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Il Lecce vola sulle ali di Giaco e Nacho. Cagliari KO

Una prodezza di Giacomazzi nel primo tempo ed il raddoppio di Castillo nella ripresa regalano ai salentini un 2 a 0 che lascia ancora a secco di punti i sardi allenati da Allegri

Lecce: Benussi; Polenghi, Stendardo, Fabiano, Antunes; Giacomazzi, Zanchetta (24' s.t. Ardito), Ariatti; Caserta (44' s.t. Esposito); Castillo (29' s.t. Cacia), Tiribocchi. All. Beretta

Cagliari: Marchetti; Pisano, Lopez, Bianco, Agostini; Fini, Conti, Biondini (14 s.t. Lazzari); Cossu (14' s.t. Jeda); Larrivey, Acquafresca (34' s.t. Matri). All. Allegri.

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I timori se li porta via una sventagliata di Giacomazzi al 34'. La sua sassata da trenta metri è uno squarcio in un pomeriggio dall'aria frizzante che rimette sui giusti binari una gara iniziata a buoni ritmi e gioco elegante, ma che l'assenza del gol dopo una ventina di minuti, stava facendo riprendere quota ad un Cagliari comunque sempre disorientato e flaccido. Il sigillo che schiarisce ogni dubbio è di Castillo, nella ripresa. Chiude in tuffo, di rapina, un triangolo con un illuminante Caserta che spazza via ogni velleità dei sardi, puniti oltremisura nel finale dalla terna che vede fuorigioco dove non c'è e toglie a Larrivey anche la magra consolazione del gol della bandiera. Il Lecce vola sulle ali sudamericane dell'inedita coppia Giaco-Nacho. Tre punti che lanciano i salentini in una posizione di classifica tutto sommato serena, considerati gli obiettivi, e che fungono da battistrada per le prossime uscite, sulle quali c'è poco da scherzare. Prima Lazio, all'Olimpico, poi in casa con l'Udinese.

Beretta teme l'appuntamento con il Cagliari e per tre giorni predica calma e sangue freddo. La casella "zero" in classifica è un segnale da non sottovalutare. Allegri, che potrebbe avere le ore contate, deve strappare punti al "Via del Mare" e non rinuncia a trequartista e due attaccanti. Stesso modulo del Lecce, 4-3-1-2, che a conti fatti premierà solo i giallorossi. Incisivi fin dalle prime battute, anche perché, passate le ansie da copertura in quel di Milano, la formazione torna ad essere quella di sempre. Con una sostanziale novità. Invece di Cacia, fin dal primo minuto ad accompagnare Tiribocchi nelle fiammate offensive c'è Castillo. Bomber di scorta solo per modo di dire. Non passano che 6 minuti quando l'argentino s'incunea in area e lascia partire un velenoso rasoterra che Marchetti intuisce. Irrompe Tiribocchi che, marcato stretto, spedisce alto. I salentini manovrano in maniera fluida, con rapidità e scambi frequenti di palla, e le verticalizzazioni per le fasce infiammano la platea. All'11' però, Acquafresca sfrutta un servizio di Larrivey e, a pochi metri da Benussi, spara di collo pieno verso l'incrocio sinistro. La palla solletica la traversa e si spegne sul fondo.

I sardi prendono coraggio ed iniziano pian, piano a capire che dalle fasce possono creare grattacapi al Lecce, il quale, dopo le battute iniziali, sembra aver perduto un po' di smalto. La difesa più volte deve liberare con qualche affanno. Fabiano e Stendardo, però fanno buona guardia, mentre Antunes s'innervosisce presto e sbaglia qualche passaggio di troppo. Anche il centrocampo inizia a soffrire il pressing, e non passa inosservato al pubblico una dormita di Giacomazzi che per poco non innesca il contropiede del Cagliari. Al 24' il Lecce potrebbe sfruttare una punizione da posizione favorevole, ma Antunes batte alto sulla traversa. Quattro minuti più tardi situazione analoga, ma a parti invertite. Sulla palla Fini, che, alla stregua del portoghese, calcia fuori. E come spesso accade, nel momento che sembra meno propizio, arriva il gol scacciapensieri. Giacomazzi raccoglie palla sulla tre quarti, avanza di qualche metro, ma, invece di servire qualche compagno, inquadra la porta e lascia scoccare una fiondata che il forte vento aiuta ad assumere una traiettoria imparabile per Marchetti. E' il 34', la prodezza fa esplodere il "Via del Mare" e rovina i piani di Allegri, che obbliga i suoi ad un estenuante forcing a testa bassa per tentare di raddrizzare la nave che imbarca acqua.

Così ci provano in diversi. Al 37' Larrivey riesce a servire Biondini appostato davanti al palo alla sinistra di Benussi, ma il tocco sottomisura è completamente sballato ed il pallone s'inarca incredibilmente sopra la traversa. Tre minuti dopo è Cossu a servire Acquafresca ben appostato in area, con la difesa leccese in bambola, ma il pallonetto su Benussi in uscita disperata passa alto di qualche centimetro. L'ultimo sussulto è al 44', quando un cross di Pisano si tramuta in un insidioso pallonetto sotto l'incrocio che Benussi deve accompagnare in corner con la mano. Si chiude il tempo e, passata la bufera del finale, si ritorna in campo con il Lecce più concentrato e volitivo, con Caserta, in particolare, che prende in mano le redini della gara, anche perché Tiribocchi incrocia la sua giornata peggiore e non riesce mai ad essere propositivo. L'assenza del gol inizia a diventare un peso psicologico che rende il Tir nervoso e a tratti insofferente. E' così è il trequartista, all'8', a provare la soluzione al volo: il cross da destra di Polenghi è ciccato da Castillo. La palla giunge sui piedi di Caserta che però colpisce di contro balzo e la palla termina al lato.

Dopo una decina di minuti di schermaglie, Allegri cambia carte in tavola, spedisce Cossu e Biondini sotto la doccia e prova a dare più sostanza alla manovra d'attacco con Lazzari e Jeda. Ma al 15' è Zanchetta a sfiorare il raddoppio con una potente punizione. Prove tecniche di gol, che arriva al 17', con un'azione da manuale del calcio. Castillo, a centrocampo, serve in diagonale Caserta, che s'invola verso il fondo sul fianco sinistro, resiste alla carica degli avversari, e lascia partire un assist in diagonale che taglia in due lo specchio della porta. Tiribocchi, in tuffo, manca la palla di un soffio. Non Castillo, però, che ci arriva in scivolata, spedendo nella porta sguarnita, con Marchetti fuori causa. Una rete che è quasi la fotocopia di quella messa a segno con il Chievo proprio da Caserta, su servizio, questa volta, di Ariatti. Lo stesso Caserta, di lì a poco, prova il jolly dal limite dell'are, ma la sua bordata sfiora la traversa.

Il Cagliari subisce il colpo in modo palese e la reazione tarda ad arrivare. Ne approfitta Beretta, per qualche cambio tattico. Ardito al 26' rileva Zanchetta, e si pone a guardia della zona centrale. Al 29' standing-ovation per Castillo, che esce per fare spazio a Cacia, il quale prova a farsi perdonare la scarsa vena sottorete dimostrata fino ad oggi con un numero d'alta scuola su Bianco, aggirato come un birillo per tentare la volata verso la porta. Il centrale difensivo, al colmo della frustrazione, lo agguanta da dietro e lo scaraventa a terra. L'arbitro Pinzani lo grazia in parte, mostrandogli solo il cartellino giallo. Allegri si gioca l'ultima speranza richiamando Acquafresca per inserire Matri e al 34' arriverebbe anche il gol, su colpo di testa di Larrivey. Il guardalinee segnala però una posizione irregolare di Lopez, autore dell'assist, del tutto inesistente. L'abbaglio della terna chiude di fatto i giochi, perché nei quattro minuti di recupero l'unica nota (stonata) è l'ammonizione di Tiribocchi, che spedisce in curva il pallone quando l'arbitro ha già fermato il gioco.

La sensazione, dopo Lecce-Cagliari, è che la squadra stia iniziando ad assimilare la didattica di Beretta. Soprattutto nei primi minuti di gara s'è vista una squadra a tratti spumeggiante, che, con cambi di fronte e passaggi rapidi, ha impedito agli avversari di ragionare. C'è però ancora molto da registrare, soprattutto deve migliorare la tenuta atletica. Dopo le prime folate, prima ancora del preziosismo di Giacomazzi, la squadra s'è seduta, rischiando anche qualcosa in difesa. E si era ancora nel primo tempo. Bene la ripresa, comunque, iniziata con il pensiero fisso di mettere il risultato al sicuro. Castillo, che è già entrato nei cuori dei tifosi, è al momento l'attaccante più in forma. Uno stato di grazia che va senz'altro sfruttato, senza per questo togliere spazio a Cacia che ha evidentemente ancora bisogno di qualche tempo per uscire dall'empasse. La stagione non è che all'inizio.

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