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"Che sconceria quei pali neri"

La metropolitana di terra fa discutere. Molti lettori hanno scritto a LeccePrima, chiedendosi se l'opera fosse necessaria e quale sarà l'impatto a livello urbanistico. Ecco una lettera emblematica

di Roberto Brandi

Lecce, adorata Lecce: città d''arte, stile barocco, giallorossa come la capitale, Lecce che fa sognare, Lecce da far venire i brividi. Lecce: una città quasi a misura d''uomo con tutte le gioie e i dolori di chi, da piccola cittadina sperduta del sud, ha varcato negli ultimi dieci anni i "patriae fines" per diventare un fiore all''occhiello a livello nazionale e non solo.

L''orgoglio di Lecce sta proprio in quanto finora detto: la cronaca delle pagine nazionali e internazionali la nostra città se l''è guadagnata e sudata dopo decenni di silenzio e dimenticanza, quando parlare di Lecce poneva perfino l''interrogativo "ma dove si trova?". Oggi tutto questo è superato: tante le variabili esogene che ci hanno portati alla ribalta e tra queste, tra le principali, le nostre bellezze architettoniche hanno un posto di primo piano.

Questa giunta, che si piaciuta o meno, ha avuto il merito di apportare sostanziali novità alla nostra amata città, a cominciare dall''abbattimento del capannone sconcio continuando con il rifacimento di tante strade e la conseguente creazione di rondò per far meglio defluire il traffico cittadino: onore al merito dunque ma, in mezzo a tanta grazia, da circa un mese e più sono spuntati dei pali neri da far inorridire chiunque, indipendentemente dal colore politico di appartenenza. E già, proprio così: tutti avranno notato quegli orribili "pali neri" che serviranno per il funzionamento della famigerata metropolitana di superficie.

La domanda nasce spontanea, come avrebbe detto il buon Lubrano diversi anni orsono a Mi manda Rai Tre: era proprio necessaria questa metropolitana? E, soprattutto, quando si è dato l''ok, nessuno ha avuto l''impressione che, una volta impiantati quei "mausolei neri", la struttura architettonica di Lecce ne sarebbe venuta fuori con le ossa rotte?

E'' sotto gli occhi di tutti quanto brutti e sconci siano quei pali che non si armonizzano affatto con la bellezza dei monumenti di Lecce: l''impressione, trovandoseli davanti o di lato a seconda dei casi, è quella di trovarsi in una città che, di fronte al progresso, abbia all''improvviso deciso che del proprio patrimonio culturale, se ne fa un baffo: meglio non rimanere indietro rispetto alle grandi città che tenersi un capitale che, fino ad ora, ha dato lustro alla nostra città capoluogo di provincia.

Forse se si fossero interpellati anzitempo i cittadini sottoponendo loro il quesito se essere o meno favorevoli alla realizzazione di questo "capriccio della tecnologia", magari supportato da una anteprima fotografica di cosa sarebbe venuto fuori a lavori ultimati, la stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe bocciato questo progetto che, allo astato dei fatti, non entusiasma proprio nessuno.

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