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Strade gruviera, quartieri degradati e antichi mestieri

Le strade rese gruviera dalle piogge copiose e i mestieri antichi nella morsa dell'economia globale e della crisi: due vere emergenze particolarmente sentite sul territorio salentino secondo D'Agata

Il degrado dei quartieri e la problematica delle strade di molti comuni tormentate dalle piogge. È un problema attuale, che molti cittadini hanno sollevato, visti i disagi dei manti stradali comunali, apertisi in più aree, come pezzi di burro. A sollevare la questione è il componente del dipartimento tematico nazionale "Tutela del Consumatore", Giovanni D'Agata, che sottolinea come le copiose piogge degli ultimi mesi abbiano riportato alla luce un problema "annoso e difficilmente risolto dalle amministrazioni locali": il degrado dei quartieri e delle vie cittadine non solo periferiche.

"Si pone sempre più con evidenza - spiega D'Agata - l'emergenza della manutenzione stradale e delle soluzioni a lungo termine che possono essere adottate dai comuni, che non solo riguardano il decoro e l'arredo urbano ma soprattutto la sicurezza delle strade e quindi dei cittadini. È pacifico che la creazione di servizi di manutenzione ordinaria, all'interno dei quartieri, possano servire come utile strumento di prevenzione al fine di evitare che piccole situazioni d'incuria o di deterioramento, possano sfociare in processi di decadimento dei centri urbani con conseguente aumento dei costi per la collettività non solo in termini economici ma anche in termini di sicurezza della viabilità automobilistica e pedonale".

Per queste ragioni, lo stesso D'Agata propone l'introduzione di "manutentori di quartiere", incaricati di effettuare l'insieme delle piccole opere di manutenzione e i piccoli interventi su strade, marciapiedi, giardini, mercati, parchi della città: "Siamo certi, infatti - sottolinea -, non solo dei benefici in termini di decoro urbano e di sicurezza stradale, ma anche di riduzione di costi per la collettività, diminuendo in maniera sensibile l'utilizzo di interventi di natura straordinaria".
D'Agata punta il dito, inoltre, contro quello che definisce un fenomeno "silenzioso" e "quasi strisciante": l'estinzione anche a Lecce delle botteghe artigiane. In pochi mesi, nel capoluogo avrebbero chiuso (giusto per fare un esempio) diversi esercizi dei barbieri, anche quelli che resistevano da decenni. Colpa certamente della crisi globale, ma anche, secondo D'Agata, del caro - affitti e di un sistema bancario ormai chiuso e sempre meno flessibile: "Per non parlare poi del costo del lavoro, della difficoltà ad assumere apprendisti ed in genere personale e del proporzionale aumento della tassazione negli ultimi anni, sia centrale che degli enti locali, ma, soprattutto, di un sistema economico ultra-consumeristico che ha favorito la grande distribuzione e produzione, a discapito della piccola impresa, e che ha progressivamente allontanato la piccola produzione ed il piccolo commercio al di fuori dei centri urbani sino a quasi cancellarlo".

La serie di concause dovrebbero, a giudizio di D'Agata, "essere arginate con interventi mirati del governo centrale ma anche delle amministrazioni locali", con la detassazione in questo momento di grave crisi delle attività "di quegli artigiani che hanno scelto o che sceglieranno i centri urbani quale loro sede e che contribuiscono, in questo modo a ravvivare il tessuto economico e sociale dei comuni spogliati dalle antiche tradizioni". Intanto, si apprende che la raccolta di firme in piazza Aldo Moro a Maglie, per le proposte di legge "Mutuo Sociale" e "Tempo di essere madri", destinate alla promozione del bene sociale delle famiglie, a cura della sezione provinciale di Casapound, in due ore di attività domenica scorsa ha raccolto circa 150 firme.

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