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Ultimo giorno in spiaggia. Lidi "costretti" a chiudere

Finisce la stagione balneare sulla base dell'ordinanza regionale. Il Comune rammenta la scadenza anticipata delle licenze. Marti e Antonio Barba (Pdl): "A Gallipoli si celebra il funerale dell'estate"

GALLIPOLI - Ultima chiamata e ultimo giorno in spiaggia. Almeno nei lidi attrezzati. Da domani è tempo di smobilitazione per i gestori degli stabilimenti balneari pugliesi. E dal litorale gallipolino si innalza un polverone sabbioso di dissenso. Dal 1° ottobre addio ad ombrelloni e sdraio all'interno delle aree in concessione degli stabilimenti balneari del litorale. A Gallipoli, e non solo. Come nelle previsioni annunciate e nelle disposizioni articolate dall'ordinanza regionale sulla stagione balneare che dovrà chiudere i battenti il 30 settembre prossimo, cioè domani. Senza notizie di proroghe ufficiali al momento, ma con il solito bisticcio interpretativo della legge dipanato per quanto concerne l'obbligo delle aperture sino allo scorso 18 di settembre (derogabile per chi ne aveva voglia e necessità tra gli operatori balneari sino alla fine del mese). Ma che ora pone l'accento sulla chiusura definitiva.

L'ordinanza della Regione Puglia infatti circoscrive la stagione balneare pugliese tra il 1° maggio e il 30 di settembre. Dopodiché cosa succede se qualcuno, tempo permettendo e turisti stranieri ancora copiosamente in giro per città e litorali, volesse tenere aperto lo stabilimento magari nel fine settimana? L'ordinanza non chiarisce il punto. Come sottolineato anche da Assobalneari Salento e dal Sib che si erano già "fronteggiati", nelle scorse settimane, sulla questione. Analizzando, da punti di vista differenti, l'inopportunità di porre dei limiti temporali alla stagione balenare da un lato. E quindi di ancorare la possibilità di apertura degli stabilimenti "fuori" stagione. Così come, in un primo momento, era stato contestato l'obbligo prescritto dall'ordinanza regionale di apertura almeno sino alla terza settimana di settembre. Per cui i gestori, anche in mancanza di afflusso e richiesta di servizi in spiaggia, non hanno potuto smobilitare prima del 18 settembre scorso.

Ora sul litorale gallipolino è certo che, trascorsa la giornata di domani, si dovranno chiudere le strutture atteso che una comunicazione in merito del Comune, "rammenta" ai gestori dei lidi attrezzati la scadenza delle licenze amministrative e sanitarie al 30 settembre. E non più alla fine del mese di ottobre come precedentemente autorizzato. Sull'argomento è giunta una nota di dissenso del consigliere regionale del Pdl, Roberto Marti che lamenta come "l'estate di fatto continua, ma a Gallipoli le spiagge sono costrette a chiudere". Il tutto in riferimento alle prescrizioni dell'ordinanza regionale firmata dall'assessore al ramo Pelillo. E per questo commenta con sarcasmo Marti: "Sabato prossimo, 1° di ottobre la città di Gallipoli celebrerà il funerale dell'estate turistica".

Un controsenso secondo la visione del consigliere Pdl che conferma la circostanza che vede gli imprenditori balneari gallipolini "destinatari di una raccomandata a firma del dirigente della Polizia Amministrativa, che comunica la scadenza al 30 settembre delle autorizzazioni sanitarie e amministrative inizialmente concesse sino al 30 di ottobre, a modifica di quanto inizialmente autorizzato". E così, mentre in Salento si registrano presenze e prenotazioni superiori a ogni attesa in questo periodo, sabato 1° ottobre tutte le strutture balneari saranno costrette a chiudere per non incorrere nelle pesanti multe.

"Si rivela quindi reale l'allarme di Assobalneari Salento" incalza Marti, "che rappresenta la maggioranza delle imprese balneari nella provincia di Lecce: lidi chiusi al 30 settembre. Altro che deroghe o dialogo. Altro che destagionalizzazione del turismo. Questo grave danno d'immagine sull'accoglienza balneare e turistica e sugli imprenditori del settore" conclude il consigliere regionale, "si scontra con le sbandierate e fallimentari politiche di promozione fatte con il solo scopo di distribuire consulenze e parcelle, senza un reale ritorno all'impresa turistica e balneare, attività permanentemente precaria per le politiche regionali del governo Vendola".
Antonio Barba (Pdl): "Città turistiche e operatori danneggiati. La Regione deve riflettere".

La limitazione della Regione sulla stagione balenare fa discutere. E la chiusura degli stabilimenti balneari al 30 settembre, ravviva la querelle politica. Ombrelloni chiusi ma polemica aperta. E dai lidi di Gallipoli anche il consigliere regionale, Antonio Barba, esprime il suo dissenso e la sua contrarietà ad una stagione balneare a scadenza temporale. "Destagionalizzazione dei flussi e diversificazione dell'offerta dovrebbero essere le parole chiave dello sviluppo turistico del nostro territorio" dice il consigliere pidiellino, "ma a fronte di roboanti espressioni terminologiche fa da contraltare una pochezza di fatti per certi versi risibile e per altri preoccupante.

I turisti che ancora prenotano le loro vacanze nel Salento e che grazie alla clemenza del clima vorrebbero godere di qualche giornata di sole e mare da abbinare alla cultura, alla gastronomia, all'arte e a quant'altro si può godere, si trovano a dover fare i conti con la chiusura dei lidi prevista per il 30 settembre dalla Giunta regionale. Questo significa che è impossibile fruire di servizi di qualità nel comparto balneare, ed anzi la mancata sorveglianza attiva del territorio da parte dei gestori degli stabilimenti comporta la trascuratezza degli arenili e delle spiagge, dove anche a causa di quanto il mare deposita è impossibile stendere un asciugamano".

E incalza Barba junior: "È davvero strano che in un periodo di crisi economica di grande portata non si attuino semplicissimi accorgimenti volti a potenziare e qualificare l'offerta e i servizi e ad aumentare le prestazioni lavorative, soprattutto in quei comuni rivieraschi che sono rinomati per la bellezza del mare. Accadrebbe per paradosso che alcuni operatori sarebbero costretti a chiudere a stagione inoltrata, laddove i turisti non ci sono più, essendosene andati da un pezzo, e ad altri sarebbe vietata, come è vietata, l'apertura oltre il 30 settembre, proprio in quelle località che vivono di turismo balneare e che di conseguenza fanno vivere anche l'hinterland con le attività ricettive e ristorative ad esse collegate".

E conclude il consigliere regionale gallipolino: "La battaglia portata avanti da Assobalneari è una battaglia di buon senso che dovrebbe far riflettere la Giunta a non chiudersi nel proprio autismo allorquando si tratta di decidere, ma di aprirsi al dialogo confrontandosi con gli addetti ai lavori".

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