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Costringono 15enne a gesti erotici e diffondono video su Whatsapp: presi due minori

Sono di Nardò i tre protagonisti dei una triste vicenda: i presunti responsabili rispondono anche di rapina e sequestro di persona

NARDO ‘ – Una pagina di cronaca triste per la città di Nardò. Due adolescenti arrestati, nella mattinata di oggi, con le accuse di sequestro di persona, tentata estorsione, violenza sessuale e pornografia minorile. Si tratta di un 15enne e di un 17enne, entrambi neretini, ritenuti responsabili di aver seviziato un altro minorenne, un concittadino di 15 anni.  La vicenda nella mattinata del 21 novembre scorso, alle prime luci del giorno, quando tutti e tre – legati da una conoscenza superficiale - avrebbero dovuto e potuto trovarsi in un’aula scolastica.

Ma la vittima, quel martedì, a scuola non ci è mai arrivato. Con un calcio e un pugno, infatti, è stato “convinto” a seguire i due aguzzini nel bagno pubblico di Nardò. E’ stato trattenuto per circa venti minuti, come i carabinieri hanno poi potuto appurare durante l’indagine, per essere maltrattato e picchiato. Chiuso nel bagno da uno dei due, mentre l’altro inerpicato sul muro divisore della toilette filmava la scena, è stato costretto a gesti di autoerotismo e a pronunciare frasi sotto la minaccia di altre percosse. Il tutto immortalato dal secondo ragazzino nel cellulare. Quel video, di due minuti, è stato divulgato in maniera virale tramite Whatsapp ai propri compagni di scuola, ma anche ad altri coetanei. E’ stato bloccato soltanto dopo la denuncia dei genitori della vittima, ma nessuno tra i ragazzini ha avuto il coraggio di segnalare quell’abuso.

Ma non è tutto. Oltre a tenerlo sotto sequestro nel bagno, uno dei due indagati ha sfilato il giubbotto alla vittima e si anche impossessato delle scarpe, cedendo le proprie. Per non far rincasare il 15enne scalzo. Per riavere i suoi capi d’abbigliamento, i due gli hanno chiesto una somma di 10 euro a testa, altrimenti non gli avrebbero restituito nulla. Lo sfortunato protagonista di questa vicenda ha fatto ritorno in famiglia visibilmente scosso, con alcune ferite sul braccio e al viso, che sono state poi giudicate guaribili nell’arco di circa 4 giorni.

In un primo momento non è stato in grado di raccontare nulla in famiglia. E’ stata poi la madre di un altro coetaneo, dopo aver visto il video sul cellulare del proprio figlio, ad allertare la madre della vittima. Quest’ultima, assieme al marito, si è rivolta ai carabinieri di Nardò, guidati dal luogotenente Giuseppe Serio. I militari dell’Arma, assieme ai colleghi della compagnia di Gallipoli e coordinati dal capitano Francesco Battaglia, hanno avviato le indagini. Gli inquirenti si sono basati sulle dichiarazioni fornite dal malcapitato, ma anche sulle registrazioni effettuate da alcune videocamere installate a Nardò. I filmati hanno infatti ripreso i tre, nella mattinata dell’accaduto, entrare e poi riuscire dal bagno pubblico tetro dell’incubo subìto.

Come se non bastasse, giorni addietro, uno dei due arrestati ha contattato nuovamente la vittima per minacciarla. “O ritiri la denuncia, o ti picchio a sangue”, avrebbe intimato. Un elemento grave che ha accelerato la misura scattata questa mattina su disposizione del gip del Tribunale di Lecce, Aristodemo Ingusci, su richiesta del magistrato Imerio Tramis. I due, al momento, sono stati accompagnati presso una struttura per minori nel capoluogo salentino.

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