezione femminile, la scuola in carcere non è ancora iniziata. Gli insegnanti ogni giorno si presentano al cancello, firmano e vengono rimandati a casa perché la scuola è chiusa, è chiusa per mancanza di personale di custodia. Gli agenti sono circa settecento, e non bastano a coprire tutto il servizio di semplice custodia 24 ore al giorno; non godono delle ferie o ne godono in maniera parziale e saltuaria; non possono accedere ai permessi; sono stressati dal servizio impegnativo e continuativo sotto la pressione necessariamente provocata dalla sovrappopolazione: ogni giorno arrivano a Borgo Sannicola circa 150 certificati medici (e c'è da meravigliarsi che non siano di più, in quelle condizioni) e bisogna coprire le assenze per malattia".

"Signor ministro Brunetta - conclude Manni -, lei che mi sembra così versatile, che ne dice, le va di fare per un paio di mesi l'agente di custodia? Signor ministro Alfano, costruisca pure nuove carceri e mi dica, lei che è così lodato, dove sta il personale, dove stanno le risorse per metterle in funzione e per i percorsi educativi dei detenuti?"

E a confermare la disamina di Manni ci sono anche i dati della Segreteria generale dell'Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria, che parlano di un settembre di fuoco e di bollettino di guerra nelle carceri pugliesi, con circa sette tra aggressioni e ferimenti nelle fila della polizia penitenziaria. L'Osapp denuncia da tempo il degrado esistente nelle carceri pugliesi, così come denuncia la gravissima carenza di personale di Polizia Penitenziaria pari a trecento unità nelle dodici strutture e nei reparti detentivi delle carceri e nei gruppi nuclei traduzioni piantonamenti e scorte senza ottenere da chi "regge e gestisce la Regione adeguata corsia di ascolto"

Domenico Mastrulli, vicesegretario generale del sindacato, parla di un vero bollettino di guerra: "Tutto questo - dichiara - mentre a Roma qualcuno cerca di capire, e speriamo ci riesca presto, da dove iniziare a mettere mano sulle carceri la cui conta porterebbe alla data odierna a circa 69mila detenuti in 216 strutture penitenziarie. La Puglia, in questo negativo trend, mantiene il secondo posto nazionale con oltre 4.600 detenuti, l'80% in più rispetto alle 2.300 regolamentari e tollerabili".

L'Osapp lancia l'allarme rosso: "Se a Lecce 1.500 detenuti sono troppi da gestire, a Foggia 750 reclusi sono troppi da vigilare, situazione ingovernabile anche per Bari con 500 reclusi e per Taranto con 600 detenuti a seguire Lucera con 250 utenti e Trani con 270 detenuti di media per un solo plesso operativo mentre se ne prepara un altro plesso probabilmente per altrettanta utenza detentiva e con poche risorse umane".

"Un teatrino nella gestione dei Penitenziari e della Forza di Polizia Penitenziaria - ribadisce - a cui l'Osapp con forza esordisce verso il Ministro della Giustizia Alfano e, al capo del dipartimento Ionta… è giunta l'ora che ‘Nessun dorma'".

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