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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Apnea notturna e sovrappeso: quali i rimedi ai disturbi Osas?

Ne parla Stefano Faggiano, biologo nutrizionista presso la Clinica Petrucciani di Lecce

LECCE - La sindrome da apnea del sonno, meglio conosciuta come apnea notturna, è una condizione che deriva dalla alterazione della normale funzione respiratoria durante il sonno: il respiro si sospende per diversi secondi, prevalentemente da minimo 10 ad un massimo di 180. L’ipopnea, invece, è la riduzione del respiro di circa il 30%-50%. Le apnee e le ipoapnee sono due condizioni che rientrano nelle ormai note Sindromi da Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).

Quali sono i sintomi dell’OSAS?

Un forte russamento è già preludio della sindrome da apnea del sonno, solitamente notato dal partner e non dal soggetto che ne è affetto. L’eccessiva stanchezza e sonnolenza diurna è un tipico segno che può correlarsi all’OSAS, poiché il riposo notturno è gravemente inficiato dalla difficoltà di approvvigionarsi regolarmente di ossigeno con la respirazione. Irritabilità, difficoltà di concentrazione, ansia, depressione, cambiamenti repentini di umore, tachicardia, sudorazione notturna sono altri segni distintivi dell’OSAS.

Chi è più soggetto alla sindrome da apnea del sonno?

La tipologia di soggetto affetto da Osas è obeso, con una concentrazione della massa grassa a livello del tronco, del collo e della faccia. La respirazione è già compromessa in posizione ortostatica e peggiora quando ci si posiziona orizzontalmente, a causa del peso e del volume della massa grassa addominale. Ne consegue un disturbo del normale riposo, con risvegli continui, intervallati da periodi di sonno brevi e non soddisfacenti, spesso accompagnati da frequenti minzioni notturne, bruciore di stomaco e reflusso gastro-esofageo.

Soluzioni?

I trattamenti dei soggetti affetti da OSAS sono vari e trasversali: comprendono interventi di tipo multidisciplinare, con team usualmente composti da pneumologo, gastroenterologo, nutrizionista e, non ultimo, lo psicologo, ma tutto dipende dallo stato fisiopatologico dell’individuo. Nella maggior parte dei casi, il calo del peso corporeo rappresenta un deciso miglioramento della condizione generale, se non una risoluzione completa del problema, congiuntamente a miglioramenti a livello della pressione sanguigna, della mobilità, della respirazione, dell’umore, dello stato di infiammazione del corpo, dell’ossigenazione dei tessuti e della funzionalità del tratto gastro-enterico.

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