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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Scuole comunali, confermato dimensionamento grazie anche agli iscritti non italiani

La giunta ha deliberato l'offerta per il biennio 2020/2021: non ci saranno accorpamenti. La percentuale di alunni nati da genitori stranieri contribuisce alla stabilità

LECCE – Il Comune di Lecce conferma il dimensionamento dell’attuale rete scolastica anche per il prossimo biennio. Grazie alla consistenza stabile della popolazione di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado non sono, infatti, previste variazioni. E un ruolo importante per il mantenimento degli standard lo gioca la percentuale di iscritti di origine straniera.

La ricognizione del numero di alunni viene fatta in attuazione delle linee di indirizzo regionali e le proposte sono il frutto del confronto tra l’amministrazione e il “Consiglio della scuola di base in rete dei dirigenti scolastici”.

La rete scolastica leccese è composta da quattro direzioni didattiche (Cesare Battisti, Edmondo De Amicis, Sigismondo Castromediano e Livio Tempesta) per circa tremila e 200 alunni, tre scuole secondarie di primo grado (Ascanio Grandi, Quinto Ennio, Antonio Galateo), per duemila alunni, e quattro istituti comprensivi (Dante Alighieri – Armando Diaz, Stomeo-Zimbalo e Ammirato-Falcone per poco più di tremila iscritti. Della rete fa parte anche il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti con oltre mille studenti.

Nella delibera approvata giovedì dalla giunta su proposta dell'assessora Fabiana Cicirillo si precisa che “non vi sono istituzioni scolastiche sovradimensionate o sottodimensionate dal punta di vista numerico e che i parametri rientrano tra quelli ancora validi per legge”. Solo per il quinto circolo “Livio Tempesta”, come opzione residuale, è stata indicata l’ipotesi di un accorpamento con la scuola secondaria “Galateo”: in tal caso nascerebbe un popolo scolastico cittadino con circa mille e 550 alunni in totale, quantità però superiore ai vincoli di legge.

Un dato interessante riguarda il contributo numerico da parte degli alunni di origine straniera: considerando la scuola dell’infanzia e quella primaria la percentuale si attesta oltre il 7 percento*. Grazie a loro, insomma, si scongiurano i processi di accorpamento che invece sarebbero più imminenti alla luce dei dati sulla natalità della popolazione italiana. Sul piano nazionale l’incidenza è di poco inferiore al 10 percento, su quello regionale è del 3 percento (fonte Miur – Ufficio Statistica e Studi, report pubblicato nel luglio scorso relativo all’anno scolastico 2017/2018).

*Nel calcolo sono stati utilizzati i dati degli uffici comunali relativi alla popolazione studentesca delle scuole di infanzia e primaria e il numero di attestati per la cittadinanza onoraria conferiti dall’amministrazione nel 2017 ai bimbi nati in Italia da genitori stranieri.

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