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Via libera per la Maglie-Otranto. Ruspe a lavoro già a settembre

L'odierno vertice in Prefettura sblocca l'attesa cantierizzazione dell'infrastruttura, per il primo tratto da Maglie e Palmariggi. Per i 300 operai del gruppo Palumbo, "la fine di un incubo". Ancora intoppi per i chilometri finali

 

LECCE - La volata finale condotta nell'ultimo mese per lo sblocco dei lavori sulla statale Maglie -Otranto, non è stata vana: l' incontro odierno in Prefettura ha dato il via libera finale alla cantierizzazione dell'opera per il primo tratto del progetto, da Maglie a Palmariggi. Alla fine, quindi, è arrivato anche il parere paesaggistico della Regione Puglia ed entro settembre le ruspe dovrebbero mettersi al lavoro. Per i 300 operai del gruppo Palumbo, un sospiro di sollievo dopo tre anni di attesa e di cassa integrazione.

Un'attesa infinita, vissuta con il dubbio che quell'opera non dovesse mai essere cantierizzata per via di intoppi burocratici, pareri mancanti e presunti vincoli paesaggistici e ambientali. "Finalmente si vede un po’ di luce nella martoriata situazione occupazionale del Salento e soprattutto per i avoratori del gruppo Palumbo-Leadri", commenta il segretario Uil Lecce, Salvatore Giannetto al margine dell'incontro in cui erano presenti tutti i sindacati di categoria e federali, il numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone, la vicepresidente regionale Loredana Capone, i parlamentari Alfredo Mantovano e Teresa Bellanova, Anas e rappresentanti dei Comuni interessati.

"Abbiamo chiesto alle istituzioni presenti un impegno preciso per evitare di mandare in fumo i 60 milioni di euro stanziati sul progetto, e per permettere agli operai di tornare a lavoro prima dello scadere della cassa integrazione", aggiunge Alessio Colella di Fillea Cgil. Gli ammortizzatori in deroga, infatti, sono assicurati fino alla fine dell'anno e se tutto va bene, si tornerà a lavorare già il mese prossimo, "sebbene gradualmente e su rotazione, per evitare che la riassunzione possa creare tensioni tra colleghi".

gabellone-9Secondo un parere diffuso e condiviso da Antonio Gabellone, la strada statale 16 rappresenta"un'altra importante opera pubblica che coniugherà sviluppo e maggiore sicurezza per il turismo e l’economia del Salento". Ovvia, la soddisfazioneespressa dal presidente della Provincia di Lecce per il risultato raggiunto grazie all'azione di coordinamento delle istituzioni, in cui l'Ente si è posto "come interlocutore a tutela del lavoro di centinaia di addetti che attendono il via al cantiere, ma anche dell’esigenza di realizzare un’opera in cui fossero quanto più mitigati gli impatti ambientali".

La concertazione per il secondo tratto continuerà, invece, nei prossimi giorni: mancano all'appello le autorizzazioni dei municipi di Otranto e Giurdignano, ma per un semplice ritardo nella convocazione degli appositi consigli comunali. I soggetti interessati minimizzano, infatti, sugli ultimi intoppi rimasti, e per salvare "capra e cavoli" assicurano che anche gli ulivi monumentali non saranno cancellati dall'asfalto, ma espiantati e reimpiantati in appositi siti.

Gli ultimi chilometri del percorso rimasto su carta per molto tempo, che aspira ad assomigliare più ad una strada parco che non ad unennesima colata di cemento, potrebbero essere interessati da rilievi archeologici e culturali di pregio su cui tutti gli interessati promettono la massima attenzione.

"Vi è l'impegno formale e sostanziale a risolvere i presunti problemi ambientali del tratto successivo nel giro di poche settimane.- assicura lo stesso ex sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. - E' una boccata d'ossigeno per le prospettive di lavoro di tanti operai e per un'arteria stradale che il territorio attende da decenni".

Il benestare delle associazioni ambientaliste, invece, tarda ad arrivare come testimonia la nota diffusa da Forum Ambiente e Salute e Coordinamento civico per la tutela del territorio, che bollano il progetto come "faraonico e dalle conseguenze catastrofiche". Alcuni attivisti, in seguito ad un sopralluogo proprio sulla prima porzione della strada incriminata, rendono noto di aver riscontrato "diffusi e evidentissimi siti di interesse archeologico, paesaggistico, fitobiologico e rurale, tanto ai margini della strada, quanto soprattutto lungo le previste nuove strade complanari, per nulla evidenziati, colpevolmente, da tutti gli attori di questa sconcertante vicenda". E puntano il dito contro l'assessore regionale all'Ambiente, Angela Barbanente, colpevole, a loro dire, non solo di aver firmato "con una fretta immotivata" le liberatorie per il progetto, ma di aver "denunciato le presunte pressioni che avrebbe subito dall'esterno, come da lei stessa affermato sulla stampa, agli organi inquirenti".

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